di Maurizio Tortorella

Panorama, 6 maggio 2011

Dopo l’aggressione ai due carabinieri: che cosa pensano i genitori dei “bravi ragazzi” che di colpo uccidono? Ci sono i tormenti, certo, ma anche tante assoluzioni e giustificazioni.

Un giorno scopri che tuo figlio, il classico “bravo ragazzo” sui 18-20 anni, ha selvaggiamente picchiato uno sconosciuto che giace tra la vita e la morte in un letto d’ospedale.

Che cosa fai? Come reagisci, da genitore? Quale mare di sensazioni si mette a ondeggiare dentro di te? Queste domande sono inevitabili dopo la terribile aggressione avvenuta il 24 aprile a Sorano, nelle dolci campagne del Grossetano, dove tre ragazzi e una ragazza fra i 17 e i 19 anni sono usciti a notte fonda da un rave party, imbottiti di droga e alcol, e hanno quasi ucciso due carabinieri che avevano avuto la sfortunata idea di fermarli per accertamenti.
Dalle domande è partita l’inchiesta di copertina di Panorama: alla ricerca dei genitori di quei quattro e di altri giovani, finiti nel le più recenti pagine di cronaca per omicidi di selvaggia violenza, per aggressioni senza una vera giustificazione. Ci aspettavamo reazioni ben diverse da quelle che abbiamo incrociato. Sì, era prevedibile l’incredulità di fronte alla scoperta di avere accanto un figlio diverso da quel che hai sempre immaginato. Eravamo sicuri, però, che nei padri e nelle madri avremmo incontrato soprattutto la disperazione, i sensi di colpa, la spaventosa sensazione di avere sbagliato ogni cosa nella vita. Sbagliavamo.
La statistica che Panorama propone con questa storia di copertina, limitata ma di certo significativa, indica che il fenomeno emergente è tutt’altro. Di fronte alla violenza di un figlio, nelle famiglie italiane oggi c’è molta giustificazione, in casi estremi perfino il fiancheggiamento sempre e comunque, anche di fronte alla più sconfortante evidenza dei fatti e perfino dopo una condanna di tribunale. La responsabilità individuale è un concetto lontano mille miglia. La colpa è sempre altrui. Insomma, molti figli di papà troppo spesso diventano “delinquenti di mammà”.
La violenza giovanile, un tempo caratteristica della società americana, oggi è un fenomeno anche europeo: ogni giorno, in base a uno studio che l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato alla fine del 2010, nei paesi dell’Unione muoiono per l’aggressione di un coetaneo almeno 40 giovani tra i 14 e i 29 anni, quattro dei quali vittime di accoltellamenti. Si tratta di 15 mila morti ogni 12 mesi. Il fenomeno, particolarmente grave nei paesi dell’ex Unione Sovietica e nell’est del continente è in rapida crescita soprattutto in Italia, in Belgio, Lituania, Ungheria.
Cifre e tendenze sicuramente non stupiscono i frequentatori della materia. Quel che turba, invece, è l’impreparazione della famiglia. È vero, alla fine degli anni Sessanta e per tutto il decennio successivo la violenza giovanile è stata un esercizio frequente, nei licei e nelle università italiane. Ma quel che accade oggi è diverso. Non che fosse più giustificato quel tipo di aggressività “politica”, ci mancherebbe. Oggi, però, sembra che sia l’assenza di valori, di regole certe o di un insegnamento a scatenare la violenza: e proprio i genitori che tutto giustificano ne sono i veri responsabili. Assolvono e si autoassolvono. Droga, alcol e cattive compagnie, spesso, fanno soltanto da sfondo.

Reggio Emilia, 21 gennaio
Due sedicenni scappano di casa. Ritrovate, simulano di essere state stuprate tagliandosi i polsi e gettandosi del vino addosso.

Cremona, 26 gennaio
Un ragazzo di 20 anni e due minorenni vengono arrestati per violenza sessuale ai danni di due ragazze di 16 anni adescate su internet.

Tarquinia (Viterbo), 18 febbraio
Un diciassettenne fa irruzione in un bar con pistola e pugnale e tenta una rapina. Spiegherà dopo: “Mi annoiavo”.

Vicenza, 19 febbraio
Vengono fermati due minorenni di Bassano del Grappa: hanno compiuto varie rapine e ripetute estorsioni ai danni di alcuni coetanei.

Grosseto, 4 marzo
Tre giovani tra 19 e 21 anni pestano a sangue un ragazzo di 16: è responsabile solo di averli guardati mentre gli passavano accanto.

Roma, 9 marzo
Due ragazzi di 14 anni e uno di 13 vengono bloccati dalla polizia perché responsabili di gravi atti vandalici sui mezzi pubblici dell’Atac.

Napoli, 10 marzo
Due sedicenni insultano con frasi razziste una somala, la umiliano e l’aggrediscono. Poi le offrono 50 euro in cambio del silenzio.

Napoli, 10 aprile
Un branco di sette ragazzini di una scuola media di Marechiaro, a Posillipo, violenta un tredicenne durante una gita scolastica.

Barletta, 22 aprile
Un minorenne aggredisce un ragazzo di 22 anni, nel corso di una lite in strada per futili motivi, e lo ferisce alla schiena con un coltello.

Siracusa, 27 aprile
I carabinieri fermano tre minorenni per rissa, devastazione, violenza e saccheggio, dopo una lite in un locale notturno: 8 mila euro di danni.

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