Durante lo scorso fine settimana (il 13 e 14 marzo), la Federazione Italiana della Società di San Vincenzo De Paoli riunita in assemblea nazionale, ha eletto un nuovo Presidente Nazionale ed una nuova Giunta Esecutiva.
Di seguito pubblichiamo un’intervista alla Sig.ra Claudia Nodari (nuova Presidente) apparsa sul numero 12/2009 della rivista “la san Vincenzo”.
Claudia Nodari Gorno, oltre a ringraziarti a nome dei lettori per la disponibilità a candidarti alla Presidenza nazionale, mi è spontaneo
chiederti di presentarti ed enunciare le motivazioni che ti hanno spinto a proporti.
Sin da piccola ho sempre avuto un interesse particolare per gli altri ed il mio sogno era quello di fare il medico; dopo il Liceo motivi di salute mi hanno costretto ad abbandonare gli studi. Ho sempre coltivato, però, l’idea di dedicarmi agli ammalati ed a tutti coloro che si trovavano in difficoltà, e da allora mi sono impegnata nel sociale
in vari settori. Nel 1962 sono diventata infermiera Volontaria della Croce Rossa e sono
entrata in San Vincenzo. La grande spinta ad entrare nella nostra Associazione l’ho avuta da mia madre che in casa parlava spesso delle famiglie che aiutava e della vita di Conferenza. La mia prima esperienza da Vincenziana fu con altre giovani bresciane: assistevamo le famiglie del quartiere dei “Libici”, un agglomerato di baracche creato per ospitare le persone espulse dalla Libia per motivi politici. Nel 1968 mi sono sposata e da allora, per oltre 40 anni, ho assunto la Presidenza dell’Ente Morale “Scuola Materna Cristoforo Tempini”, trasformato da me da diritto di famiglia a elezione tra i Soci. Sono stata per oltre 25 anni nel Consiglio della Sezione Femminile di Brescia della Croce Rossa ed ho approfondito la mia esperienza in vari ambiti. La mia presenza in San Vincenzo è sempre stata costante ed attiva a tutti i livelli, ma si è fatta molto più intensa quando, dopo 15 anni di matrimonio senza figli, ho avuto per tre volte solo la speranza di diventare mamma. Ho accettato questo doloroso momento della mia vita pensando che Qualcuno aveva altri disegni per me, e da allora la San Vincenzo è diventata parte integrante della mia vita e del mio impegno quotidiano, sempre con l’appoggio di mio marito. Quando, avvicinandosi la scadenza di Luca Stefanini, sono iniziate pressioni a dare la mia disponibilità a candidarmi a Presidente Nazionale; molti erano i motivi che propendevano per il no, conoscendo il peso e la difficoltà di tale incarico, ma sotto la spinta di una ulteriore richiesta e per puro spirito di servizio, ho pensato che fosse giusto mettersi a disposizione. Ho trovato persone che hanno accettato di impegnarsi con me per il bene della nostra San Vincenzo e sono convinta di aver creato una buona squadra e che tutti insieme, con l’illuminazione dei nostri Fondatori, potremo portare avanti questa Associazione che sicuramente non sta vivendo un momento esaltante.
Quali sono i punti forti che intendi perseguire durante il tuo mandato? Tra essi, spirito societario, formazione, comunicazione, hanno sempre avuto scarso seguito nella San Vincenzo. Assisteremo ad un cambio di marcia?
Mi sento di poter dire che i sei obiettivi, che insieme all’eventuale giunta abbiamo condiviso, siano una sintesi di tutto quello pensiamo si debba fare e siano tutti ugualmente importanti. È altrettanto vero che la futura Presidenza per ora può solo promettere di impegnarsi per superare le criticità che esistono in San Vincenzo.
Mi auguro che tutti insieme riusciremo a fare qualche cosa di buono, ma nessuno di noi ha la bacchetta magica! Bisogna sicuramente impegnarsi a tutti i livelli, in tutti i campi e cercare, pur nel rispetto delle diversità, di percorrere tutti lo stesso cammino.
Penso sia questo l’unico modo per attuare l’auspicato cambiamento.
Sul vasto tema della/e POVERTÀ, cosa intendi proporre ai vincenziani. La San Vincenzo rimarrà “quella del pacchetto”, dell’ “abbiamo fatto sempre così” o miri a traguardi più consoni al suo carisma nella realtà sociale attuale?
Quando il Beato Federico Ozanam ha fondato le prime Conferenze ispirandosi ad un gigante della Carità quale San Vincenzo De Paoli non ha certo pensato ad una Associazione che non sapesse stare al passo con i tempi. Una San Vincenzo che si limita ad essere distributore di soli beni materiali, non solo non rispetta il carisma dei nostri Fondatori, ma non ha nulla di diverso da qualsiasi altra Associazione di filantropia. Questa non è certo la San Vincenzo che mi piace. Bisogna avere il coraggio di convincere buona parte dei Vincenziani a cambiare.
Come intendi mettere in relazione la San Vincenzo con le realtà esterne, la Famiglia vincenziana, le reti di volontariato, ed in particolare con la gerarchia della Chiesa, di cui la San Vincenzo a mio giudizio ha bisogno per non ridursi ad associazione puramente assistenziale?
L’importanza di collaborare con altre Associazioni, con le Istituzioni, con la Famiglia Vincenziana è basilare per la Federazione Nazionale, ma lo è altrettanto a tutti gli altri livelli, Coordinamenti, Consigli, Conferenze. Dobbiamo finalmente integrarci sia nel privato che nel pubblico e non restare isolati. Dobbiamo tutti abituarci a partecipare ai vari tavoli, progettare e lavorare con altre Associazioni, imparare a lavorare per progetti e obiettivi; questa partecipazione non può che portare maggior credibilità
e ovviamente anche più visibilità.
In sintesi: qual è il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno è di non fallire nel servizio che a marzo penso di iniziare, non certamente a livello personale, ma per il bene della San Vincenzo.
INDIRIZZI PROGRAMMATICI:
- Migliorare l’organizzazione interna fornendo maggiori e più efficienti servizi agli associati anche instaurando rapporti di conoscenza e di accompagnamento
da parte dei rappresentanti della Giunta. - Attenta lettura del territorio ed individuazione delle povertà emergenti per essere in grado di dare risposte adeguate ed essere di stimolo e denuncia per risolvere problemi che creano nuove povertà.
- Individuare itinerari di crescita nel carisma Vincenziano per migliorare il senso di appartenenza e lo spirito Vincenziano.
- Aggregare nuovi Vincenziani attraverso la sensibilizzazione dei gruppi giovanili, dei neopensionati e le Conferenze Famiglia.
- Proseguire nell’impegno della San Vincenzo nel mondo della Scuola tramite il bando di concorso avviato nella Campagna Nazionale contro l’analfabetismo.
- Miglior conoscenza delle opere Speciali con controllo degli statuti.
Note esplicative. “Il nostro compito sarà soprattutto di dare risposte concrete ai desiderata dell’Assemblea, in quanto, pur nel rispetto delle diversità, tutti i Consigli devono sentirsi parte fondamentale della Associazione e con loro definirò le linee
guida da adottare. Ritengo sia molto importante mantenere i rapporti già in atto, collaborare con altre Associazioni di Volontariato, partecipare ai vari tavoli di coordinamento; questo vale sia per la Giunta che per tutti i Consigli. Questi rapporti possono sicuramente portarci ad una maggiore visibilità, necessaria per trovare forze nuove e un rinnovamento della nostra immagine. La visibilità della nostra Associazione mi sta molto a cuore […] Mi sento di dire che dove la San Vincenzo è una realtà credibile questo porta ad una maggiore visibilità”.
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