Natale del Signore
Solennità
Di p. Giorgio Bontempi c.m.
Celebrazione dell’Eucaristia del Giorno
Isaia 52,7 – 10
Salmo 97
Ebrei 1,1 – 6
Giovanni 1,1 – 18
Lectio
Nel prologo ( = introduzione) del vangelo di Giovanni si pone in risalto l’entrata nella storia del Figlio di Dio. Il Cristo è posto al centro dell’universo e tutto a senso perché relativo all’Incarnazione del Verbo.
Il quarto vangelo sottolinea anche il rifiuto di coloro che avrebbero dovuto, data la loro preparazione teologica, orientata all’osservanza della legge di Mosè, avrebbero dovuto essere i primi ad accogliere Gesù di Nazareth come il messia atteso: i suoi. Invece l’accolgono gli altri, quelli che sono disprezzati dai suoi.
Gli ultimi costituiranno il nuovo popolo di Dio: la Chiesa. Questa fonda la sua esistenza sul Vangelo e sul compimento della volontà del Padre.
Il messia annunciato da Isaia è colui che, come Gesù, annuncia e incarna il Regno di Dio, costituendo un nuovo popolo universale.
Infine anche la lettera agli Ebrei sottolinea la centralità Cristo centro della storia e dell’universo. Egli è colui che ha rivelato il vero volto di Dio, quello di Padre.
Meditatio
In questi giorni, in attesa del Natale, giungono le varie opinioni su questa solennità: ricuperiamo il Natale, non banalizziamo il Natale ponendo al centro il consumismo: regali, pranzo ecc…
Ho notato che, queste tesi, sono luoghi comuni. Quindi abbandoniamo i luoghi comuni.
Meditando la parola di Dio, proposta nel tempo d’Avvento e nel tempo di Natale, notiamo come il Signore Gesù entri nella storia dalla porta di servizio. Egli nacque a Nazareth nella casa del falegname in un giorno qualsiasi. Visse in questo paese – disprezzato dai farisei, perché ritenutol’ombelico del mondo, ricettacolo di gente senza prestigio, casa di poveri diavoli – per trent’anni senza farsi avanti, in una vita di garzone di falegname:il figlio di Giuseppe.
Condivise la vita quotidiana con persone che facevano fatica ad arrivare alla fine del mese, forse anche a mettere insieme il pranzo con la cena. Famiglie oberate dalle tasse imposte con la forza dai romani e taglieggiati dai loro esattori. In sintesi persone che non contavano nulla!!
Sono coloro ai quali anche oggi si da poco credito, perché non sono nulla, per cui anche se portano prove di fatti accaduti i “cosiddetti grandi” si chiedono: ma….sarà vero? Perché i grandi, che si danno gloria gli uni con gli altri, danno credito ai loro pari, anche se sono immorali, mascalzoni, profittatori ai danni del povero, simulatori e accaparratori dei primi posti…..
E noi……. dove ci collochiamo?
Buon Natale!
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