Seconda domenica d’Avvento

da | Dic 4, 2010 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Seconda domenica d’Avvento

p. Giorgio Bontempi c.m.

Isaia 11, 1 – 10

Dal Salmo 71

Romani 15, 4 – 9

Matteo 3, 1 – 12

Lectio

Giovanni il battista è nella tradizione degli antichi profeti : egli annuncia il Messia, ma è cosciente di essere unostrumento nelle mani di Dio. Il Dio dei Padri si serve di Giovanni per proclamare la sua Parola ad Israele.

Giovanni si fa voce anche d’Isaia. Con questo fatto l’autore del vangelo di Matteo sottolinea quello che abbiamo già detto all’inizio: il Battista segue l’insegnamento dei grandi profeti e quindi è nella volontà di Dio.

Il battesimo di Giovanni è un rito di purificazione comune nell’ebraismo. Infine la predicazione di Giovanni denuncia l’interpretazione della legge di Mosè da parte dei farisei e dei sadducei, perché – a suo avviso – questi vivevano nell’ipocrisia.

Il battesimo di Giovanni è un preludio al battesimo cristiano. La predicazione di Giovanni è un’introduzione alla predicazione del Cristo. La conversione proposta dal battista è una preparazione alla vera conversione, quella al vangelo.

Il tema della venuta del Messia è trattato anche nella prima lettura. Isaia traccia i lineamenti fondamentali del Messia: spunterà dal popolo eletto, sarà una persona in costante ascolto dello Spirito di Dio. Per questo emetterà giudizi giusti, senza condizionamenti di persone o di situazioni. Non temerà i forti, gli arroganti, coloro che si credono intoccabili per fama. Sarà un costruttore della pace che promana da Dio.

L’Apostolo, nella pericope – tratta dalla lettera ai Romani – esorta quella comunità ad accogliere il Signore nei fratelli, a farsi servi gli uni dagli altri, per testimoniare l’amore di dio e l’unità all’interno della Chiesa.

Meditatio

Ogni volta che medito sulla predicazione del Battista, mi chiedo in che modo esercito il ministero della predicazione. Questo servizio ecclesiale non si riduce all’omelia durante le varie celebrazioni liturgiche, ma è espletato in molti altri ambiti: catechesi, incontri personali, scritti  – come in questo momento – ecc…

Ho il coraggio dei profeti? Ricordo che, il profeta non è un mago, un indovino o un guaritore. Profeta è colui che sa leggere i segni dei tempi, cioè colui che sa cogliere la volontà di Dio, che sa accogliere il Signore ogni giorno nel volto del suo prossimo.

Profeta è colui che non ha paura di prendere le difese dei poveri dei deboli, di coloro che sono stati vittime di abusi di ogni genere e che chiedono giustizia. Ma spesso tale giustizia è lenta ad arrivare, perché spesso la paura, o il per sentito dire, non fa vedere la realtà….

Si, esige molto coraggio l’essere profeti: fermarsi a soccorrere colui che è incappato nei briganti sulla via che da Gerusalemme porta a Gerico, con il pericolo di subire la stessa sorte; il sedere a tavola con gli emarginati; occupare gli ultimi posti…; saper attendere i tempi di Dio, ricordandosi che lui è sempre fedele!

Il profeta è così perché sa, per esperienza, che Cristo è risorto e che la cosa più importante della vita è andare in paradiso

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