Solennità della Santissima Trinità
P. Giorgio Bontempi c.m.
Alcuni cenni storici.
Tutta la liturgia cristiana dei primi quattro secoli è stata, si può dire, un alto richiamo e una professione di fede, di adorazione, di omaggio alle tre divine Persone: la fede nella Trinità. Questa che segnava la vera fede (= ortodossia).
In occidente, nel IV secolo, attraverso l´invasione dei Goti, era penetrata l´eresia ariana (l´arianesimo ha origine da Ario, prete di Alessandria dell´inizio del secolo IV, il quale sosteneva che il Verbo, non eterno come il Padre, è stato generato e creato prima del tempo immediatamente dal Padre e non è della stessa sostanza del Padre. Ario fu condannato da concilio di Nicea nel 325; la condanna dell´arianesimo fu riconfermata nel primo concilio di Costantinopoli nel 381. In sintesi gli Ariani non riconoscevano la divinità di Cristo).
In difesa della vera fede si schierarono i vescovi cattolici, tr i quali si distinse san Martino di Tour (+397).
La devozione alla Trinità s´incontra in Spagna nel VI secolo e alla fine dell´VIII nella Francia del nord (Gallia superiore), dove molti monasteri benedettini furono dedicati alla Trinità, questo fatto si riscontrò anche in Germania ed in Italia, però non risulta che fosse istituita una festa apposita.
Questa dovette sorgere all´inizio del secolo XI, presso qualche monastero francese, forse la grande abbazia di Cluny, dove la troviamo celebrata intorno al 1030, nella prima domenica dopo Pentecoste. Da Cluny si diffuse facilmente altrove.
Nonostante le opposizione che si sollevarono per abolire questa festa dal calendario liturgico delle diocesi e dei monasteri che l´avevano adottata, perché si sosteneva che la Trinità era celebrata ogni giorno nella liturgia, nel 1334 il papa avignonese Giovanni XXII l´approvò e l´estese alla Chiesa universale, mantenendola nella domenica seguente alla Pentecoste.
Meditatio
La sapienza di Dio è descritta nella vita del Cristo. Essere sapiente è vivere nella logica del vangelo, subordinandovi le scelte quotidiane. Quindi essere sapiente è compiere la volontà del Padre.
Nella volontà del Padre si attua la nostra felicità, perché si giunge ad essere poveri in spirito.
Colui che è povero in spirito si preoccupa di compiere, sul modello di Cristo la volontà del Padre.
Colui che è povero in spirito è cosciente di essere uno strumento nelle mani dello Spirito Santo. È lo Spirito che compie, per mezzo nostro le mirabili opere di Dio, che pone in atto l´amore gratuito del Padre verso l´umanità.
Il modello contrario al povero in spirito, il vangelo lo vede nella persona del giovane ricco che se ne va dal cospetto di Gesù triste.
Triste colui che non si è preoccupato di seguire la vocazione che il Signore aveva preparato per lui, ma ha voluto gestire la sua vita, secondo le sue convinzioni: sposi non chiamati al matrimonio, preti non chiamati al presbiterato…..suore e frati non chiamati alla vita comunitaria e altri…
La tristezza di queste persone è scritta sul loro volto, anche se – alle volte – riescono a mascherarla (spesso capita ai preti), dietro una sicumera e una falsa spiritualità, solo pochi o pochissimi conoscono realmente chi sono veramente tali persone.
Sposi che non vivono l´uno per l´altra, facendosi servi per amore, colmando di attenzione e tenerezza il coniuge, ma cercando nell´altro solo una soddisfazione personale.
Religiosi e religiose tristi, con un carattere irascibile, abbarbicati ad una Casa religiosa, dalla quale sembra impossibile staccarli, ad un ufficio che sembra crollare se loro lo rimettono nelle mani dei superiori, bisognerebbe aiutarli a ricordare che hanno fatto voto d´obbedienza e….per noi l´obbedienza è la vera povertà!!
Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo ci aiutino a vivere, al servizio della Chiesa, la vocazione alla quali siamo stati chiamati.
Buona festa a tutti.
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