Solennità del Corpo e Sangue di Cristo

da | Giu 5, 2010 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Solennità del Corpo e Sangue di Cristo

p. Giorgio Bontempi C.M.

Genesi 14,18 – 20

Salmo 109

1 Corinzi 11, 23 – 26

Luca 9, 11b – 17

Cenni storici.

Dopo il 1100, quando ormai la celebrazione dell’Eucaristia aveva perso il suo carattere ecclesiale, ma si era ridotta a mera esecuzione di cerimonie da parte del clero, perché eseguite in una lingua inaccessibile al popolo cristiano: quella latina, l’Eucaristia si ridusse all’adorazione della presenza reale nel pane consacrato, così questa non si mangiava più – perché fare la comunione era divenuta cosa ardua, date le prescrizioni da osservare – e, per lo più, ci si comunicava privatamente fuori della Messa.

In questo contesto in cui al popolo cristiano erano state sottratte le ricchezze della liturgia, questi si fece la “propria liturgia”: tridui, novene, rosari e processioni. La processione più importante era quella in cui si portava solennemente l’ostia consacrata per le vie della città o del paese.

All’istituzione della festa del Corpus Domini contribuirono anche le rivelazioni della Beata Giuliana di Rétine, priora del monastero di Monte Cornelio, presso Liegi (1193 – 1258). Infatti nella diocesi di Liegi si stabilì questa festa il giovedì dopo la domenica della Ss.ma Trinità.

In data 11 agosto 1264 il papa Urbano IV, che a Liegi, quando era arcidiacono, fu il confidente della Beata Giuliana e dopo il miracolo eucaristico di Bolsena, istituì la festa del Corpus Domini per tutta la Chiesa.

Nella Bolla papale non si parlava d’istituzione anche di una processione. Questa s’instaurò grazie alla devozione popolare. Tale uso ebbe origine a san Gereone di colonia verso il 1265.

Lectio

Melchisedek è figura di Cristo, che offre al Padre il sacrificio della sua vita. È figura del solo ed unico intermediario tra Dio e gli uomini: colui che ci ha insegnato a chiamare Dio abbà (= papà), a non avere paura di Lui, ma ad amarlo e ringraziarlo continuamente. Il ringraziamento perfetto è quello della celebrazione dell’Eucaristia, di cui la seconda lettura ci offre la narrazione più antica.

Il vangelo descrive la moltiplicazione dei pani: Cristo è il pane che sfama veramente l’uomo, ma la Chiesa (= i discepoli) debbono offrire con amore questo pane all’umanità, preoccupandosi che nessuno rimanga senza tale cibo.

Meditatio

La tentazione in cui si può cadere in questa solennità è quella di fermare la nostra attenzione sulla presenza reale del Signore risorto sotto le specie del pane (il vino si dimentica, facilmente perché raramente le nostre assemblee comunicano sotto le due specie), e mancando ad un’occasione preziosa per rivedere la nostra celebrazione eucaristica domenicale

L’affluenza o meno ad una eucaristia è una buona cartina al tornasole. Infatti se notiamo che ad una celebrazione la gente diminuisce, significa che essa è sciatta: il prete non è all’altezza del suo compito (= non sa presiedere e non sa predicare), da qui – ad effetto valanga – intervengono altri fattori: i canti eseguiti male o fuori posto; letture proclamate alla bene meglio, spesso lette non dal Lezionario, ma dal foglietto; assenza di ministranti, coloro che fanno servizio alla mensa; mancanza di una sinergia che nella semplicità, mostri la solennità e la bellezza della liturgia al cui centro c’è il Cristo risorto.

Attenzione però, ci sono celebrazione sciatte anche con la chiesa piena. Si tratta delle liturgie alle quali partecipano gli adepti di qualche movimento cattolico integralista (ormai diventato più politico/affarista, che cristiano), oppure di gruppi devozionalistici. Questi non vanno a partecipare all’eucaristia, infatti molti di loro giungono a Messa in ritardo, ma vanno per l’effetto branco: siamo tanti, siamo potenti….questo può influire sulle persone deboli. Attenzione chi aderisce a tali gruppi è fondamentalmente una persona debole, proprio perché da prova di arroganza, di sicumera ecc…

I gruppi devozionali si ritrovano invece per sentire le parole del capo carismatico, hanno una percezione del cristianesimo, che è di sua natura comunitario, molto intimista, spirituale, miracolistica e tendono a porre la Vergine Maria su un gradino superiore a quello della Trinità.

Torniamo alla festa odierna: dagli appunti negativi sulla celebrazione dell’Eucaristia potrete trarne quelli positivi, in modo che – alla vostra celebrazione – il popolo di Dio venga con gioia ad ascoltare, ad incontrare, a cibarsi del Dio di Gesù Cristo: il Dio amore che ci ama per quello che siamo.

Buona festa.

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