“La crisi la paghiamo tutti, ma non c’è dubbio che avrà un riflesso sui bambini e gli adolescenti. Stiamo ipotecando il futuro dei ragazzi”: Unicef Italia chiede che “chiunque resti o arrivi al governo ci porti fuori da questa situazione difficile”. “Bisogna porre il tema in maniera molto più forte di quanto si è fatto in passato”, ha detto il presidente del comitato italiano, Vincenzo Spadafora.
La povertà dei minori è in aumento anche nel breve periodo, osserva l’Unicef, che ha posto la questione nel seminario “La crisi la pagano i bambini?”. Nell’arco di soli tre anni, dal 2007 al 2010, – calcola l’Istat – i bambini che vivono in famiglie relativamente povere sono passati da 1.655.000 a 1.876.000 (18,2%), quelli che vivono in povertà assoluta aumentati da 482 mila a 653 mila (il 6,3%). Risultato: mediamente un bambino su quattro vive o rischia un condizione di povertà, in famiglie che del tutto o in parte non sono in grado di acquisire “beni essenziali” (nel paniere Istat dei consumi) come abbigliamento o libri.
“Abbiamo visto un crescente disinteresse e la mancanza di fondi capaci di cambiare la rotta”, ha sottolineato Spadafora: “Anche sui territori dove ci sono Comuni virtuosi non si ottengono risultati. I progetti non vengono finanziato per i tagli che sono stati fatti, soprattutto agli Enti locali”.
Il comitato Onu sui diritti dell’Infanzia nelle ultime osservazioni sul nostro Paese ha sollecitato lo Stato ad intensificare il suo impegno con “una revisione sistematica di programmi e politiche” e “aumentando il sostegno finanziario a favore delle famiglie a basso reddito con figli, assicurando che sia esteso anche alle famiglie straniere”.
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