Venerdì santo

da | Apr 22, 2011 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Venerdì santo: nella passione del Signore.
di P. Giorgio Bontempi (CM)
La celebrazione liturgica della Passione del Signore, s’incentra su due poli: la proclamazione della Passione dal secondo Giovanni e l’adorazione della croce.

La proclamazione della passione.

La proclamazione della passione esalta il Signore Gesù che, a causa della sua predicazione, incentrata sull’amore del Padre verso l’umanità e sulla indissolubile unità tra il Figlio e il Padre, subisce il patibolo infame: la crocifissione.
Il processo di fronte a Pilato è la classica farsa il risultato di un complotto ai danni del giusto, di colui che sta tentando di sovvertire la logica del potere, dell’ipocrisia, della diplomazia.
I responsabili della morte di Gesù non sono i romani, che tra l’altro non sapevano nulla di lui, ma scribi, farisei e dottori della legge, che avrebbero dovuto essere i primi – data la loro preparazione biblico-teologica  – ad accogliere il messaggio evangelico.

Un altro personaggio appare nel racconto della passione: Ponzio Pilato, che era governatore in Siria Palestina. Egli è la figura dell’uomo debole, che i forti hanno posto al comando, per avere loro la situazione in mano. Ponzio Pilato è colui che si adatta alla situazione, che non rischia, che alza la voce con i deboli, ma tace con i forti. Egli, con diplomazia e per timore di essere accusato di fronte all’imperatore di tradimento, questo è il ricatto a cui i Giudei sottopongono Pilato, consegna Gesù perché fosse crocifisso.

Questa è una situazione che si ripete anche oggi: quanti per paura e per vigliaccheria fanno finta di non vedere i soprusi, le ingiustizie a cui vengono sottoposti i fratelli? Alcuni chiamano, specialmente nel nostro mondo cattolico, il silenzio colpevole, carità e prudenza, invece è paura ed ipocrisia!
A livello mondiale c’è lo sfruttamento a cui è sottoposto il terzo mondo da parte dell’occidente. Noi cristiani dobbiamo essere coscienza critica e denunciare queste situazioni. Altrimenti si ripete quello che accadde a Gesù nella sua passione e noi? Da che parte stiamo?

L’adorazione della croce

La croce è la gloria di Dio è il posto per eccellenza è la testimonianza del grande amore di Dio per l’uomo.
La croce però è anche l’ultimo posto, il posto del reietto del condannato a morte, di colui che è insultato, sbeffeggiato, oltraggiato dai suoi, non dai lontani, dai massoni e anticlericali, da i suoi coloro che avrebbero dovuto accoglierlo, capirlo per primi, ma….avevano le loro certezze, la loro fede granitica, il loro modello di Dio e…..allora non potevano rinunciare a quello che avevano sempre fatto e pensato…….diremmo oggi l’integralismo cattolico crocifiggerebbe ancora Gesù! Perché non sarebbe ritenuto di fede granitica, perché non condividerebbe il fatto che loro si ritengano i veri cristiani, la vera Chiesa. Non potrebbero essere d’accordo con Gesù quando afferma che siamo tutti fratelli amati dal Padre. Questi integralisti che si battono all’interno della Chiesa contro coloro che non sono, da loro, ritenuti ortodossi, che lavorano per tornare a prima del Concilio Vaticano II, che attuano una forte comunione tra di loro e un’altrettanto forte liberazione dagli atri….non possono accettare il Cristo del Vangelo: è uno scandalo…..quindi sia crocifisso nel volto del povero, dell’immigrato di colui che non vota come loro, che non la pensa come loro e quindi deve essere soppresso!!

Quando baceremo la croce pensiamo quali cristiani siamo: se con l’integralismo o con il vangelo.

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