XXII Domenica del Tempo Ordinario C
Di p. Giorgio Bontempi C.M
Siracide 3,19 – 21.30 – 31
Salmo 67
Ebrei 12,18 – 19.22 – 24a
Luca 14,1.7 – 14
Lectio
Nel popolo d’Israele, al tempo di Gesù, contava sedere ai primi posti, essere ricchi e in buona salute: questo significava la benedizione di Dio.
Gesù ribalta la situazione: il Padre non guarda quello che credono guardi i capi del popolo ebraico, egli ha in conto l’umiltà, l’essere coscienti dei propri limiti e il prendersi di coloro che sono reputati “ultimi” in Israele.
Questa visione si ritrova anche nel Siracide, un libro sapienziale antico testamentario, ed è confermata dalla pericope che ci è offerta, tratta dalla lettera agli Ebrei: l’autore ricorda alla comunità cristiana che, tramite il battesimo, ha instaurato con Dio un rapporto di figliolanza, molto diverso da quello che avevano quando facevano ancora parte del popolo d’Israele.
Meditatio
Nella vita, coloro che “valgono” non hanno bisogno di “sedere” ai primi posti ma, quando è richiesta la loro opera si manifesta il loro valore e la loro competenza. Al contrario, i mediocri, coloro che si sentono inferiori, coloro che soffrono del bene che lo Spirito compie per mezzo dei fratelli, tendono a “sedere” ai primi posti, ad appropriarsi dei meriti dello Spirito, infatti, quando si trovano in un “posto”, in un ministero che a loro piace è quasi impossibile che cedano ad altri….!
Invece, coloro che “valgono” sanno di essere “strumenti dello Spirito, che il bene compiuto è fatto dallo Spirito, per cui sanno “lasciare” un posto: parrocchia, Casa, predicazione, servizio, dovunque andranno lasceranno il segno dell’opera dello Spirito.
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