Due alti dirigenti della diplomazia francese sono arrivati a Madagascar per tentare di sbloccare la crisi politica in atto da fine 2008: si tratta del segretario di stato alla Cooperazione Alain Joyandet e del consigliere del presidente Nicolas Sarkozy per l’Africa, André Parant.
“Con la comunità internazionale siamo ancora alla ricerca di una soluzione che consenta alle parti di mettersi d’accordo su un calendario elettorale e sulle condizioni di organizzazione del voto” si legge in una nota del ministero degli Esteri di Parigi. La missione diplomatica giunge all’indomani del 63° anniversario dell’insurrezione del 29 Marzo 1947 contro la potenza coloniale francese che aprì la strada all’indipendenza della grande isola africana dell’Oceano Indiano. In visita nella prima città insorta di Moramanga (a 100 chilometri della capitale), l’attuale ‘uomo forte’ Andry Rajoelina è stato accolto in un clima piuttosto ostile e le forze dell’ordine sono intervenute con gas lacrimogeni per disperdere alcuni manifestanti dell’opposizione che contestavano il presidente di transizione. Nel suo discorso ai sopravvissuti e agli ex-combattenti Rajoelina ha ribadito il “suo impegno personale al servizio della nazione”; sempre a Moramanga è stata posta la prima pietra di un museo dedicato alla liberazione nazionale. Dal suo esilio in Sudafrica, il presidente destituito Marc Ravalomanana ha invece chiamato i suoi sostenitori “a proseguire la loro lotta contro un potere illegale e per difendere l’operato di tutti quelli che si sono battuti per l’indipendenza del paese”. L’ex-presidente ha esortato l’Unione Europea e la Francia in particolare a “seguire la strada dell’Unione Africana, quindi ad applicare sanzioni contro le autorità di fatto”.
Fonte: www.misna.it
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