XVII domenica del Tempo Ordinario A

da | Lug 23, 2011 | La Parola per la Chiesa | 1 commento

XVII domenica del Tempo Ordinario A
Di p. Giorgio Bontempi c.m.
1Re 3,5.7 – 12
Dal Salmo 118
Romani 8,28 – 30
Matteo 13, 44 – 52
Lectio

L’autore del vangelo di Matteo continua il discorso parabolico con altre similitudini, per esporre la realtà del Regno. Il Regno è Gesù Cristo che si esprime nel suo vangelo.
L’uomo nuovo è colui che ha scoperto il tesoro, la perla, che ha tirato a riva la rete.
Infatti il cristiano è il vero sapiente, colui che – come Salomone – chiede ogni giorno al Signore di compiere la Sua volontà. Solo la volontà del Padre è la vera sapienza perché conduce il cristiano a vedere il creato ed i fratelli con gli occhi di Dio.

Meditatio

Qual’è la vera sapienza? Noi sappiamo, come ho esposto nella lectio che è Gesù Cristo, ma sappiamo anche quanto è difficile perseguirla, perché nella nostra vita si affacciano altre sapienze.
Queste altre sapienze possono assumere volti diversi, alle volte si possono addirittura confondere con la vera sapienza di cui parla il vangelo.
Pensiamo alla prudenza. La prudenza è una virtù. Una virtù che ci aiuta a non parlare perché si ha la lingua in bocca, oppure per gelosia o per altri problemi che ci portiamo dentro: ad esempio, ci sono persone che aggrediscono gli altri, quando viene loro chiesto qualcosa o il perché di un loro atteggiamento. Ad esempio, nelle comunità religiose spesso hanno questo atteggiamento coloro che sulla carta appartengono alla congregazione, ma di fatto vivono al di fuori di questa: non abitano con i fratelli o le sorelle, quindi non partecipano alla loro vita di preghiera e di comunità, al massimo possono essere obbligati ad un pasto quotidiano, che consumano forzatamente e quindi hanno dentro l’astio di coloro che sono fuori posto nella Chiesa…avrei potuto fare altri esempi, ho fatto questo perché vivendo in una comunità religiosa è quello che conosco meglio.
C’è un altro caso di falsa prudenza: è quello delle persone che – di fronte ai problemi – non cercano di risolverli e, trascinano situazioni pesanti, costringendo gli altri a portarne il peso. Questa non è vera prudenza, ma è vigliaccheria.
La vera sapienza non ha nulla a che spartire con questi atteggiamenti, perché il vero sapiente è colui che ha trovato il tesoro nel campo, ha incontrato il risorto è quindi non deve difendere più nulla: fama, reputazione, posto acquisito ecc…ma interessa soltanto compiere la volontà del Padre, farsi trovare dalla verità che è Cristo.
Il vero sapiente è l’uomo libero, il cristiano, colui che non sarà mai un cane al guinzaglio di nessun padrone, sia autorità civile che religiosa.

Buona domenica

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1 commento

  1. Marinella

    Bravo p Giorgio, partecipare alle sue meditazioni è sempre piacevole,è incoraggiante, ammiro la sua franchezza,la gente oggi più che mai ha bisogno di persone che abbiano il coraggio di dire le cose come stanno senza nascondersi dietro ai veli del perbenismo,o delle false ideologie concepite e nutrite da indottrinamenti comunelle e servilismi vari e repentini che non hanno niente a che vedere con la Religione e non aiutano a crescere nella Verità,nè a migliorare la qualità della vita di tutti i giorni, dove c’è una grande confusione, la comunella ha preso il posto della Comunione la dottrina è sostituita dall’indottrinamento con le parole e con i fatti!Tutto questo non ha ragione di esistere all’interno della Chiesa dove ciascuno ha liberamente scelto di servire il Signore, Con questo non voglio generalizzare,non si può fare di tutta l’erba un fascio ,ma con tante fascine si può fare un bel falò! dal posto in basso dove sto vedo che tutti abbiamo qualcosa da imparare e qualcosa da insegnare, ma molti sono gli intelligenti che hanno la pretesa di avere la Verità in tasca,e guai se osi metterti in discussione e affrontare a viso aperto certi argomenti,la correzione fraterna non esiste più o perlomeno i burberi (i cani a guinzaglio)sembra la subiscono come punizione,quando invece riguarda noi (cristiani ridotti poichè laici) la dobbiamo accettare come correzione misericordiosa,cosi per loro il Pane è sempre fresco,per noi il pane è sempre duro!il pane duro va bene per i conigli i polli e i cani a guinzaglio.La gente per sentirsi amata ha bisogno di fatti concreti,di veri rapporti sinceri e limpidi di fratellanza che esprimono nel limite del possibile il riflesso dell’Amore di Dio altrimenti si corre il rischio di scadere in un accatonaggio spirituale,una sorta di pensionati della fede,di proclammi e carta patinata ne abbiamo avuto abbastanza,adesso sarebbe ora di cominciare a credere che tutte le volte che ci adoperiamo per placare le prove degli altri,è il Cristo,il Risorto che noi incontriamo,lo ha detto proprio Lui.”ciò che fate al più piccolo dei miei fratelli,e a me che lo fate” e cosi sia!Sia lodado Gesù Cristo.

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