Di p. Giorgio Bontempi C.M.
Geremia 1,4 – 5, 17 – 19
Salmo 70
1 Corinzi12,51 – 13,13
Luca 4,21 – 30
Introduzione
Il Tempo Ordinario raffigura, all’interno dell’anno liturgico, la quotidianità in cui bisogna vivere gli insegnamenti del vangelo.
Lectio
Al centro della liturgia della Parola di questa domenica c’è la figura del profeta (Geremia e Cristo).
Il profeta non è un indovino o un veggente, o uno che – ogni giorno – ci riferisce quello che la Madonna ha detto, o che gli hanno fatto dire altri…..il profeta è colui che sa vedereil Signore che passa nelle nostre strade e si attiva per compiere la volontà del Padre.
Geremia tenta di far riflettere il popolo gli israeliti sul fatto, che il loro modo di vivere non attuava il volere di Dio. Infatti nel popolo di Dio vigeva la violenza, la sopraffazione, la menzogna, la falsa testimonianza e di ciò, i maggiori responsabile erano le autorità civili e religiose. Il profeta denuncia tutto questo, mettendo anche a repentaglio la propria vita. L’autorità, divenuta autoritarismo – quando è colta in fallo – attua la violenza.
Questo è quanto avviene anche nei riguardi di Gesù – il profeta per eccellenza – quando, durante il culto sinagogale di Nazaret, cerca di far comprendere ai suoi compaesani la missione che il Padre gli ha affidato.
Inoltre, l’autore del vangelo di Luca che, come gli altri vangeli, è polemico contro Israele, mette in risalto come gli ultimi tra il popolo di Dio e i pagani hanno accolto il Messia, mentre scribi, farisei e dottori della Legge, con gli ebrei osservanti lo hanno rifiutato e crocifisso. Questo comportava l’esclusione dall’elezione del popolo ebraico in favore della nuova comunità: la chiesa. La conseguenza di ciò scatenerà, da parte dei capi del popolo ebraico, nei riguardi dei cristiani una persecuzione violenta.
Meditatio
Il profeta ci ammonisce in ogni tempo: la maggioranza non è depositaria della verità! Questo vale anche all’interno della chiesa.
Il profeta è una persona che non ha nulla da perdere, la casa, la reputazione ecc…perché ha trovato il tesoro nascosto nel campo e sa che la cosa più importante della vita è andare in paradiso. Il profeta è certo di andare in paradiso, non perché lo ha meritato, sa bene di essere limitato, di possedere difetti e di non meritare nulla, ma egli ha incontrato il vero Dio: il Padre, il Dio che Gesù è venuto ad annunciare, con l’esempio e con l’insegnamento. Ebbene, il profeta sa che il Padre lo ama, come ama gratuitamente ogni persona perché, per il Padre, ogni persona è un figlio amato e fa e farà di tutto per portarlo in paradiso. Ecco perché il profeta è sicuro che entrerà nella gloria del Padre. Per questa ragione il profeta è un cristiano felice.
Felice perché vive, o meglio, cerca di vivere, la carità.
La carità, che non è quella virtù del piegare il capo, del tutto va bene sempre, dell’obbedienza cieca del, permettetemi questo accostamento: ho obbedito agli ordini!! Questo lo dicevano anche i nazisti per giustificare i loro crimini ma, lo fanno anche alcuni cristiani, quando non vogliono, per paura o peggio per vigliaccheria, assumersi le proprie responsabilità, specialmente quando ci sono rischi da correre.
Carità è il coraggio delle proprie scelte in difesa della verità, è trattare le persone con imparzialità, non cedendo alle pressioni, di fronte a situazioni in cui bisogna affrontareimmagini costruite, maschere che ci fanno vedere una fama notevole, ma che tolta la maschera, dietro c’è tutt’altro……
Carità è aiutare il fratello, e se stessi a comprendere chi siamo e chi è Dio e il nostro prossimo, a compiere la volontà del Padre..
Buona domenica!
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