Le beatitudini: una logica di vita diversa
p. Giorgio Bontempi c.m.
Geremia 17,5 – 8
Salmo 1
1Corinti 15,12.16
Luca 6,17.20 – 26
Introduzione
La sesta domenica del Tempo Ordinario ne chiude la prima parte. La prossima domenica sarà la prima della santa quaresima, che avrà inizio il prossimo mercoledì, con l’imposizione delle ceneri.
Lectio
Il vangelo ci presenta Gesù che insegna come un nuovo Mosè. È un insegnamento diverso da quello imposto dai capi del popolo d’Israele.
Nel mondo biblico il termine «beato» equivale a «destinatario accogliente della salvezza di Dio» e, quindi, «amato da Dio».
Il vangelo non ci dice che è felice chi soffre, ma ci presenta la figura del “beato” (= colui che accoglie la logica del vangelo) in antitesi di colui che vive confidando nella sua forza, nella sua fama dice: “….riuscirò sempre a cavarmela, perché mi sono costruito una solida reputazione, che mi permette di avere una maschera che gli altri pensano sia il mio vero volto…!
Il vangelo apostrofa i “ricchi” – coloro che si sono costruiti la maschera – con il guai!!
Sono coloro che hanno fondato la loro casa sulla sabbia. Che – come scrive Paolo nella seconda lettura, non credono che Cristo sia veramente risorto, ma fondano la loro vita sulla gloria, i primi posti, l’orgoglio…
Il tema della risurrezione di Cristo era centrale nel mondo greco romano. Infatti i cittadini dell’impero non riuscivano a pensare che potesse risorgere la stessa persona che ha vissuto su questa terra.
Meditatio
Nella lectio abbiamo già toccato alcuni unti della meditatio, che ora riprenderemo.
Il “beato” è colui che ha incontrato il Signore risorto nel volto del fratello, in particolare, nel volto delle persone che hanno più bisogno, perché poveri, diseredati, offesi ecc…
La beatitudine offre al cristiano la certezza che la vita non è tolta ma è trasformata: se Cristo è risorto, quanto ha predicato è vero: Dio è Padre, ci ama così come siamo, lo possiamo incontrare nel volto del fratello, in ogni celebrazione liturgica, con parole e gesti, noi affermiamo quanto diciamo di credere e operare: la logica del vangelo.
Qual’è la conseguenza logica di questo discorso?
La conseguenza logica è che, il cristiano che pone il vangelo come criterio di discernimento delle proprie scelte è beato.
Beato perché ha scoperto il vero volto di Dio: il Padre!
Beato perché ha sperimentato che non morirà al termine della vita umana, ma accederà alla gloria di Dio, non per suo merito, ma perché Dio è Padre.
Beato perché non teme la verità. Non teme di opporsi alla logica del potere, in qualsiasi ambito. Non teme di smascherare coloro che ambiscono “mascherarsi” da persone perbene, sante, che sanno esporre bene anche il vangelo ma….tolta la maschera trovi il loro vero volto e allora è pericoloso per coloro che fanno una scoperta simile, soltanto il beato non ne teme le conseguenze.
Il beato si orienta sul modello della vita di Cristo proposta dai testi evangelici, per cui nulla potrà sorprenderlo e disorientarlo.
Auguro a tutti di essere beati!!
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