Prima domenica di Quaresima C
Il coraggio di Gesù
Di p. Giorgio Bontempi C.M.
Deuteronomio 24,4 – 10
Salmo 90
Romani10,8 – 13
Luca 4,1 – 13
Introduzione
Ogni periodo dell’anno liturgico ricorre per fare il punto su un aspetto della vita del cristiano. Abbiamo già sottolineato quanto è emerso dai tempi di avvento e di natale.
Che cosa sottolinea la santa Quaresima?
La santa Quaresima ricorda alla comunità cristiana che il dolore – che è la vera quaresima – bisogna accettarlo dalle mani di Dio (cfr il libro di Giobbe e il vangelo). La vita del Signore Gesù è “modello” per noi.
Quindi la santa Quaresima non è il tempo “della rinuncia programmata”, del “fioretto”!!
Lectio – Meditatio
Potremmo definire il vangelo di questa domenica così: “il coraggio di Gesù”.
Che cosa voleva insegnare l’autore del vangelo di Luca alla sua comunità?
Egli desidera sottolineare che Gesù è venuto sulla terra per compiere la volontà di quel Dio che lui insegna a chiamare “papà”. Il popolo ebraico, al tempo di Gesù, conosceva Dio, come l’autore della Legge. Una Legge tremenda, la cui inosservanza poteva causare anche la morte del peccatore (il caso della bestemmia il caso dell’adulterio, ecc…).
Gesù ci svela il vero volto di Dio: quello del papà, che ti vuol bene anche quando non lo meriti, che ti ama per quello che sei e non per quello che possiedi…
È proprio l’amore per questo Dio – papà che ci rende capaci di rinunciare all’ambizione, all’avere sempre di più. Al dominio sulle persone, alla dipendenza dalle cose.
Questo amore verso il Dio – papà ci rende sicuri e felici. Sicuri, perché non saremo mai “ricattabili”, perché non avremo mai nulla da nascondere. Infatti è ricattabile colui che ha una doppia personalità, che soltanto alcuni conoscono. Questi “alcuni” tengono in “mano” colui di cui hanno scoperto e ricoperto i limiti, mantenendo il “ricattato” in posti di responsabilità. Questi sono i “sepolcri imbiancati” di cui parla il vangelo: ricattatori e ricattati, perché si prestano al gioco, pur di salvare la loro faccia.
Se riflettiamo è quello che il diavolo propone a Gesù: il Padre ti ha mandato per svolgere la tua missione, tu sfrutta l’occasione per metterti al suo posto e poi arriverai a dominarlo. È lo stesso tema che il serpente – nel brano del Genesi – propone ad Adamo ed Eva.
Il brano evangelico può essere letto anche da un’altra prospettiva. Il popolo ebraico visse quaranta anni nel deserto e non superò la tentazione. Infatti Mosè e gli anziani del popolo non entrarono nella terra promessa.
Gesù, capo del nuovo popolo di Dio, vince la tentazione e conduce alla gloria la comunità cristiana.
Questo significa che, nonostante gli scandali, le ipocrisie e gli altri limiti che sono all’interno della Chiesa, questa trionferà sempre. In essa il bene avrà la meglio sul male, anche se qualche volta sembra – a prima vista – che avvenga il contrario, perché lo Spirito Santo ha condotto e conduce la Chiesa lungo i secoli al compimento della volontà del Padre, fino al giorno in cui tutto l’umanità entrerà in paradiso, grazie all’amore gratuito del nostro grande Dio – papà!
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