Seconda domenica di Quaresima A

da | Mar 19, 2011 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Seconda domenica di Quaresima A
(domenica della Trasfigurazione)
Di p. Giorgio Bontempi c.m.

Genesi 12, 1 – 4a

Dal Salmo 32

2 Timoteo 1,8b – 10

Matteo 17,1 – 9

Lectio

La trasfigurazione è un anticipo della risurrezione. Il Signore porta alla presenza di Dio (= su un alto monte) Pietro Giacomo e Giovanni (= la comunità cristiana). L’immagine di Mosè ed Elia, rappresenta la Legge ed i Profeti: Gesù di Nazareth è il messia atteso, perché predetto dalle sacre scritture, colui che compie la volontà del Padre. Egli è il Figlio prediletto.
Purtroppo Pietro, Giacomo e Giovanni, che non avevano ancora fatto l’esperienza dell’incontro con il Risorto non comprendono la trasfigurazione del Signore.
Abramo è figura di Cristo (1 lettura) che esce dalla sua terra per compiere il volere di Dio. Invece la 2 Timoteo parla più esplicitamente della vocazione cristiana, che è la vocazione santa: si tratta della chiamata al battesimo, è rispondendo a questa chiamata che si sperimenta l’amore gratuito di Dio, verso di noi e verso l’umanità, nonostante i nostri limiti, quelli degli altri e il male che c’è nel mondo. Naturalmente, quando la seconda lettura parla della vocazione al battesimo, intende parlare di una persona adulta che ha compiuto il suo cammino di preparazione (alcuni anni) e, che nella grande veglia pasquale ha ricevuto l’illuminazione (così le comunità cristiane dei primi quattro secoli denominavano il battesimo).

Meditatio

La vocazione santa, non è la chiamata alla vita consacrata, termine quanto mai ambiguo, perché esiste una sola consacrazione (cfr. lettera agli Ebrei) che è quella battesimale, ma si tratta della chiamata al battesimo, ad entrare nella Chiesa, che è la comunità dei battezzati.
Come ho notato nella lectio, parliamo del battesimo ricevuto da adulti e non dei nostri battesimi ai neonati, spesso e volentieri celebrati con un rito strettamente privato e fuori dalla celebrazione eucaristica domenicale: questo è snaturare questo grande sacramento e ridurlo ad un semplice evento culturale!!!!!!!!!

Come possono incidere nella nostra gente queste celebrazioni, che si riducono ad un mero fatto emozionale?

Pensiamo invece ad un adulto che, dopo essersi sottoposto alla preparazione nella sua comunità parrocchiale o diocesana, nella grande veglia pasquale riceve il battesimo e quindi risponde alla chiamata alla vocazione santa…..
Questa persona sarà stata educata a lavorare con i fratelli all’interno della comunità parrocchiale e diocesana, nel ministro della carità, della catechesi, della liturgia, nel servizio alla chiesa che il Signore – tramite i maestri spirituali – le avrà conoscere (questa è quella che noi, erroneamente chiamiamo vocazione.., ma che è il servizio che un cristiano è chiamato a svolgere nella chiesa).
Si tratterà di un cristiano aperto, capace di scendere dal monte e, se sarà necessario, affrontare la sofferenza, per vivere lo spirito del Concilio Vaticano II e della Riforma Liturgica.

Non fabbricherà le tre tende in cui costruire il circolo degli eletti. Non cercherà di fare comunione con i suoi e attuare una liberazione dagli altri, perché costui avrà incontrato il Risorto e avrà fatto esperienza dell’amore gratuito del Padre verso ogni persona.

Buon proseguimento del cammino quaresimale.

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