IX Domenica del Tempo Ordinario A
Di p. Giorgio Bontempi c.m.
Deuteronomio 11,18.26 – 28.32
Salmo30
Romani 3,21 – 25a.28
Matteo 7,21 – 27
Lectio
Avere “autorità”, secondo la logica del vangelo, significa e come scrive san Vincenzo de’ Paoli, nelle Regole Comuni della sua Congregazione: «Il Figlio di Dio prima fece e poi insegnò», porsi a servizio e sedersi all’ultimo posto: quello di Cristo.
È in quest’ottica che il vangelo di Matteo sottolinea che ciò che è fondamentale per la riuscita della vita umana è compiere la volontà del Padre, che consiste nell’accogliere la predicazione di Gesù di Nazareth. Questi ha annunciato la paternità di Dio verso ogni persona. Il Padre, per dimostrare all’umanità il suo amore incondizionato, ha scelto di condividere la vita delle persone qualsiasi incarnandosi nel Figlio amato, che si rende presente in ogni persona, specialmente in coloro che soffrono.
La comunità cristiana ed ogni suo membro è chiamata ad essere vigile per accogliere il Cristo sotto il velo del volto del prossimo.
Questa impostazione di vita è rappresentata, nel brano odierno del vangelo, dall’immagine della casa. La casa che crolla o che rimane stabile. Quella che rimane stabile è costruita sulla roccia che è Cristo. La sua manutenzione ordinaria è la vigilanza e la carità.
Inoltre compiere la volontà del Padre è ciò che da senso anche al culto. Infatti nelle celebrazioni liturgiche (eucaristia e liturgia delle Ore) come chiesa riunita diciamo, con parole e gesti, che nella vita quotidiana cerchiamo di compiere la volontà del Padre. Diversamente la liturgia è soltanto un insieme di parole e gesti senza significato!
L’importanza di compiere la volontà di Dio emerge chiaramente anche all’interno del brano, tratto dal libro del Deuteronomio, in cui si sottolinea, come una vita vissuta secondo il volere del Padre risulti realizzata, sia individualmente che comunitariamente. Rivisitiamo qui l’immagine della casa proposta nel vangelo.
Anche Paolo, nella lettera ai Romani, ci riconduce sulla pista evangelica ma, mentre il Deuteronomio si rivolge soltanto agli Ebrei, l’Apostolo sottolinea come, dopo la morte e risurrezione di Cristo, tutti gli uomini, ebrei e non, possono entrare a far parte della comunità cristiana e conoscere il Padre ed il suo amore gratuito.
Meditatio
L’immagine della casa costruita sulla roccia, ci riporta alla Chiesa costruita sulla roccia che è Cristo.
La casa è anche l’immagine della vita di ogni persona e, specialmente, di ogni cristiano.
Quindi costruire la propria vita sulla roccia è preoccuparsi di compiere la volontà del Padre.
«[…] non chi dice Signore…Signore […]» con questa frase il vangelo entra in polemica con coloro che asseriscono che il partecipare alle celebrazioni liturgiche sia un dovere da compiere, per tacitare la propria coscienza.
Infatti, se riflettiamo attentamente, quei cattolici che hanno ottenuto dal Papa la possibilità di “assistere alla Messa”, celebrata con il rito preconciliare e quindi in latino, pensano che la liturgia non debba incidere sulla vita quotidiana, ma sia soltanto un insieme di parole e gesti che rimangono incomprensibili e per questo astratti a coloro che “assistono”: questa è la morte della liturgia!!
La liturgia è fonte e culmine della vita cristiana, non un reperto da museo! Per sua natura la liturgia deve incidere sulle scelte quotidiane del cristiano, con cui egli esegue la manutenzione ordinaria della casa! Infatti se questa, la casa, è salda sulla roccia che è Cristo: non crollerà.
Altrimenti ci si riduce ad “ascoltare” la Messa e poi non si remunera giustamente l’operaio, non ci si prende cura di coloro che sono immigrati, poveri, angariati dall’economia occidentale che desidera guadagnare ad ogni costo, passando – se fosse necessario – anche sulle persone.
Oppure si va ad “ascoltare” la Messa e poi si votano partitiche fomentano l’odio verso razze diverse, verso coloro che vengono a chiederci il pane che noi da secoli togliamo loro, ma questo è costruire la propria casa sulla sabbia…….
Buona domenica
0 commenti