CASERTA – 23 MAG – “La questione inerente il bene confiscato a Trentola Ducenta con la revoca del comodato d’uso alla compagnia dei Felicioni della comunità di Capodarco ha una valenza nazionale, ragione per la quale abbiamo interessato della questione l’Agenzia Nazionale dei beni confiscati, la prefettura di Caserta e la giunta regionale della Campania”.
Lo afferma il presidente della commissione regionale sui beni confiscati Antonio Amato che oggi ha scritto al direttore dell’Agenzia Mario Morcone, al prefetto di Caserta Ezio Monaco, al presidente della giunta Stefano Caldoro e al responsabile antiracket della Regione Franco Malvano per chiedere un approfondimento della vicenda, preannunciando per mercoledì. Un’apposita audizione della commissione, cui saranno invitati anche il sindaco di trentola Griffo, i responsabili nazionali e locali di Libera e dell’osservatorio provinciale di Caserta sui beni confiscati. “Quella avviata dalla comunità di Capodarco – scrive – è unanimemente riconosciuta come una delle migliori esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati avviate in Campania ed in Italia, tanto da essere inclusa e pubblicizzata anche dalla recente campagna di comunicazione promossa dalla Regione Campania. Sentirsi campani. Identità, sicurezza, inclusione”. “Al di là della revoca della proroga di concessione del comodato d’uso – prosegue Amato – e di quanto dichiarato poi dal sindaco Griffo, quello che ci preoccupa maggiormente sono le ultime righe della comunicazione ufficiale del primo cittadino, dove si legge che “si disdice il contratto di comodato d’uso gratuito per l’utilizzo sociale del bene stipulato in data 18/03/2002 e scadente in data 08/04/2011”. “Devo evidenziare – prosegue il presidente della commissione regionale – che, nella struttura, sono accolti, attraverso progetti concordati e sottoscritti con le autorità giudiziarie competenti, diversi minori a rischio”. “Nel disdire il comodato d’uso – sottolinea Amato – si metterebbero a rischio questi stessi progetti, e non solo questo avrebbe gravissime ripercussioni sulle azioni di sostegno ai minori interessati, ma, soprattutto, andrebbe gravemente a turbare l’erogazione di un servizio di pubblica necessità, e questo sembrerebbe configurare la violazione dell’art. 340 del codice penale. Inoltre, stante la vigente normativa sul riutilizzo dei beni confiscati ala criminalità organizzata, un comune, seppure assegnatario di un bene confiscato, ed anzi proprio a partire da questa ragione, non può modificare unilateralmente la destinazione d’uso dello stesso come invece sembrerebbe evincersi dalla comunicazione del sindaco nonché dalle dichiarazioni rese dallo stesso in questi ultimi giorni”. “Per questo – conclude Amato – presenterò un’interrogazione urgente e il primo giugno si terrà un’apposita audizione in commissione. Spero che il sindaco torni sulle sue decisioni, sinceramente incomprensibili, anche perché su questi temi, ed intorno a queste straordinarie esperienze, o si mostra unità d’intenti o si sta facendo un regalo alla criminalità organizzata”.
Fonte: www.casertasette.com
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