Natale del Signore

da | Dic 25, 2011 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Natale del Signore

Di p. Giorgio Bontempi C.M.

Quest’anno ho scelto di non commentare la Parola di Dio proposta dagli schemi della liturgia della Solennità, ma di dettare una meditazione, partendo da uno dei segni più comuni che usiamo porre nel Natale del Signore: il presepe.

 

Questo è comunemente visto come la cronaca della nascita de Gesù, si utilizza per sacre rappresentazioni, che commuovono, oppure che rendono orgogliosi i genitori che sono presenti alle recite dei loro figli relative al presepio vivente, ma nulla di più.

 

Invece il presepe è un segno che dice molto di più e la sua vera comprensione incide sulla vita quotidiana invitandoci a scelte secondo il vangelo.

 

Il presepe non è altro che la rappresentazione dei vangeli dell’infanzia narrati da Luca e Matteo.

È importante ricordare che cosa s’intende con il genere letterario “vangelo”. Il vangelo non narra la cronaca dei fatti della vita di Cristo, ma riflette sul suo pensiero. I “vangeli dell’infanzia” non intendono narrare “come” è nato Gesù, ma molto di più. Questi vogliono farci riflettere su “chi è colui che è nato”.

Alla luce di quanto è stato detto, proviamo a riflettere sul presepe.

 

1. Gesù nasce fuori della città e morirà fuori della città, come gli antichi profeti.

 

È in una famiglia qualunque come quella del falegname che Gesù di Nazareh nasce, così aveva profetato Isaia, mentre gli ebrei del suo tempo erano convinti che il messia dovesse nascere in una famiglia nobile o di ricchi mercanti. Gesù nasce nella Galilea, la regione d’Israele disprezzata dai Farisei perché la si contraevano matrimoni misti che imbastardivano la razza pura ebraica. Gesù nasce a Nazareth: il paese di cui i Farisei dicevano che “..da Nazareth non può venire mai nulla di buono…!”

 

2. Attorno alla capanna del presepe si mettono le statuine dei pastori e delle pecore. Perché il vangelo narra dell’avvento di questa umile categoria? Perché in Israele tutti coloro che trattavano gli animali erano considerate persone impure, da allontanare perché in peccato. Gesù invece si attornierà proprio di queste categorie: pastori, pescatori, pubblicani e prostitute. “Gli ultimi saranno i primi e i primi saranno ultimi”.

Allora ci chiediamoci:

In quale considerazione teniamo i poveri, coloro che non hanno voce, diritti, perché non possiedono beni mobili o immobili?

Siamo parte di coloro che s’impegnano a far In modo di nascondere la povertà, che cercano di tenere lontani i poveri, accusandoli di essere fautori di furti, di violenze ecc…invece di promuovere nei loro paesi un tenore di vita più umano.

 

3. Nella solennità dell’Epifania poniamo nel presepe le statuette dei Magi. Nel vangelo questi rappresentano i popoli pagani che accorrono e si convertono al vangelo a differenza d’Israele, che rifiuta e combatte, anche con la persecuzione della comunità cristiana, il messaggio di Cristo.

È bene ricordare che la redazione dei vangeli di Luca e Matteo è datata tra il 75 e l’85 d.C. Ora a quella data san Paolo era già in Paradiso dal alcune decine di anni. Paolo fu l’iniziatore dell’universalità della Chiesa. Al tempo dei vangeli dell’infanzia di Cristo, l’universalità era ormai un dato acquisito.

 

I Magi sono il segno che Dio è Padre di tutti, ama tutti senza distinzione.

Allora il cristiano non può essere razzista. Non può appoggiare i Programmi di coloro che, in nome della tradizione, dell’ordine, della pulizia, e della difesa dei crocifissi e dei valori cattolici, seminano l’odio e si oppongono alla predicazione del vangelo che obbliga a prendersi cura dei poveri.

 

Allestire il presepe significa aderire al vangelo, al contrario non fate il presepe, perché direste una grande bugia e prendereste in giro il Signore, e poi da cristiani frustrati continueremo a parlare di luoghi comuni: il natale consumistico, il natale di una volta, quello si che era natale, mentre siamo noi, come Chiesa, che dobbiamo – con la vita – far parlare i segni che, ogni anno, la liturgia ci ripropone nel Tempo di Natale.

 

Auguro a tutti di vivere il Tempo di Natale nel Signore.

 

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