1 Gennaio 2012

da | Dic 31, 2011 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

1 Gennaio 2012 – Solennità della santa Madre di Dio

Il tempo sacramento dell’incontro con Dio

Di p. Giorgio Bontempi

È bene, prima di iniziare a trattare del tempo sacramento dell’incontro con Dio, chiarire che cosa s’intende con il termine sacramento.

 

Il vocabolo sacramento proviene dal latino sacramentum, che a sua volta deriva dal greco mysterion.

 

Mysterion si traduce con segno. Ogni segno è composto da un significante, che è la cosa materiale (es. l’uniforme) e dal significato (quello che significa l’uniforme). Infatti, quando un segno perde il suo significato, il significante non parla più.

 

Il tempo: il trascorrere delle ore, dei mesi e degli anni (questo è il significante), come vivo questo trascorrere è il significato che incide sulla vita quotidiana. Ecco perché il tempo diventa sacramento dell’incontro con Dio.

 

Al termine di ogni anno, possiamo chiederci in che modo il tempo, trascorso: è stato sacramento dell’incontro con Dio? La risposta si esprime nel modo in cui noi viviamo il tempo.

Infatti se al 31 dicembre ci stordiremo nei festeggiamenti, questo atteggiamento dimostra la paura della morte, la preoccupazione dell’essere più vecchi di un anno,…questo non è un atteggiamento cristiano!!

Si tratta del timore di colui che, in fondo al cuore non crede alla risurrezione di Cristo, all’incontro del risorto nel volto dei fratelli e quindi, per lui la vita è una: quella che si vive su questa terra!

Gli atteggiamenti di coloro che non credono che la vita non è tolta ma trasformata (dal Prefazio dei defunti) cercano la vana gloria, si preoccupano di conservare la fama, di ottenere i primi posti.

 

Invece coloro che vivono il tempo come sacramento dell’incontro con Dio, si preoccupano principalmente di compiere la volontà del Padre. Questa volontà la ritroviamo attuata nel vangelo, nella vicenda di Gesù di Nazareth. Egli visse la vita delle persone qualsiasi per trent’anni nella regione malfamata qual’era la Galilea e, in questa, nel paese di cui si diceva che da Nazareth non potrà mai uscire nulla di buono.

Gesù iniziò la sua predicazione prediligendo le categorie emarginate nel popolo ebraico: pastori, pescatori, esattori delle tasse, prostitute, non ebrei,ecc….

Gesù fu disprezzato, ritenuto un poco furbo, fu processato e ucciso – tramite la morte infame – dai prudenti e dai diplomatici, da coloro che sanno stare dalla parte dei più forti in ogni situazione.

 

Gesù destabilizzo le sicurezze dei vincenti che lo ritennero un perdente, ma essi avevano paura, la paura di coloro che possono soltanto contare su questa vita….

 

Il tempo consacrato alla ricerca della verità, all’assistenza di coloro che non hanno voce, che non contano e per questo subiscono le violenze dei “potenti” di coloro che all’esterno sembrano persone per bene, ma all’interno sono sepolcri imbiancati; il tempo consacrato all’ascolto della Parola, alla celebrazione della liturgia che ci ricorda la coerenza della vita; il tempo vissuto nel silenzio di Dio, che parla in mille modi; il tempo in cui sappiamo occupare l’ultimo posto, perché il primo è quello di Cristo è il tempo dell’incontro con Dio.

 

La gloria di Dio è l’uomo vivente.

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