ROMA. A Roma e nel Lazio esiste una grande emergenza abitativa. Lo sottolinea il “1° Rapporto sulla povertà a Roma e nel Lazio”, curato dalla Comunità di Sant’Egidio e presentato il 27 giugno presso la Sala del Tempio di Adriano, sede della Camera di Commercio di Roma.Dal rapporto emerge un record di sfratti, 1 famiglia su 191, per lo più per morosità, segno evidente di come molti romani non riescano più a far fronte alle spese di affitti saliti in pochi anni del 160% e che rendono la capitale per costo delle case in affitto, seconda solo a Venezia; maggior numero di famiglie in graduatoria per ottenere un alloggio di edilizia residenziale pubblica: 29.302.
Dal rapporto vengono fuori altri dati significativi: il più alto numero di cittadini in sofferenza bancaria (12,2% contro il 2,8% del dato nazionale); l’aumento percentuale più significativo di case sotto sequestro (pignorate) (18,1%); la crescita maggiore dello stock abitativo (1,4%, il doppio di Milano) benché detenga il record di case vuote (circa 50mila)”.
“In una città in cui è sostanzialmente impossibile trovare un alloggio a prezzi accessibili, si assiste ad un esodo dei romani verso la provincia nelle direttrici nord est o sud, portando alcuni comuni limitrofi ad un aumento progressivo e incontrollato del tasso di crescita e alla riemersione di insediamenti spontanei di baracche nella periferia cittadina, che ricordano la Roma degli anni Cinquanta, fino ai Settanta”, si legge nel Rapporto.
Per quanto riguarda gli homeless, le stime più recenti di Sant’Egidio parlano di “circa 6 mila persone senza dimora su tutto il territorio cittadino. Di questi trovano accoglienza presso centri di accoglienza notturna del Comune o di associazioni di volontariato circa 2.700 persone così divise: 1.500 presso parrocchie, associazioni di volontariato, religiosi; 1.200 presso centri convenzionati con il comune di Roma, di cui circa 600 attivi solo durante l’emergenza freddo”. Altre 2.300 persone, “non essendo sufficienti i posti presso i centri di accoglienza, dormono per strada o in rifugi di fortuna”. Infine, circa mille persone vivono in insediamenti spontanei nella periferia della città (escludendo gli zingari)”. Insieme a Milano e Napoli, Roma rappresenta “uno dei poli italiani di maggiore concentrazione di rom e sinti. Resta tuttavia una comunità mal conosciuta e pesantemente discriminata – osserva il Rapporto -. In anni recenti la città ne ha conosciuto volti nuovi, attraverso l’arrivo di gruppi di famiglie dai Balcani e dalla Romania, precariamente accolte in baraccopoli e campi”.
Fonte: Redattore sociale.
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