Seconda domenica del Tempo Ordinario A

da | Gen 15, 2011 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Seconda domenica del Tempo Ordinario A

p. Giorgio Bontempi c.m.


Isaia 49, 3.5 – 6

Dal Salmo 39

1 Corinzi 1,1 – 3

Giovanni 1,29 – 34

Lectio

Il vangelo di Giovanni si riferisce a Gesù come è narrato nel IV carme del profeta Isaia, quando il profeta parla del Servo sofferente (cfr. Is 53,7.12), perché l’aramaico con il vocabolo talya indica sia il servo che l’agnello. Giovanni, inoltre s’ispira anche a Es 12, dove si parla dell’agnello pasquale.

Proprio perché Gesù di Nazareth si è caricato del peccato dell’umanità (potremmo vedere anche la figura del capro, su cui Israele, nel momento della richiesta del perdono, caricava i suoi peccati), può battezzare nello Spirito. Si tratta del battesimo cristiano che, come abbiamo osservato domenica scorsa, è superiore al battesimo di Giovanni il Battista, perché effettuato soltanto con acqua, come gesto di penitenza. Inoltre, sempre nella pericope evangelica odierna, si sottolinea come il Cristo sia il messia atteso e non Giovanni il battezzatore, come pensavano alcuni in Israele.

Infine si rimarca il fatto, tramite il segno della colomba, che Gesù di Nazareth e colui che compie la volontà del Padre, del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.

Il tema del servo di Yavhè è il tema anche della pericope proposta come prima lettura. Il servo, che è figura di Gesù di Nazareth è colui che ricondurrà Israele alla volontà di Yavhè e porterà tutti i popoli alla fede nel Dio dei padri.

La seconda lettura è la presentazione che Paolo compie di sé alla comunità cristiana di Corinto.

Meditatio

Il Signore è il Servo, non il padrone. È colui che si adopera a far conoscere agli uomini il vero volto di Dio: quello di Padre.

Il Signore è colui che c’invita ad essere noi stessi. Ad essere non ad apparire, a prendere su di noi le difficoltà e le miserie altrui, ad amare gli ultimi.

Il Signore c’insegna l’umiltà, quella vera. Umiltà di chi sa ammettere i propri limiti ed i propri errori e pagarne le conseguenze. Egli, Gesù; non condivide l’atteggiamento opposto: quello degli scribi, dei farisei e dei dottori della Legge, che non vogliono ammettere la loro ipocrisia e cercano disperatamente di occupare i posti di prestigio, per far credere di essere ciò che non sono.
Cerchiamo di essere luce e sale per l’umanità.

Buona domenica.

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