XVI Domenica del Tempo Ordinario C

da | Lug 18, 2010 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

XVI Domenica del Tempo Ordinario C

Di p. Giorgio Bontempi c.m.

Genesi 18,1 – 10a

Dal salmo 14

Colossesi 1,24 – 28

Luca 10,38 – 42

Lectio

Abramo accoglie il Dio dei suoi Padri nella persona dei tre sconosciuti che si presentano alla sua porta.

È importante notare la signorilità e la generosità di Abramo. Egli è considerato un giusto, cioè una persona attenta alla volontà del Signore.

Nel Pentateuco è scritto di avere riguardo per il forestiero. Purtroppo Israele dimenticò questa norma e, mentre Abramo fu benedetto da Dio con la nascita del suo primogenito Isacco,

Il tema dell’ospitalità è ripreso dal Vangelo per dirci che la migliore accoglienza del Signore è quella di porsi all’ascolto della sua Parola. Infatti è la Parola attualizzata che da senso all’azione. Ecco perché l’agire di Maria è offerto come esempio alla sorella Marta.

Nella seconda lettura si mette in luce come l’ascolto della Parola e la sua attuazione possono procurare sofferenza all’apostolo, ma questi sopporta volentieri perché ha incontrato il Risorto e da lui ha imparato ad amare la Chiesa nonostante la miseria che porta in seno, perché formata da persone limitate.

Meditatio

L’ospitalità è una caratteristica fondamentale nella comunità cristiana, perché nel prossimo c’è il Signore che bussa alla nostra porta.

Questa domenica, però, è posto in risalto il “metodo dell’accoglienza”: ascolto della Parola e carità. Potremmo anche dire: celebrazione della liturgia e carità.

Qualcuno potrebbe infastidirsi:sempre la liturgia!! Ma dimentica che il Concilio Vaticano II ha affermato che la Liturgia è “fonte e culmine della vita cristiana”. Ricordo che, coloro che non ritengono di aderire ai documenti del Concilio, non possono dirsi ancora appartenenti alla Chiesa cattolica…..il Concilio non è stata una passeggiata al mare….ogni tanto sento dire: oh sempre questo Concilio!! Quando queste frasi sono pronunciate da laici o da suore, cerco – quando mi è possibile – di far loro comprendere la gravità dell’affermazione, anche se in fondo sono giustificati dalla loro ignoranza teologica!!

Nell’atteggiamento di Maria risento le parole di san Vincenzo: “[…] un pane o un brodo, possono darlo tutti, ma solo con il tuo amore ti potrai far perdonare il pane che offrirai ai poveri […].

Il padre dei poveri, l’uomo dell’azione, l’instancabile….aveva compreso che la peggior situazione è quella di diventare manovali della carità!

Mi sto chiedendo come mai, nonostante la sensibilità del nostro tempo per la carità, molte comunità religiose dedite al servizio dei poveri, rischino l’estinzione, per mancanza di vocazioni. È vero molte sono le cause è non è questo il luogo per discuterne. Ma credo che una delle motivazioni maggiori è quella che le comunità religiose che si dedicano ai poveri, almeno in Italia, somiglino più a Marta che a Maria.

Cioè vivono i momenti di preghiera e le celebrazioni liturgiche con l’orologio in mano….chiariamoci: io non sono favorevole a celebrazioni che durano ore.

Si nota in queste comunità che ciò che conta sono le cose da fare: la Messa, le lodi, la meditazione, il vespro, la lettura…..l’importante è farle, non come farle! Naturalmente in ambienti come questi non si gradisce la profezia – una predicazione che ponga in luce i problemi quotidiani, quelli veri, le cui soluzioni possano aiutare, anche con sofferenza, a passare dall’atteggiamento di Marta (es. la suora che lavora e che deve morire sotto il peso del lavoro dimenticando se stessa. Questa è follia pura!! È presentare un Dio che non esiste! Ma che abbiamo costruito o che altri hanno costruito e messo nel nostro cuore. E ora facciamo fatica ad convertirci al Dio di Gesù Cristo, quello di Maria), e allora si fa a meno della profezia e si muore, nell’attaccamento all’ufficio, nelle paure, nelle fobie, nell’attaccamento ad una casa religiosa da cui nessuno mi schioderà, perché chi dovrebbe aiutarmi nel voto d’obbedienza, o a paura o non vuole, per altri motivi e allora, come il giovane ricco, sono irascibile, geloso, tutto dev’essere ai miei piedi e sono perennemente triste come il giovane ricco di cui parla il Vangelo…….perchè il Dio di Maria non è nel mio cuore.

Qualcuno penserà che sono “negativo”, provi invece a pensare quanto negativi sono quelli pseudo spirituali, sempre sulle nuvole, che quando parlano usano un linguaggio incomprensibile, che lasciano le persone nell’ignoranza e non le aiutano a risolvere i “veri” problemi della vita cristiana!

Oggi non possiamo più aspettare: chi non cammina muore…..la nostra società lo pone al margine come insignificante!

Buona domenica nella gioia del Signore.

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