XXXII Domenica del Tempo Ordinario A

da | Nov 5, 2011 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

XXXII Domenica del Tempo Ordinario A

Di p. Giorgio Bontempi c.m.

Sapienza 6,12 – 16

Dal Salmo 62

1Tessalonicesi 4,13 – 18

Matteo 25,1 – 13

 

 

Lectio

La prima generazione cristiana – quella che ha vissuto dalla morte e risurrezione del Signore, fino agli anni 100/120, in cui si data il termine della redazione dell’opera giovannea [vangelo, lettere e apocalisse]) era fermamente convinta che il Signore tornasse dalla gloria in capo alla loro generazione e quindi terminasse il mondo.

Per questo motivo l’attesa di questo ritorno era molto fervida. In questo contesto va letto il vangelo di questa domenica.

Siano nel quadro di un matrimonio ebraico, in cui era usanza che dieci ragazze attendessero lo sposo per condurlo solennemente nella sua casa. Ora, dobbiamo sapere che i festeggiamenti per un matrimonio, al tempo di Gesù, duravano una settimana, ininterrottamente. Durante questo tempo le famiglie degli sposi dovevano dare cibo e bevande a tutti quelli che si presentavano: ecco perché si poteva anche rimanere senza vino!

In questo contesto s’inserisce l’attesa dello sposo. Lo sposo è figura di Cristo, la vera sapienza; le cinque ragazze prudenti sono figura della chiesa pronta ad accogliere il suo sposo e le cinque stolte sono immagine del popolo ebraico, specialmente dei suoi capi, che lo hanno rifiutato ed ucciso.

 

 

Meditatio

Tra due domeniche terminerà il Tempo Ordinario e inizierà il nuovo anno liturgico 2011 – 2012. Il Tempo di Avvento è caratterizzato dalla vigilanza.

Questa domenica è in un certo senso un’anticipazione del prossimo avvento.

Ma la vigilanza è quotidiana per il cristiano: il Signore viene, ogni giorno, nel volto dei fratelli, specialmente nei poveri ed in quelli che soffrono ingiustizie ed abusi di ogni tipo.

Chiediamoci in che misura siamo vigilanti.

Oppure, in che misura giochiamo ad essere vigilanti. Cioè siamo pronti a parlare di Cristo, a pregare, bene, a far incontri di catechesi ed quant’altro….ma tutto questo è per arricchire la nostra fama e non per arricchire di fronte a Dio. Perché non vediamo il Signore che ci viene incontro nel volto del sofferente, di colui che non ha voce, del fratello in difficoltà che dovrebbe essere curato, ma che viene lasciato a se stesso….

Preghiamo perché lo Spirito ci conceda di vedere e accogliere il Signore.

Buona domenica.

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