XXVI domenica del Tempo Ordinario A

da | Set 24, 2011 | La Parola per la Chiesa | 1 commento

XXVI domenica del Tempo Ordinario A

Di p. Giorgio Bontempi c.m.

Ezechiele 18, 25 – 28

Dal Salmo 24

Filippesi 2,1 – 11

Matteo 21, 28 – 32

 

 

Lectio

Il vangelo di Matteo, insieme a quello di Giovanni, è molto più polemico dei vangeli di Marco e di Luca, nei confronti dei capi del popolo ebraico del tempo di Cristo.

Il brano in questioni giudica il modo “pesante” i principi dei sacerdoti del tempio e gli anziani del popolo.

Questi si ritenevano giusti davanti a Dio, perché osservavano la Legge, ma Gesù fa osservare loro che erano dei meri esecutori, cioè persone che eseguivano ordini, che seguivano una tradizione che aveva preso, nel loro cuore, il posto di Dio. La conseguenza era che non erano più in grado di cogliere il volere del Padre, che era venuto incontro a loro nella persona di Gesù di Nazareth. Questa incapacità di comprendere la volontà di Dio è riportata anche dal brano della prima lettura, tratto dal profeta Ezechiele.

 

Meditatio

Anche oggi – tra i cristiani – troviamo persone incapaci di compiere la volontà del Padre, perché bloccati da tradizioni, che loro chiamano la Tradizione.

La Tradizione è quella che la chiesa ha vissuto nei primi quattro secoli della sua storia, tutto il resto sono le tradizioni, che si sono accumulate lungo i secoli.

Il vangelo intende far meditare sul fatto che, ciò che conta, è compiere la volontà del Padre e, per fare ciò, è necessario essere aperti alla voce dello Spirito.

Al tempo di Gesù i pubblicani e le prostitute erano ritenuti grandi peccatori, persone che Dio rifiutava. Il vangelo ci mostra come il bene, l’accoglienza possa nascere nel cuore di tutti.

Infine è bene anche riflettere che non bisogna costruirsi degli schemi sulle persone, sia in positivo, che in negativo: una persona si è costruita la fama di essere “brava” e “spirituale”, per cui tutto va sempre bene, altri invece, che non hanno tale fama, non sono considerati….

Il vangelo vuole far meditare sul fatto che il cristiano non deve giudicare con schemi fissi.

Se Gesù lo avesse fatto avrebbe esaltato scrivi e farisei e condannato pubblicani e prostitute, come spesso facciamo noi…..

 

Buona domenica.

 

 

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1 commento

  1. Marinella

    Di fronte a queste distorsioni è saggio chiedersi se abbiamo ben capito la differenza che c’è tra la tradizione Cristiana e le tradizioni che sarebbe giusto chiamare abitudini personali o comunitarie che possono anche essere lecite ma non sono indispensabili per una formazione della coscenza Cristiana,la prima credo che sia legata all’insegnamento di Gesù Cristo trasmessa dalla Chiesa a noi tramite gli Apostoli, Parola universale che se prima incarnata comunica e trasmette la Parola della Sapienza la cui conoscenza è data dallo Spirito agli uomini spirituali,non dovremmo (io per prima) mai discriminare nessuno,e appicciccare delle eticcchette sulle persone meno fortunate di noi,ogni sofferenza è degna di essere rispettata e soccorsa, chissà queste persone quale fondo di sofferenza hanno nel cuore che non riescono a superare, e non trovano solidarietà la dove sperano di trovarla,e il più delle volte con l’emarginazione a farli sentire irrecuperabili ed esclusi dall’amore di Dio sono gli apparenti “bravi”i bigottoni/e meticolosi osservatori delle leggi regole e regolette ormai superate,persone che come secoli fa non hanno ancora accettato che Gesù è venuto nel mondo non per abolire le leggi ma portarle a compimento per salvare i peccatori con un’unica legge la legge dell’Amore,e non per premiare i presunti giusti( ammettendo che ce ne fossero allora e ancora adesso,ma concedo il beneficio del dubbio!)Purtroppo ancora oggi prevale la mentalità dell’apparire bravi e dell’essere per essere di più,e il di più è il perbenismo, l’apparire,il rispetto umano ecc ecc tutte cose che non sono confacenti con il Dio di Gesù Cristo,c’è una bella discrepanza tra l’annuncio del Vangelo l’ascolto e la coerenza della vita vissuta e tutto a discapito della vera Sostanza,questo non aiuta chi veramente vorrebbe trasmettere con la semplicità della vita il vero volto del messaggio Cristiano , e cioè che la vita Cristiana per essenza è comunitaria ma se non accogliamo e custodiamo nel cuore il dono dello Spirito Santo come pensiamo di essere veritieri e testimoniare che la vita Cristiana è anche comunicativa?
    Buona Domenica

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