XVI domenica del Tempo Ordinario A
Di p. Giorgio Bontempi c.m.
Sapienza 12,13.16 – 19
Dal salmo 85
Romani 8,26 – 27
Matteo 13,24 – 43
Lectio
Nella domenica precedente, abbiamo meditato su l’essere terreno buono, cioè uditori della Parola, buoni discepoli. I n questa domenica, l’autore del vangelo di Matteo ricorda che il cristiano dev’essere fermento per mezzo del quale lo Spirito fa crescere il Regno di Dio. I risultati sono nelle mani di Dio che, tramite i suoi disegni, tutto governa e porta a compimento. Può accadere, come ai giudei della diaspora (quelli che vivevano fuori dalla Palestina) di non capire l’atteggiamento paziente di Dio nei confronti del male, ma il cristiano uditore della Parola, sa che deve fidarsi di Dio. Non avrebbe senso nulla al di fuori di tale fiducia. Anche la seconda lettura rincuora i cristiani ricordando loro che colui che governa la chiesa e la storia è lo Spirito Santo.
Meditatio
La parabola della zizzania è molto attuale nel momento ecclesiale che stiamo vivendo.
Sulla rivista teologica Il Regno n° 10 del 2011 è apparso un articolo intitolato Indietro a piccoli passi. Istruzione applicativa della Summorum pontificum. Riguarda l’azione, che da qualche anno è messa in atto, contro l’ecclesiologia del Vaticano II°, che si esprime tramite la liturgia. Lo scopo è riportare i laici ad essere meri esecutori degli ordini della gerarchia e le donne ad essere nessuno.
Inoltre nomine ad alti livelli che hanno lasciato molto perplessi coloro che si adoperano affinché i documenti del Concilio siamo posti in atto in una Chiesa che, come scrive l’Apostolo Paolo, è costituita dai battezzati e ognuno la serve secondo la chiamata ricevuta dallo Spirito Santo, ecco perché il grande Agostino affermava:«con voi sono cristiano, per voi sono vescovo».
Qualche cristiano mi ha detto ultimamente: « ma lo Spirito Santo dov’era?», si tratta di una persona molto preoccupata per il futuro della sua diocesi, che è la più grande d’Europa. Le ho detto che lo Spirito agirà senz’altro e che a noi è chiesto anche se con sofferenza di essere fedeli al Concilio e difendere e difenderci da quei cristiani che sant’Ambrogio definiva cani al guinzaglio e che io definirei anche polli a cui interessa soltanto avere il becchime.
Stimo sereni. Buona domenica.
Cito le parole di San Vincenzo de Paoli: l’orazione è il cibo dell’anima…..Chi si ccontentasse di pranzare ogni tre o quattro giorni,s’indebolirebbe tosto e correrebbe pericolo di morire o, vivendo,sarebbe fiacco,incapace di un’utile funzione,carcassa senza forza nè vigore,cosi l’anima che non si nutre con l’orazione,o non la fa che raramente diverrà tiepida, fiacca, senza coraggio nè virtù,noiosa agli altri e insopportabile a se stessa.
Stiamo sereni
“Ubi Maior minor cessat”
Buona Domenica!