Cronaca dell'Assemblea generale della CM (5-6)

da | Lug 6, 2010 | Notizie sulla Famiglia Vincenziana | 0 commenti

Cronaca dei giorni 2-3 luglio (venerdi’ e sabato)

Giorno 5º  –  2 Luglio 2010

 Il titolo di questo quinto giorno dell’Assemblea Generale me l’ha ispirato un traduttore, uno dei missionari che mette il suo dono di lingue al servizio di questa magna riunione. E se ieri la voce dei poveri risuonò nella sala per mezzo dell’immagine e la parola, oggi i poveri sono diventati presenti per mezzo delle opere. Perciò questo cospicuo traduttore mi indicava che il titolo più esatto potrebbe essere: “Campionario di servizi in favore dei poveri.”  Tutta la giornata di oggi è stata praticamente basata su questo: un’esposizione significativa di quello che la Congregazione della Missione sta facendo nel mondo per l’evangelizzazione integrale dai poveri, degli emarginati sociali, degli esclusi. Evidentemente, è stato solo un campionario. Per raccontare tutti i servizi, lavori, progetti, iniziative che i missionari della Congregazione della Missione portano a termine in tutti i Continenti, sarebbero necessari molti mesi di Assemblea. E, naturalmente, in questo campionario si sono voluti includere alcuni progetti o iniziative che hanno un certo carico di originalità e di creatività.  Per il resto, l’Assemblea continua ad avanzare. Secondo alcuni, con più lentezza di quella sperata. Secondo altri, con la normalità di un evento di queste caratteristiche. E, ovviamente,  non mancano quelli che pensano che l’impressione sia di non essere ancora entrati nella materia propria di una Assemblea Generale. Forse, un po’  per il fatto che questa Assemblea pretende di essere, un foro di dialogo ed uno scambio di esperienze che illuminino il tema globale: “Fedeltà creativa alla missione”. E se qualche membro dell’assemblea, per caso o distrazione, si dimenticasse di ciò, lì sta, nel frontespizio della sala, il logotipo dell’Assemblea per ricordarlo con insistenza. 

L’AMORE È INFINITAMENTE INVENTIVO 

Prendo in prestito da San Vincenzo questa frase che è diventata già sacra e segno dell’attività apostolica di tutta la Famiglia Vincenziana. E lo faccio per incorniciare tutto questo campionario di esperienze e progetti che hanno sfilato per la sala . Come ha detto qualcuno  dei conferenzieri, questo campionario è il regalo più bello che la Famiglia Vincenziana può fare al Fondatore nel suo 350 anniversario.La prima attività esposta è stata  quella dell’ “Ufficio” di Solidarietà Vincenziana. Il suo direttore esecutivo, il P. Miles Heinen spiegò con chiarezza l’origine, il funzionamento, gli obiettivi, i risultati, i progetti antichi e nuovi di questa iniziativa già fortemente consolidata. E se il lettore vuole che lo riassuma in una sola frase l’essere e l’ essenza di questo “Ufficio” di Solidarietà Vincenziana, sarà sufficiente dire: “aiutare la Congregazione della Missione ad ottenere fondi per l’evangelizzazione ed il servizio dei poveri.” 

            Di seguito, sono apparsi davanti agli occhi e all’ udito dei membri dell’assemblea una serie di progetti. Alcuni già conosciuti, altri, meno conosciuti o sconosciuti del tutto. Per esempio, l’ingente opera del P. Pedro Opeka in Madagascar; il Centro d’accoglienza, vicino a Roma, per il reinserimento sociale dei tossici; la pastorale della strada in Brasile; l’opera sociale dell’Università di Saint John, negli Stati Uniti; l’opera per persone senza tetto in Filippine; l’esperienza parrocchiale evangelizzatrice portata a capo per una squadra di sacerdoti e laici, dove lavorano circa sedici laici; l’ampia attività nelle Isole Salomone, in un Seminario, nella pastorale parrocchiale, nell’educazione…  A tutto questo campionario della sala, può aggiungere lei, attento ed interessato lettore, le esperienze ed iniziative, personali e provinciali, di servizio ai poveri che i membri dell’assemblea esposero e scambiarono in gruppi di riflessione. Il cronista dà fede che furono abbondanti, alcune più creative che altre. 

  IL CAMBIO SISTEMICO 

L’esposizione che occupò più tempo, quasi tutto il pomeriggio, fu quella del “cambio sistemico”. P. Robert Maloney si occupò di spiegare la sua storia, le idee madri, le mete, il procedimento, le attività portate a capo, le caratteristiche dei progetti, il presente ed il futuro. E lo fece con la chiarezza e la brillantezza di chi è affezionato in corpo ed anima a questo progetto.  P. Erminio Antonello plasmò, verbale e graficamente, il cambiamento sistemico in un’opera concreta in Italia: “Acqua. Una goccia di vita”. Un’opera che implica membri della Congregazione e Figlie della Carità. Un’opera che si appoggia su quello che significa ed implica il cambio sistemico.  Il dialogo con entrambi i conferenzieri fu esteso e fluido, a partire da tre questioni che i membri dell’assemblea lavorarono per gruppi linguistici. E, con coraggio o pericolo di fare pubblicità  sfacciata, il cronista raccomanda leggere il libro “Semi di speranza. Storie di cambio sistemico”. In questo troverà il lettore il complemento necessario per capire bene in cosa consiste il cambio sistemico. Quella di oggi è stata una giornata di ascolto e di dialogo, di riflessione e di lavoro, perfettamente moderata per il P. Jean Landousies. Tutti i membri dell’assemblea sono persone pazienti e laboriose, due requisiti indispensabili per partecipare ad una Assemblea Generale. 

Giorno 6º  –  3 Luglio 2010

Parigi ha albeggiato coperta con un manto plumbeo. La pioggia ha fatto la sua apparizione di una forma brusca. Dà l’impressione che il soffocante caldo lascia passo ad un ambiente rinfrescante, ma è solo un’impressione. L’Assemblea ha terminato la sua prima settimana di lavoro. Se lei, gentile lettore, esamina il programma previsto dagli organizzatori, comproverà che questa prima settimana si è compiuto esattezza. Si può dire che l’Assemblea ha camminato con passo agile. Non si sono prodotti  ingorghi degni di considerazione il che è molto importante in una riunione di questa portata. Questa sesta giornata in realtà è stata mezza giornata. I membri dell’assemblea, come ogni gruppo laborioso, hanno finalmente diritto al fine settimana. E così, si è lavorato fino all’ora di pranzo. Naturalmente, anche questo era previsto. Ed i membri dell’assemblea hanno elevato preghiere di lode al Signore e agli organizzatori per il riposo riparatore che li aspetta.  La giornata cominciava alle nove della mattina con la celebrazione dell’Eucaristia nella cappella di San Vincenzo. La notizia stava in che il presidente dell’Eucaristia era il cardinale di Parigi, Mons. André Vingt-trois, un cardinale con un cognome curioso e con un viso sorridente e bonaccione. Senza speciali cerimonie, con la semplicità di stare in famiglia, il cardinale incoraggiò i membri dell’assemblea a lavorare con illusione come lo fece il Fondatore. Ed alle dieci, i membri dell’assemblea erano già nella sala della Rue du Bac, dopo essersi muniti di ombrello, impermeabili ed altre tenute variopinte contro la pioggia. 

I POVERI CI EVANGELIZZANO

In realtà il lavoro dell’assemblea di questa mezza giornata è stato piuttosto breve, tranquillo e semplice. E per scaldare i motori, la prima cosa  che hanno fatto i membri dell’assemblea è stato contemplare un video sull’India. È una novità che si è inaugurata in questa Assemblea: continuare a mettere sullo schermo della sala, in diversi momenti, una serie di videocassette o film brevi che continuino a ricordare la voce dei poveri, la realtà dell’emarginazione, la crudeltà dell’insolidarietà , l’interpellanza dei “nostri padroni e signori”. Forse, a più di un membro dell’assemblea  questo possa risultare monotono o ripetitivo. Ma non c’è dubbio che è una buona forma di rivoluzionare le coscienze.  E questa mattina, i membri dell’assemblea hanno contemplato alcune immagini dure della vita di un gruppo di lebbrosi respinti per la società e dalle loro stesse famiglie. Alcuni lebbrosi raccolti in un Centro delle Figlie della Carità e che, come direbbe SanVincenzo, ci evangelizzano con la loro sola presenza. 

PREPARANDO L’ELEZIONE DEL SUPERIORE GENERALE

Lo diceva il moderatore, P. Gabriel Naranjo: C’avviciniamo a quello che chiameremmo lavori propri di una Assemblea. E chiunque sia un po’ abituato a la dinamica ed il contenuto dell’Assemblea Generale sa che uno dei “lavori propri” più importante è l’elezione del Superiore Generale. Per ciò, in questa mattina si è portato a termine la chiamata “votazione indicativa”, secondo il numero 37 del Direttorio. Osservi l’attento e fedele lettore che mi riferisco a “votazione indicativa”, cioè al passo previo per l’elezione definitiva. I membri dell’assemblea hanno scritto il nome o i nomi, non più di tre, dei candidati, gli scrutatori hanno raccolto le cedole, le hanno messe in una busta, hanno chiuso la busta, e l’hanno consegnata al Superiore Generale. Lo scrutinio si farà fuori della sala e lunedì si vedrà il risultato. Poi verrà l’elezione. La data indicata è il prossimo giovedì giorno otto.  

UNA COMMISSIONE SPECIALE

Nella sala delle riunioni, il cronista occupa un posto al fondo. Ma il cronista non è solo. Al suo fianco si mettono a sedere tre persone conosciute con il nome di “sintetizzatori”. Quelle persone sono i padri José Ignacio Caamaño, Marcelo Manimtim e Jean Daniel Planchot. Essi formano la Commissione di sintesi. Una Commissione nuova, con un lavoro intenso, delicato e non sempre facile. Perché sintetizzare tutto quello che si fa e si dice in una Assemblea Generale è un lavoro di oreficeria fine. Bene, questa Commissione  se ne  rese conto questa mattina. P. José Ignacio Caamaño presentò il frutto del suo lavoro ai membri dell’assemblea, e questi  rifletterono, valutarono  il lavoro dei sintetizzatori.  Questo cronista, come è ovvio, non ha conosciuto Assemblee Generali molto antiche. Suppongo che non ci sarebbe allora una gran informazione. Ma questa Assemblea Generale può passare alla storia come l’Assemblea dell’informazione. Constati lei, lettore, che ci sono informazione abbondanti e sovrabbondanti  tra i Verbali ufficiali, la Commissione di sintesi e queste umili e modeste cronache. 

            E la giornata finì con la prospettiva del riposo, dell’escursione turistica o dell’ozio tranquillo e domestico. Ogni membro dell’assemblea avrà scelto il suo programma di fine settimana. Anche questo cronista fa uso di questo diritto e saluta fino al lunedì.

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