Terza domenica del Tempo Ordinario B

da | Gen 21, 2012 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Terza domenica del Tempo Ordinario B

Di p. Giorgio Bontempi c.m.

Giona 3,1 – 5.10

Dal Salmo 24

1 Corinzi 7,29 – 31

Marco 1,14 – 20

 

 

Lectio

La chiamata dei primi discepoli, non è una chiamata di speciale consacrazione (anche se non esistono chiamate di speciale consacrazione, perché l’unica consacrazione è quella battesimale), ma una chiamata ad entrare nel popolo di Dio: nella Chiesa.

Infatti, quando i vangeli furono redatti esistevano soltanto i cristiani: non c’erano preti, suore, monaci ecc…non esiste passo del vangelo che sia rivolto ad alcuni cristiani e non a tutti.

Quindi la chiamata dei primi discepoli è una chiamata al battesimo!

A tale chiamata la persona risponde al Signore e, da quel momento sia il rapporto con i familiari, sia quello con le cose, s’impronta alla luce del vangelo: ecco il significato del verbo lasciare.

Nel pensiero degli antichi, che non conoscevano il mondo come lo conosciamo noi oggi, ma pensavano che la terra fosse piatta e che fosse sovrastata dalle acque superiori che, di tanto in tanto, producevano la pioggia e dalle acque inferiori (mare, laghi e fiumi), sotto le quali si pensava che ci fosse il regno del male. Ecco il significato delle parole vi farò pescatori di uomini. Il cristiano trae fuori dalle acque inferiore – dal male – coloro che ne sono rimasti prigionieri. Si può notere anche un’allusione al battesimo, con il suo risorgere dall’acqua.

Ecco perché il cristiano è anche profeta perché inviato da Dio – come Giona – a salvare i suoi fratelli dalla suggestione del male. (1 lettura).

Questa salvezza doveva essere compiuta nel più breve tempo possibile perché, come ho già scritto altre volte, la prima generazione cristiana (quella che inizia con i dodici apostoli e sin conclude verso il 120 d.C., anno della redazione finale dell’opera giovannea) era convinta che il ritorno del Signore nella gloria – il giudizio universale – si fosse compiuto in capo alla loro generazione (cfr. incipit del vangelo e 2 lettura)

 

Meditatio

Anche questa domenica ci è riproposto il tema della chiamata.

Il Signore chiama continuamente a servirlo nella Chiesa. Tutto sta, nel rispondere al suo invito.

Prima di tutto è bene sapere se la proposta è realmente una proposta di Dio, oppure si tratta di una proiezione di una mente malata. Ricordiamo la storia tristissima del fondatore della congregazione dei Legionari di Cristo. Oppure altri casi di persone psicopatiche che si sono fissate di dover fondare una comunità, ecc…

Quindi è importante vagliare la chiamata, con l’aiuto del maestro spirituale.

Una volta diventati cristiani, cioè una volta che abbiamo acquisito la mentalità evangelica, ci si pone il secondo quesito: in quale posto il Signore ha stabilito che io serva la Chiesa?

Scoperto il mio servizio, ho terminato il cammino vocazionale ed inizia quello in cui – scoperti i miei doni, li porrò al servizio dei fratelli, come monaco, genitore, diacono, prete, educatore, scout ecc…

L’importante sarà che il posto che occuperò sia quello che il Signore ha preparato per me.

Buona domenica.

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