Solennità
Di p. Giorgio Bontempi C.M.
Deuteronomio 4,32 – 34.39 – 40
Dal Salmo 32
Romani 8,14 – 17
Matteo 28,16 – 20
Lectio
Il mandato missionario, che Gesù da alla chiesa, è rivolto a tutte le culture. Infatti l’autore del vangelo di Matteo – redatto tra il 75 e l’85 – ha già conosciuto la predicazione di Paolo, che ha aperto l’annuncio del vangelo a tutti: ebrei e non.
Il vangelo ci mostra il volto di Dio come l’Abba, il padre amoroso verso tutti. Il vangelo supera la visione ebraica narrata nella prima lettura, dove si parla della cura che Dio ha avuto ed ha per il suo popolo, Israele. Tale affetto è posto in competizione con quello che gli dei degli altri popoli avrebbero verso di questi, sottolineando come il Dio d’Israele si l’unico ad amare i suoi fedeli in modo pieno.
Meditatio
Il cristianesimo pone in luce come il Dio, annunciato da Gesù sia uno e trino. Uno nell’amore che unisce le tre persone e trino, perché ciascuna di esse è unica e irripetibile: il Padre, non è il Figlio ne lo Spirito santo. Questo vale anche per le altre due Persone.
Questo significa, che all’interno della Trinità esiste contemporaneamente, sia l’unità che la diversità.
Anche nella vita umana ciò accade: una coppia di sposi che viva con amore il suo essere sposati nel Signore, sperimenta l’unità, perché la coppia è un’unità, l’uno non può vivere senza l’altra e la diversità, perché si tratta di una persona maschile ed un’altra femminile, che sono diversi com’è diverso un libro da una scarpa.
Anche nella Chiesa è importante che sia rispettata l’unità nella diversità. Quando ciò non avviene, s’instaura la logica della torre di Babele: tutti uguali, tutti pensano alla stessa maniera, parlano lo stesso linguaggio……agli sprovveduti sembra che sia il modello di Chiesa ideale ma, sappiamo che cosa Dio ha fatto alla torre di Babele………..
Buona domenica.
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