Assunzione della Beata Vergine Maria
Solennità
Di p. Giorgio Bontempi c.m.
MESSA DEL GIORNO
Apocalisse11,19a; 12,1 – 6a.10b
Dal Salmo 44
1Corinzi 15,20 – 27a
Luca 1,39 – 56
Lectio
La Beata Vergine Maria è segno della Chiesa che, in periodo di persecuzione, riesce ad essere fedele al suo Signore grazie allo Spirito Santo che la conduce (1 lettura).
È bene anche ricordare che il libro dell’Apocalisse (= rivelazione) è stato redatto tra il 100 e il 120 dC, a Roma, durante la persecuzione dei cristiani da parte dell’imperatore. Il suo scopo è quello di dimostrare che, nonostante il pericolo delle torture, gli abbandoni di alcuni cristiani deboli (= lapsi), le condanne a morte, la comunità è fondata sulla roccia che è Cristo e condotta nella storia dallo Spirito Santo. Per cui, nulla e nessuno riuscirà a distruggere la Chiesa. Il linguaggio con cui è scritto il libro del’Apocalisse ha lo scopo di tener nascosto alla polizia dell’impero, il suo preciso significato.
L’Apocalisse non è il libro dei misteri occulti. Non è il libro che profetizza una fine del mondo tragica e devastante. Stiamo sereni!
Tornado alla solennità odierna, Maria è segno della Chiesa che si prende cura di coloro che sono nel bisogno e lo fa “subito”. Andare verso al montagna è sinonimo di rispondere alla chiamata del Signore.
Maria è modello del cristiano che ascolta la parola di Dio, la medita nel proprio cuore e la mette in pratica nella carità.
Maria è modello del cristiano che ha compreso che la vita non è tolta ma trasformata e che la cosa più importante della vita è andare in Paradiso.
Meditatio
Nel 1950 è stato definito il dogma dell’Assunta: Maria è assunta in cielo in anima e corpo.
Che cosa significa? Che in paradiso c’è il corpo umano della Vergine Maria? Ma quale corpo? Quello che aveva quando è morta? Perché la Madonna è morta come tutti noi. Oppure un corpo metà umano e metà spirituale? Nulla di tutto questo.
Il linguaggio con cui è stato definito il dogma dell’Assunta, riflette una problematica lontana dalla nostra cultura, ma presente nell’impero romano. Allora si credeva nell’esistenza degli dei che, dall’olimpo, montagna mitologica in cui risiedevano, scendevano sulla terra e di prendevano giuoco degli uomini, che gli adoravano.
Ora era molto facile che, quando i cristiani annunciarono la risurrezione del Signore, i loro contemporanei capissero che il Cristo fosse simile ad uno dei loro dei. Per scongiurare tale pericolo, l’annuncio cristiano della risurrezione precisò risorto in anima e corpo, che voleva intendere, non che in paradiso ci fosse il corpo umano di Gesù, ma che il risorto era colui che è stato crocifisso: la stessa persona. Quindi Gesù non aveva nulla a che fare con gli dei.
Questo discorso vale anche per la Vergine Maria: in paradiso c’è la stessa persona che visse a Nazareth, che stette vicino a Gesù e non un fantasma o quant’altro s’intenda.
Per esprimere meglio questa realtà, sempre però con un linguaggio che non ha alcuna pretesa esaustiva, si parla di corpo glorioso. Un modo di esprimere che è la stessa persona che visse sulla terra e che ora si trova nella perfezione di Dio, a vivere la vita che ha sempre sognato.
Anche i nostri cari sono nella stessa situazione della vergine Maria e, quando andremo in paradiso, li rincontreremo. Essi ci vedono e hanno già ottenuto tutte le risposte; stanno vivendo nell’amore infinito del Padre.
Buona festa.
0 commenti