Ma continuano a essere il pilastro della rete di aiuto informale e dell’assistenza e cura di famiglia e anziani.
ROMA
Un pensionato su due percepisce importi inferiori ai 500 euro al mese. La percentuale sale al 61,3% se si tratta di donne (il 91,8% risulta sotto i 1.000 euro). E’ questo il quadro che emerge dal rapporto annuale dell’Inps.
Dalla distribuzione delle pensioni per classe di importo si osserva infatti che il 50,8% delle pensioni erogate appartiene alla classe più bassa, con importi inferiori ai 500 euro mensili. Questa quota sale al 79% se si considera la soglia dei 1.000 euro lordi mensili. L`11,1% presenta importi compresi tra i 1.000 e i 1.500 euro mensili e il 9,9% superiori ai 1.500 euro.
Emergono però notevoli differenze nella distribuzione degli importi tra i sessi. Il 61,3% delle pensioni erogate alle donne si situa al di sotto dei 500 euro mensili, a fronte del 36% per gli uomini. Nella classe di importo immediatamente successiva, da 500 a 1.000 euro mensili, continuano a prevalere le pensioni femminili con il 30,5% rispetto al 24,9% delle pensioni maschili.
Il trend si inverte nelle classi di importo più elevato, laddove le pensioni dei titolari maschi presentano pesi percentuali nettamente più significativi: il 18,9% tra i 1.000 e i 1.500 euro mensili (contro il 5,6% per le donne) e il 20,2% con importi superiori ai 1.500 euro mensili (a fronte di appena il 2,6% per le pensioni erogate alle donne).
Dallo stesso rapporto emerge anche che proprio le donne «continuano a essere il pilastro della rete di aiuto informale e dell’assistenza e cura, svolgendo in un anno 2,1 miliardi di ore di aiuto a componenti di altre famiglie, pari a due terzi del totale erogato». Cresce il numero dei bambini che vanno all’asilo nido e la cura e l’assistenza alle famiglie con anziani «viene fornita in prevalenza dalla rete informale (16,2% nel 2009, 17,7% nel 2003). Al contrario, nell’ultimo decennio il numero delle famiglie raggiunte dal settore pubblico e da quello privato è passato, rispettivamente, dal 3,5% al 7,9% e dal 10,5% al 14%». Nel 2008, inoltre, l’Italia ha impegnato il 27,8% del Pil per la protezione sociale, contro il 26,4% dell’Ue. In particolare, il 51,3% della spesa è stata assorbita dalle pensioni e quote «molto residuali e inferiori alla media Ue» è andata al sostegno delle famiglie (4,7%, 8,3% media ue), disoccupazione (1,9%, 5,2% paesi ue), contrasto povertà ed esclusione sociale (0,2%, 1,4% dell’ue), disabilità (5,9% contro 8,1%).
(Rapporto INPS presentato a Roma il 25 maggio 2011)
Fonte: www3.lastampa.it
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