XXV Domenica del Tempo Ordinario A

da | Set 17, 2011 | La Parola per la Chiesa | 2 commenti

XXV Domenica del Tempo Ordinario A
Di p. Giorgio Bontempi c.m.
Isaia 55, 6 – 9
Dal Salmo 144
Filippesi 1,20c – 27a
Matteo 20, 1 – 16°

Lectio

L’immagine della vigna può essere attribuita alla Chiesa e al popolo eletto: Israele.
L’autore del vangelo di Matteo sottolinea, che lavorare nella vigna è un onore. L’operaio dev’essere contento, deve ritenersi fortunato di essere stato scelto per lavorare in favore della chiesa e del popolo eletto. Più tempo si spende in tale servizio più la gioia aumenta.
Il vangelo sottolinea che questa logica non è stata compresa da Israele, che si riteneva ed in un certo senso era, il popolo eletto, mentre gli altri, i pagani, quelli ritenuti dagli Ebrei del tempo di Gesù un secondo prodotto dell’umanità, hanno compreso e accettato la predicazione di Gesù e dei suoi apostoli. Ecco perché i primi sono diventati ultimi e gli ultimi i primi.

La logica del vangelo si trova anche nelle parole del profeta, riportate nella prima lettura. L’apostolo Paolo vive la logica evangelica fino all’estremo: non c’è vita che abbia senso lontano da Cristo, perché la felicità dell’uomo è nel compiere la volontà di Dio.

Meditatio

In questi giorni, a causa di alcuni eventi che sono accaduti, la mia meditazione verte proprio su questo punto: i primi saranno ultimi e gli ultimi i primi.
Certo non è facile digerire questo. Anche perché, in tutti gli ambienti – alle volte compresa anche la Chiesa – si nota come gli ultimi rimangono ultimi e i primi – con imbrogli vari – rimangono i primi.
Anche la legge può essere di grande aiuto, per schiacciare gli ultimi. E allora?
Una logica comune direbbe: il vangelo è pura fantasia, è inattuabile e poi, quando si vede che la logica del predominio, della truffa è adottata anche da coloro che dovrebbero essere i pastori nella chiesa, è chiaro che Cristo si è sbagliato.

Invece Cristo non si è sbagliato: se leggiamo quello che sant’Agostino scrive ai preti e ai vescovi del suo tempo, potremo notare come, in ogni epoca della Chiesa ci siano stati pastori santi e pastori indegni di questo nome.
Ma perché Agostino scriveva così ai pastori ed è rimasto al suo posto? Perché Agostino aveva incontrato il Cristo Risorto: egli si riteneva fortunato di essere cristiano e di servire la Chiesa come vescovo e che vescovo!! Non era certo un cane al guinzaglio, come non lo era  stato il suo maestro Ambrogio!
Agostino era un cristiano che non aveva paura della verità e di soffrire per essa, perché questo era un onore: era servire il Signore.

Gli altri, quelli che hanno la maschera, che si preoccupano di salvare la fama, che sono al guinzaglio del padrone del momento, che hanno imparato la poesia a memoria, imbrogliando gli sprovveduti che li scambiano per uomini di Dio, cercano la ricompensa, perché il lavorare nella vigna è pesante, perché sanno – nel loro cuore – di essere fuori posto e è per questo che hanno il terrore di essere ultimi, perché non reggerebbero il peso della croce, dell’umiliazione, del dolore. Questo è di coloro che hanno incontrato il risorto e che sanno, per esperienza, che l’ultimo posto è quello di Cristo. Auguro a tutti di avere il discernimento dello Spirito Santo, per “vedere” le vere guide spirituali e seguirle.
Buona domenica.

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2 Commenti

  1. Marinella

    mi aiutano a vedere la realtà con occhi diversi,infatti se ci dovesssimo fermare solo alle apparenze che fede sarebbe la nostra?il maestro rimane sempre e comunque lo Spirito Santo,purtroppo è chiaro che sono troppi quelli che lo hanno relegato nel dimenticatoio, troppo presi dall’affanno di fare carriera,e per fare carriera bisogna piacere di più agli uomini,Dio ce ne scampi di seguire certi personaggi che col pretesto di servire la chiesa fanno cadere ai loro piedi le anime più deboli riducendole schiave del prestigio,e della vanagloria, da che mondo e mondo la lusinga ha sempre aperto la strada alla vanità e il più delle volte viene praticata con consapevolezza e con pericoloso contaggio!meglio stare sempre all’ultimo posto, Maria la Madre di Gesù ce lo ha insegnato con Sua vita, ai piedi della Croce dove è nata la Chiesa,e nel cenacolo dove “assidui”stavano in preghiera anche gli apostoli in attesa della venuta dello Spirito Santo,ecco perchè se sono pochi oggi quelli ……..che riescono a “vedere”la Luce del Cristo Risorto è perchè la cercano altrove.
    Buona domenica

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  2. Marinella

    un semplice grazie,p Giorgio le confesso che le sue meditazioni

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