Quando si vive un grande dolore, servire i poveri è il rimedio migliore, questo lo sosteneva san Vincenzo de’Paoli.
Sono da poco uscita dal momento più doloroso della mia vita: dopo 48 anni di vita insieme, da pochi giorni è mancato il marito.
Io ero ancora frastornata dalla mia posizione sociale ora cambiata e per sempre; con il cuore gonfio di un dolore inaccettabile, questo mentre ricevuto molti inviti a trascorrere in festa la notte di Capodanno: da parte dei miei figli, dei nipoti compreso la nipote adolescente che era con me la notte dell’inizio della mia via crucis, quando mio marito è stato colpito dal male, che lo ha portato a terminare questa vita
Io avvertivo nell’intimo di non essere in grado di partecipare a momenti di gioia, perché non avevo le giuste condizioni: il mio cuore era gonfio di tristezza ed avrei potuto rovinare la festa ai miei cari.
Ho parlato di questa situazione con un caro amico, p. Giorgio, che, intuito il mio stato d’animo, mi ha proposto di trascorrere il periodo di capodanno a Verona, con la comunità delle Figlie della Carità, che prestano servizio nella Casa di Carità della città scaligera.
Io le ho contattate e mi hanno subito offerto l’ospitalità.
Ho vissuto con loro – tre suore – al servizio ai poveri. Mi sono resa conto che, quelle Figlie della Carità vivevano l’amore cristiano e la fratellanza in modo semplice, nel quotidiano, con una profondità che ho scoperto solo in quei giorni. E cioè: non esiste solo carità in cui si offrono beni materiali, ma anche quella in cui si è attenti all’altro. Ed è nel volto del fratello che tu incontri il Cristo Risorto.
In quella comunità ho visto tradurre in pratica l’amore affettivo e l’amore effettivo di cui parla san Vincenzo de’ Paoli.
Le suore mi hanno insegnato ad accostare i poveri come miei Signori e Padroni, secondo il carisma vincenziano. Le Figlie della Carità sono veramente “le serve dei poveri” nel senso più autentico del Vangelo.
Mi sono resa conto di come le Figlie della Carità accudivano, con amore, coloro che, quotidianamente, avevano bisogno di pane, di vestiti, di igiene, devolvendo generi alimentari, vestiario, sapone ed altri prodotti per la pulizia personale. A tal proposito, le persone che ne fanno richiesta, possono usufruire anche di un servizio docce!
Ho compreso perché san Vincenzo sostiene che i poveri ci evangelizzano e che bisogna farsi perdonare – tramite il nostro amore – il pane che si offre loro.
Ho visto arrivare, in Casa di Carità, miracolosamente, vitto, indumenti e tutto quello che occorre per gestire ogni giorno molti, molti bisognosi.
Accanto alle tre suore ho visto operano volontari di ogni età che accudiscono gli indigenti con quella dolcezza che solo l’Amore sa suggerire.
Mi sono sentita una privilegiata perché le Figlie della Carità mi hanno permesso di entrare nell’intimità della loro vita di comunità in cui mi sono sentita amata e colmata di premure: ho pensato al modello della prima comunità cristiana proposta dagli Atti degli Apostoli (Atti 2, 42 – 48).
Ho vissuto quotidianamente nel mondo della carità, che si sostiene con la Provvidenza,: ho visto un’utopia in funzione sotto i miei occhi. È falso sostenere che questo genere di utopie non siano realizzabili!!
Sono uscita da questa esperienza con tanta serenità nel cuore, riconciliandomi con la mia coscienza che, qualche volta, mi suggerirebbe di pensare che forse il Signore sia stato duro con me, portandosi in paradiso il compagno di una vita, proprio nel momento in cui, data l’età, avremmo potuto godere di una certa serenità e compagnia, dopo aver vissuto per la famiglia, compresi i relativi doveri : lavoro preoccupazioni ecc.ecc.
Ho compreso perché san Vincenzo sosteneva che, quando una persona era oppressa da un grande dolore, avrebbe dovuto iniziare a servire i poveri e il grande dolore, anche se continuava a occupare il cuore, sarebbe stato superato dalla carità.
Ringrazio il Padre che, attraverso questa esperienza, mi ha confermato il suo amore!
Grazie, grazie, grazie.
Elena Bosco.
Milano 7 febbraio 2012: Memoria della Beata Rosalia Rendu F.d.C.
Parrocchia della B.V.M. della Medaglia Miracolosa.
P.S.: Segue una fotografia in cui è una parte della mensa dei poveri della Casa di Carità di Verona.
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