Sesta domenica di Pasqua C

da | Mag 8, 2010 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Sesta domenica di Pasqua C

di p. Giorgio Bontempi cm

Atti 15, 1 – 2.22 – 29

Salmo 66

Apocalisse 21,10 – 14.22 – 23

Giovanni 14,23 – 29

Lectio

Il centro della tematica di questa domenica è la Chiesa. Nella prima lettura è sviluppato il tema della liberazione dalla tradizione ebraica. All’interno delle comunità della prima generazione cristiana (33 – 120 d.C), serpeggiava la tentazione di rinchiudere il vangelo all’interno dell’osservanza della Legge di Mosè. Infatti i “tradizionalisti” desideravano, con forza che coloro che intendevano aderire alla Chiesa dovessero, prima di ricevere il battesimo, essere circoncisi. In questo modo si vanificava l’efficacia della risurrezione del Signore. Non si entrava nella nuova Alleanza, ma si era ancora prigionieri di quella antica.

Ma lo Spirito Santo, che guida la Chiesa, ha permesso che gli apostoli non cadessero in quel tranello, ma li ha fatti veleggiare oltre e questo ha permesso che la comunità cristiana sia aprisse all’universalità.

Questo modello di Chiesa è riconfermata nella seconda lettura, mentre il vangelo ricorda un concetto fondamentale: è lo Spirito che conduce la Chiesa lungo la storia e nulla e nessuno, potrà sopprimerla.

Metidatio

Il ritorno al passato, l’immobilismo sono tentazioni che risorgono, di tanto in tanto, anche nella Chiesa.

Infatti in un periodo come l’attuale, in cui la comunità cristiana è in cammino per attualizzare i decreti del Concilio Vaticano II°, ogni tanto riemergono i “nostalgici”: della messa con il rito del concilio di Trento, dell’autorità del Papa, com’era prima del Vaticano II°, di una chiesa di cui faceva parte soltanto il clero, mentre i laici erano i “manovali” dei preti ecc..

Questa nostalgia fa perno sulla difficoltà ad evangelizzare la società attuale, mediante il cammino dell’inculturazione; sugli abusi liturgici; sullo spazio troppo ampio concesso ai laici; sulla difficoltà del reclutamento, ecc….

Coloro che fomentano questa situazione, oltre ai “tradizionalisti” (lefebriani) – e lo fanno spesso nascostamente e bisogna anche dire abilmente -, sono i movimenti ecclesiali dell’integralismo cattolico. La loro azione, mascherata: dall’obbedienza al Papa (non hai vescovi, specialmente a quelli che intendono portare avanti lo spirito del Vaticano II°), dall’impegno in politica, ma guarda caso, li trovate con i ricchi, con il potere, difficilmente si “sporcano le mani” in favore dei poveri, degli umili, degli indifesi. Anche se poi sono in prima linea contro l’aborto.

È la tentazione del ritorno al passato, del “contiamoci”, del combattere i “nemici” della Chiesa, che poi tali nemici si trovano sempre politicamente a sinistra, chissà perché….Intendiamoci bene io non sono politicamente di sinistra, ma per gli integralisti, chi non è in accordo con loro, è sinistroide, o come dicono alcuni di loro, “sinistroso”.

Lo Spirito Santo, che guida la Chiesa e che l’ha liberata dal pericolo di soffocare all’interno della Legge di Mosè, che l’ha condotta lungo i secoli, in cui imperatori, re, dittatori bianchi neri e rossi, hanno cercato di affogarla tra venti e maree, la libererà anche da queste forme fanatiche d’integralismo, che agli occhi delle masse sembra trionfare nel numero degli adepti, nella politica, nell’economia, nel soffocamento delle parrocchie dove impongono a preti, di fronte ai quali don Abbondio sarebbe passato per un leone, e a comunità in cui la gente è rassegnata le loro leggi. Siamone certi non si può combattere contro Dio e combattere contro i decreti del Concilio Vaticano II° è combattere contro Dio.

La chiesa riuscirà a mettere in pratica l’ecclesiologia del Concilio!

Buona domenica.

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