XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C

da | Ott 16, 2010 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C

Di p. Giorgio Bontempi c.m.

Esodo 17, 8 – 13

Salmo 120

2Timoteo 13, 14 – 4,2

Luca 18, 1 – 8

Lectio

Quando leggiamo il vangelo non dobbiamo mai dimenticare che la prima generazione cristiana, quella in cui sono redatti gli scritti del Nuovo Testamento (4 vangeli, lettere disan Paolo, Atti degli apostoli, ecc…) era convinta che il Signore Gesù tornasse in capo alla loro generazione per il giudizio finale.

Ora dobbiamo leggere il brano di questa domenica, tenendo presente questo fatto.

Il brano sottolinea l’attesa imminente della comunità cristiana riguardante la fine dei tempi. Prima della fine Dio è paziente e desidera la salvezza dell’umanità, ma questa sarà capace di seguire il Signore nei momenti duri della vita e trovarsi pronta nel giorno del giudizio imminente?

La prima lettura sottolinea che l’autore della prosperità e della forza del popolo ebraico è Dio, il popolo senza di Lui sarebbe poca cosa.

Infine l’autore della seconda lettera a Timoteo suggerisce al destinatario che è vescovo, una linea di comportamento per essere guida della sua comunità.

Meditatio

La chiusa del vangelo di Luca, proposto per questa domenica e interpretato letteralmente spesso è stato ed è il cavallo di battaglia dei “tradizionalisti” (quelli che vorrebbero riportare la chiesa a prima del concilio vaticano II°) e dei frequentatori di quei santuari mariani, in cui si propone non il Dio di Gesù Cristo, il Padre, ma il Dio giudice, che controlla ogni movimento dell’uomo e che per una messa domenicale saltata commina spietatamente l’inferno, se questi muore in peccato mortale!!

Naturalmente, se il brano lo si interpreta correttamente, queste paure cadono.

Il pregare sempre senza stancarsi non ha nulla a che fare con la preghiera che si attua sui pulmans di quei pellegrinaggi di cui ho accennato sopra, dove alla partenza s’inizia la recita del rosario e altre preghiere che durano ininterrottamente sia nell’andata che nel ritorno!!! Questo è follia, ci vorrebbe la visita di un buon psicologo.

Oppure, il pregare sempre, inteso con l’ascoltare due o tre messe in un giorno: ne basta una, perché poi è necessario vivere le parole ed i gesti che si sono posti in atto durante la celebrazione.

Quindi pregare sempre, non significa dire le preghiere, ma porsi nell’atteggiamento dell’ascolto della Parola di Dio, accogliere gli altri, saper discutere con gli altri, saper affrontare i problemi. Accogliere lo Spirito Santo che è in tutti e parla attraverso tutti.

Buona domenica

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