Quinta domenica di Pasqua C

da | Mag 1, 2010 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Quinta domenica di Pasqua C

di p. Giorgio Bontempi cm

Atti 14,21b – 27

Salmo 144

Apocalisse 21,1 – 5a

Giovanni 13.31 – 33°.34 – 35

Lectio

Il brano degli Atti degli apostoli narra la conclusione del primo viaggio missionario di Paolo e Barnaba. Questi passano in alcune comunità cristiane già formate, in cui ordinano i presbiteri e tengono alcune catechesi, per rafforzare il cammino di queste chiese.

È fondamentale costituire la comunità cristiana. La chiesa infatti è la sposa di Cristo, l’unica sposa di Cristo, la sposa amata a costo della vita. La sposa che lo sposo porta alla gloria: la Gerusalemme celeste (seconda lettura).

In questa comunità, che è la sposa amata, è necessario capire qual è la vera figura dello Sposo. La vera figura è quella del Signore morto e risorto per l’umanità, per testimoniare all’umanità che Dio è Padre.

Per questo motivo all’interno della Chiesa, raffigurata nel gruppo apostolico, l’amore reciproco è il segno dell’unità e della verità della vita spirituale e liturgica.

Metidatio

Il cristianesimo non è una religione o una filosofia, ma è un modo di vivere. Una vita condivisa in una comunità. Infatti il cristianesimo non è qualcosa di personale, che posso sbrigarmi tra me e Dio. È invece una vita condivisa all’interno di una comunità parrocchiale o di un Ordine o Congregazione religiosa. Non ho citato i gruppi o i movimenti ecclesiali, perché questi sono parte di una comunità parrocchiale, altrimenti non sono nulla, che lo si voglia o no!!

La caratteristica della comunità cristiana è l’amore vicendevole tra i componenti. Tale amore si dovrà naturalmente riversare sui poveri, gli ultimi, i malati, quelli che sono in difficoltà, perché in loro la presenza del Signore Risorto è particolare, come ci dimostrano i testi evangelici.

Soltanto tramite questo atteggiamento la comunità cristiana vive nella verità la liturgia, la preghiera comunitaria e personale, altrimenti ripete parole e gesti, contraddicendole con la vita, come il vangelo afferma di scribi, farisei e dottori della Legge.

La comunità cristiana, come diviene testimonianza vivente del vangelo, può correre il rischio di essere una contro testimonianza: quando si fa guidare da persone che ricercano il proprio successo personale, creandosi gruppi di consenso artificiali, costituiti da persone ricattabili, o poco intuitive, oppure da persone che intendono “stare tranquille”…..

Noi, però, dobbiamo guardarci da costoro, che sono come “tumori” maligni all’interno della Chiesa, anche se all’esterno hanno maschere da “spirituali”: chiudono gli occhi davanti agli altri quando intonano canti mariani, parlano bene di Dio ecc….ma togliendo la lapide (sepolcri imbiancati) sotto c’è putridume….

Tranquilli la chiesa è condotta dallo Spirito e dentro di essa lo Spirito Santo ha delle “vere” guide, non come quelle che ho citato sopra che sono guide cieche. Le vere guide ci sono state (Mazzolari, Milani, Giovanni XXIII, Paolo VI, ecc…) e ci sono ancora oggi ( Carlo Maria Martini, Enzo Bianchi, Emanuele Bargellini, Alceste Catella….), per cui non dobbiamo temere. Sino a che l’umanità e la creazione entrerà nella gloria del Padre, il vangelo ci ricorda che ci sarà sempre la zizzania, ma il Padre veglia e questo ci da gioia anche nella tribolazione.

Buona domenica.

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