XXXIV domenica del Tempo Ordinario B

da | Nov 21, 2012 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Trentaquattresima Domenica del Tempo Ordinario B
Gesù Cristo re dell’universo
Solennità
Di p. Giorgio Bontempi c.m.

Daniele 7, 13- 14
Dal Salmo 92
Apocalisse 1,5 – 8
Giovanni 18,33b – 37

Nota storica

Quando Pio XI istituì, nel 1925, la festa di Cristo Re, intendeva reagire contemporaneamente agli eccessi del laicismo moderno che fa a meno di Dio (comunismo, fascismo e nazismo) e a quelli del cesaropapismo e del clericalismo di ieri (le grandi monarchie cattoliche, prima e Napoleone poi) tentati di «servirsi » di Dio. Ma certo le eredità del passato erano tali che alcuni cristiani hanno preso questa festa come un’arma per difendere l’ordine antico e rifiutare il mondo che veniva; mentre i laicisti si sono irrigiditi sulle loro posizioni di rifiuto. Oggi, altri cristiani, preoccupati di una riconciliazione della Chiesa con il mondo e del mondo con la Chiesa, vedono in questa proclamazione della regalità di Cristo un ostacolo al loro irenismo.
Questa festa può essere, invece, un’occasione per approfondire la centralità di Cristo – servo nei confronti dell’umanità e del creato, per continuare a costruire una Chiesa, che ponga i poveri al centro e che si preoccupi, come Cristo, di compiere la volontà del Padre.

Lectio

Il vangelo di Giovanni, nel brano propostoci in questa solennità, tende a spiegare il famoso titolo che fu posto sulla croce il re dei Giudei.
Si tratta di una regalità comprensibile al cristiano e alla sua comunità, non a coloro che usano il potere per soggiogare gli altri e che credono che questo sia l’unico e il vero potere. Il vero potere è quello della croce; è quello di Cristo che, essendo il principio e la fine (2 lettura), colui al quale Dio conferisce il vero potere (1 lettura) da il senso all’uomo e al creato.

Meditatio

Oggi nel nostro occidente ricco, anche se vive un periodo di crisi, ma che cosa volete che sia la nostra crisi a confronto della fame che domina sugli abitanti del terzo mondo, costretti da noi a vivere nella miseria? Certo siamo noi occidentali che, per garantirci il nostro benessere, manteniamo il terzo mondo nella miseria, fomentando le loro guerre e mantenendo i loro dittatori e poi, facendo il teatro con l’invio delle forze di pace, basterebbe cambiare l’economia e allora non avremo più giovani che, per poter guadagnare qualche soldo in più, si arruolano e poi muoiono in Afganistan o in altri luoghi dove sono mandati per costruire la pace, mentre in realtà si mantiene la possibilità che i venditori di armi si arricchiscano sempre di più.
Dicevo che, nel nostro occidente ricco, i re sono ormai anacronistici ed è bene che sia così, almeno in Italia, dove i re hanno sulla coscienza i morti della seconda guerra mondiale, sia dalla parte fascista che dall’altra.

Oggi affermare la regalità di Cristo significa affermare che la logica del vangelo è l’unico modo per vivere una vita realmente umana.
È la logica del vangelo che fa regnare il vero spirito di servizio: dare la vita per i fratelli.
Perché ho scritto la parola vero? Perché il vocabolo servizio è ormai abusato: lo usano i politici, per dire che sono a servizio dei cittadini, poniamo un velo pietoso e passiamo oltre…………
Lo abusano anche quei cristiani che, tramite il servizio, cercano il potere: si danno un gran daffare ma, se li guardate con occhio acuto, notate che il loro scopo non è aiutare i poveri, ma porre se stessi al centro: sono una specie di scribi e farisei, con l’eccezione che hanno ricevuto appena nati il battesimo. Possibile? Possibilissimo! Ci sono sempre stati nella chiesa, altrimenti perché lungo i secoli lo Spirito Santo avrebbe suscitato i santi? Li ha suscitati perché riparassero alla sete di potere di quei cristiani!

Come riconoscerli: è semplice. In primo luogo occupano sistematicamente i primi posti. Non dialogano, ma ordinano. Si servono del potere ecclesiastico per tentare di far rientrare nei ranghi preti e suore coraggiosi, che sanno che la vita umana è relativa alla vita eterna e non temono di affrontarli; per raggiungere i loro fini, tutto è lecito.
Al di fuori sfoggiano la faccia della “brava “ persona e poi invece si vergognano di tutto quello, persone e cose che possa offuscare la loro faccia di brave persone: non sarebbero andati in casa di Zaccheo, non di sarebbero fatti lavare i piedi dalla peccatrice, non avrebbero accolto il lebbroso, il cieco, lo zoppo, perché tutto questo sporcava la loro faccia di persone perbene…così non potranno regnare con Cristo, non saranno modelli nella chiesa e saranno scartati dai profeti, da tutti coloro che desiderano, sull’esempio di Cristo, morire con lui per regnare con lui.

Buona domenica e buona fine dell’Anno Liturgico

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