Quinta domenica di Quaresima A

da | Apr 9, 2011 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Quinta domenica di Quaresima A

(domenica di Lazzaro)

Di p. Giorgio Bontempi c.m.

 

Ezechiele 37, 12 – 14

Salmo 129

Romani 8,8 – 11

Giovanni 11,1 – 45

Lectio

L’autore del brano evangelico, che ci viene proposto questa domenica, si pone una domanda fondamentale: chi può resuscitare un morto di quattro giorni? Solo Dio. Ora se Gesù di Nazareth ha risuscitato un morto dopo quattro giorni, significa che egli è Dio.

Perché si parla di quattro giorni? Perché nella cultura ebraica del tempo di Gesù, al quarto giorno lo spirito abbandonava il corpo e quindi non esisteva più alcuna possibilità di riportare alla vita colui che era morto.

La risurrezione di Lazzaro non è simile alla risurrezione di Cristo. Lazzaro ritorna alla vita umana, mentre il Cristo torna alla vita di Dio, rientra in paradiso dove condivide la gloria con il Padre e lo Spirito Santo. Si tratta di quella vita che ogni persona ha sempre sognato nel profondo del suo cuore, è quella vita che partecipano i nostri cari che sono entrati già in paradiso.

Le sorelle di Lazzaro rappresentano coloro che non hanno fatto ancora l’esperienza dell’incontro con il Risorto. Infine notiamo l’umanità di Gesù che si commuove di fronte alla tomba dell’amico Lazzaro. Egli infatti ha voluto condividere la natura umana con noi. Tertulliano afferma: caro salutis cardo (la carne è il cardine della salvezza).

Meditatio

Questa domenica mediteremo sulla risurrezione. Purtroppo oggi nelle catechesi e nelle omelie su questo tema, causa l’impreparazione teologica di una parte del clero, o si ripropone lo schema preconciliare……oppure non si tratta dei novissimi (= le cose ultime: morte, giudizio inferno e paradiso).

Eppure questo è un tema fondamentale. Noi dobbiamo essere sicuri che la vita non è tolta ma è trasformata. Noi dobbiamo essere sicuri che in paradiso vivremo quella vita che abbiamo sempre sognato. Il paradiso non è la noia della contemplazione di Dio, ma è una vita di rapporti tra fratelli, senza difetti, perché Dio ci dona la perfezione, una perfezione che rispetta l’individualità. Ognuno sarà se stesso, ci riconosceremo e ci vorremo bene alla maniera della santissima Trinità, cioè nel modo perfetto. Così vivono i nostri cari che non vediamo più perché sono in paradiso.

Quando terminerà la nostra vita ci troveremo di fronte al Padre, colui che ci vuol bene così come siamo. Gesù si è incarnato per annunciare questo vero volto di Dio. Di fronte al Padre ci renderemo conto dei nostri limiti e chiederemo perdono e il Padre ci donerà il Paradiso. È bello così! Annunciamo questo Dio che è amore.

Buona domenica e buona continuazione del cammino quaresimale.

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