XIV Domenica del Tempo Ordinario A

da | Lug 2, 2011 | La Parola per la Chiesa | 1 commento

XIV Domenica del Tempo Ordinario A

Di P. Giorgio Bontempi c.m.
Zaccaria, 9,9 – 10

Salmo 144

Romani 8,9.11 – 13

Matteo 11,25 – 30

Lectio

Nel linguaggio evangelico piccolo non indica esclusivamente il bambino ma, indica specialmente, la persona che – all’interno della società ebraica – non aveva alcuna dignità.

I piccoli – secondo gli ebrei del tempo di Gesù – erano: tutti coloro che si dedicavano all’attività di pastore, di pescatore, perché – avendo a che fare con gli animali, erano considerati impuri, perché tale contatto era contro la legge di Mosè. Inoltre erano considerati piccoli, gli esattori delle tasse (= pubblicani), perché venivano a contatto con il denaro toccato dai romani (= pagani) e questo trasmetteva il peccato; prostitute, donne e bambini, che erano considerati nullità a livello civile.

Ora queste categorie, scartate dai puri, scribi farisei e dottori della legge, accolgono Gesù di Nazareth che i primi rifiutano e crocifiggono, perché le loro sicurezze non permettevano loro di cambiare.

Gli ultimi diventano i primi, perché appartengono al nuovo popolo dei redenti (2 lettura) perché hanno accolto il Messia atteso dai profeti ed hanno costituita la nuova comunità (1 lettura).

Meditatio

Spesso, il pio cattolico ha attribuito alla parola piccolo, all’interno del testo evangelico, elusivamente il significato di bambino. Questo fraintendimento ha portato a camminare su strade che non conducevano ad alcuna meta. Infatti Gesù diventava un bambinaio, rappresentava il cattolico buono, obbediente, senza idee. Il cattolico somigliante ai polli per i quali l’importante è avere il becchime per mangiare, il resto non conta. Questo non è amare la Chiesa!

Invece se attribuiamo al vocabolo piccolo il suo vero significato: quello espresso nella Lectio, le cose cambiano radicalmente.

Cristo si è contornato degli ultimi in Israele, ha predicato in maniera comprensibile per i suoi contemporanei. Si è preso cura di coloro che erano nella sofferenza. Certo questo è costato a lui la morte ignominiosa, ma ciò che contava era compiere la volontà del Padre: dire all’umanità che Dio ama di amore infinito tutti e c’invita a fare altrettanto, nonostante i nostri limiti, perché la vita umana è relativa alla vita eterna.

Amare la Chiesa non significa obbedire e tacere, ma prendere parte attiva in essa e essere anche disposti a pagare di persona. Il cristiano non dev’essere un pollo in cerca del becchime o una canna sbattuta dal vento, ma una persona che ragiona con il cervello che il Padre gli ha donato con tanto amore.

Buona domenica.

1 commento

  1. Marinella

    Carissimo p Bontempi,come sempre mi trovo daccordo con lei ,la sua riflessione la sento forte e chiara,il Cristiano di fatto non dovrebbe perdere tempo accontentandosi di vivere per mangiare ciò che le capita ,come dice lei”un pollo in cerca del becchime” infatti il pollo tace obbedisce mangia,non ha altro scopo nella vita se non quello di vivere per mangiare,non avendo l’uso della ragione aimè non sa che poi finisce per essere mangiato!per il Cristiano non è cosi,il cristiano è stato dotato dell’uso della ragione e sa che si deve nutrire di una buona dose di buon Senso ,tacere non è sempre segno di obbedienza o di affidamento a Dio,il più delle volte il silenzio è dettato da una subdola furbizia che maschera la paura di schierarsi dalla parte dei piccoli,dei deboli,persone che hanno paura di perdere la faccia e in alcuni casi anche la prospettiva di giocarsi la carriera,e si la diplomazia aiuta a far carriera,la franchezza invece rende impopolari,per le persone franche è riservato un posto speciale l’emarginazione, il prezzo da pagare è alto quando non si ha la paura di pagare di persona per servire il Signore nella Persona dei meno fortunati i piccoli del Vangelo i prediletti di Gesù quelli che oggi sono ritenuti lo scarto della società,se capissimo fino in fondo di quanta Grazia ci colma il Signore che nella Persona dei poveri è Lui Personalmente che si rivolge a noi concedendoci la gioia dell’incontro con Lui,Lui che ci ha donato tutto ancora e sempre si abbassa a noi nonostante le nostre infedeltà,personalmente questo mi spinge ad essere fiera di essere antipatica al mondo per amore di Gesù al servizio della Giustizia e della Carità ,sopratutto nei confronti dei tanti crocifissi che pur avendo sbagliato attendono da noi un aiuto per sollevare la loro croce da terra dove spesso vengono calestati anche dai benpensanti,speriamo con l’aiuto di Dio che sia questo il tempo di una rinnovata mentalità nella Chiesa dove il pregiudizio l’omertà l’opportunismo non hanno ragione di esistere.Per questo preghiamo e con un pò di buon senso nei limiti del possibile sforziamoci di essere nel mondo un riflesso dell’AMORE DI DIO.
    Il mondo è pieno di morti coscienti!
    Buon servizio p Bontempi,unita nella preghiera,Maria Madre e Modello d’Amore custodisca sempre le nostre famiglie.
    Marinella Corrias

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