Genesi 15,5 – 12.17 – 18, Dal Salmo 26, Filippesi 3,17 – 4,1, Luca 9,28b – 36
Lectio
La trasfigurazione è un anticipo della risurrezione. Gesù sale su monte: è il nuovo Mosè; egli si è attorniato dalla comunità, simboleggiata dai tre apostoli, per affermare che Cristo, lo sposo è inseparabile dalla sua sposa; la veste bianca: simbolo della risurrezione, dell’uomo nuovo rinato dall’acqua del battesimo, l’orante che compie la volontà del Padre.
Mosè ed Elia: rappresentano la legge ed i profeti, cioè la fede d’Israele, in questo caso Gesù di Nazareth è colui che da il compimento alla legge ed ai profeti, è il messia atteso.
L’atteggiamento degli apostoli, presenti alla trasfigurazione, è quello pre – pasquale: non hanno ancora incontrato il risorto, per questo reagiscono in un modo assurdo, perché hanno ancora in mente il concetto di messia della cultura ebraica: il condottiero che con la forza delle armi conduce Israele a dominare il mondo e a convertirlo a Yavhè.
Invece Cristo instaurerà, tramite la sua passione, morte e risurrezione, la nuova alleanza, che supererà l’antica (prima lettura), in cui Dio si auto comunica all’uomo e questi risponde con la fede e l’obbedienza alla Parola.
Nella nuova alleanza è il Dio – Abbà che si comunica all’uomo. È il Padre di tutti – credenti e non credenti, buoni e cattivi – che comunica con l’umanità, tramite Cristo, il suo grande e gratuito amore. Sarà questa concezione di Dio che porterà alla morte Gesù, per mano dell’integralismo religioso del suo tempo.
Meditatio
Il vangelo c’interroga:” noi da che parte stiamo?” siamo ancora dalla parte degli apostoli che vivono il rapporto con Gesù prima della Pasqua? Cioè viviamo la nostra vita cristiana in termini do ut des? Io offrirò a Dio nella misura in cui Egli mi donerà qualcosa?
Questo è l’atteggiamento dei cristiani che non hanno ancora incontrato il Risorto: la ricerca dei primi posti, del potere all’interno delle associazioni; il volontariato diventa un lavoro, oppure un compensamento di fronte a frustrazioni di ordine sociale, matrimoniale o genitoriale.
Allora si fanno le tende: ci si costruisce l’ambiente in cui dominare gli altri, specialmente i poveri, che sono trattati come “cose” e non come “signori e padroni”; si domina su i collaboratori deboli, che non hanno il coraggio di opporsi ai soprusi, alle menzogne e quant’altro e si vive arroccati nelle tende di Pietro pieni del nostro apparire, eliminando con cura tutti coloro, i pochi, che – avendo incontrato il Risorto e non avendo nulla da perdere – hanno il coraggio di opporsi a questo sistema.
Sono quelle persone che, scese dal monte, seguono il Signore risorto e il Lui hanno scoperto il tesoro nel campo e hanno venduto tutto per comprare il campo in cui c’è il tesoro.
In questa quaresima aiutiamo i cristiani arrivisti e bugiardi a ritornare al Signore che è benigno e grande nell’amore.
Buona domenica.
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