Settima domenica del Tempo Ordinario A
Di p. Giorgio Bontempi c.m.
Levitico 19,1 – 2.17 – 18
Dal Salmo 102
1Corinzi 3,16 – 23
Matteo 5,38 – 48
Lectio
Nella liturgia sinagogale, si proclama un brano della Legge (= del Pentateuco [Genesi; Esodo; Levitico; Numeri e Deuteronomio]), a commento di questo, si legge un brano di un profeta. Colui che presiede commenta il brano del profeta, perché nessuno può commentare la Legge!
Ora immaginate la scena: Gesù ripete un passo della Legge (es. amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico) e poi aggiunge: «Ma io vi dico…», per gli ebrei questo costituiva uno scandalo: chi è costui, come si permette di commentare la Legge? È un sacrilegio!
Gesù pone al bando ogni vendetta e ogni violenza e non ammette che ci siano nemici, che la chiesa senta alcuni come nemici. Invita ad essere generosi e magnanimi con gli altri.
La chiesa e il singolo cristiano deve ragionare in questi termini, per essere sale e luce all’interno della società.
Anche il libro dell’Levitico esorta gli ebrei ad essere fratelli tra loro, a non odiarsi, a non vendicarsi, ma ad essere santi come il Dio dei padri.
Paolo, nella prima lettera ai Corinzi mette in guardia quella comunità, contro le divisioni e la esorta ad essere chiesa e vivere gli impegni presi con il battesimo.
Meditatio
Il vangelo supera la logica ebraica, secondo cui, il fratello era soltanto chi apparteneva al popolo d’Israele, aprendo invece alla fratellanza universale: ogni uomo è mio fratello e, in ogni persona, il cristiano incontra il Cristo risorto. Ora, come si può odiare il Cristo risorto? Come si può rifiutare un aiuto al Cristo risorto? Ecco perché, anche nella persona peggiore il cristiano incontra il Risorto.
Questo atteggiamento, come ho già fatto notare in una meditatio precedente, non deve indurre a trascurare la giustizia e la verità, com’è già accaduto procurando scandalo e molto dolore nella chiesa….ma la vera carità che si deve avere verso un fratello è quella di aiutarlo a fare chiarezza nel proprio cuore, e poi offrirgli la nostra collaborazione, affinché possa superare il momento di difficoltà che sta vivendo.
Infine san Paolo ammonisce i cristiani di Corinto, richiamandoli all’unità, che non significa uniformità, nel pensiero, nell’agire ecc…questo non è libertà. La comunità cristiana – scrive – Paolo deve compiere la volontà di Dio che si attua nella sapienza della croce.
Buona domenica
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