Ventonovesima domenica del Tempo Ordinario C Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Ott 13, 2016 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Esodo 17,8-13;
Salmo 120;
2Timoteo 3,14-4,2;
Luca 18,1-8

Lectio

La prima generazione cristiana che ha vissuto dal 33 d.C al 90/120 d.C (periodo in cui si pensa si sia conclusa la redazione dell’opera giovannea – vangelo, lettere ed apocalisse – era convinta di essere presente alla fine del mondo, quando il Signore sarebbe tornato sulla terra nella sua gloria di Figlio di Dio, per attuare il giudizio universale. Ecco perché il brano evangelico di questa domenica termina con la domanda, riguardante la conservazione della fede da parte degli uomini, che vivono nelle avversità della vita.
Per conservare il nostro rapporto con Dio, perché Egli conserva sempre il rapporto con noi, anche quando noi lo rifiutiamo, perché Egli è Padre, è necessario pregare sempre, che significa, non dire in continuazione preghiere ma, pregare sempre significa essere persone che vivono solamente per compiere la volontà del Padre e, questo stato di vita, lo attuano con insistenza, perché questa è l’unica ragione di vita per l’uomo.

Meditatio

Pregare sempre senza stancarsi. Ci sono persone e non sono poche…tra i cristiani, che – a causa della loro ignoranza nel saper interpretare i testi biblici, intendono questo detto evangelico, come se dovessero ininterrottamente dire preghiere.
Per comprendere bene quanto affermo pensiamo alla crisi vocazionale (che riguarda la scelta, da parte dei giovani, nel rispondere alla chiamata del Signore al matrimonio, all’essere preti, suore, monaci e monache ecc…). Non si è mai vissuto un periodo storico, nella Chiesa occidentale in cui non si è pregato così tanto per le vocazioni e queste continuano a diminuire senza soluzione di continuità. E allora? Allora forse noi sbagliamo qualcosa. Ma che cosa? In primo luogo io penso che non ci si ponga di fronte alla volontà del Padre: Signore che cosa vuoi che io faccia?
I nostri programmi di pastorale sono sempre più nostri e meno di Dio. Con questo non intendo denigrare il lavoro, che è molto, che si compie nelle varie realtà ecclesiali e che spesso è molto apprezzabile, ma manca di motivazione profonda: si cercano vocazioni perché mancano preti e suore. Invece è importante far vedere con la vita cristiani felici della loro vocazione: sposi felici, suore felici, preti felici, monaci felici! Ecco il significato del pregare sempre senza stancarsi! Il cristiano felice è teso al compimento della volontà del Padre.
Come si coglie il cristiano felice nella nostra società molto problematica? Il cristiano felice non è un arrivista, non cerca i primi posti, è una persona sincera, non ha tre quattro e più facce, a seconda delle situazioni che gli si presentano.
Il cristiano felice non recita la parte, ma è se stesso, anche quando umanamente sa di pagare il prezzo che i poteri forti o la vigliaccheria del sistema clericale gli impone. Naturalmente per questa via è passato il Signore: i poteri forti erano i Romani, il sistema clericale erano: scribi, farisei, dottori della legge di Mosè e sacerdoti del tempio di Gerusalemme.
Il cristiano felice mette la sua faccia perché, avendo incontrato il Risorto, nei fratelli – specialmente negli ultimi, sa per esperienza che la vita non è tolta, ma trasformata e quindi che andrà in Paradiso perché figlio amato dal Padre. Allora nulla e nessuno gli incuterà timore.
Preghiamo tutti senza stancarci, per conoscere quotidianamente la volontà del Padre, che è la sola nostra felicità.

Buona domenica.

Prima lettura
Es 17,8-13

Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm.
Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.

Salmo responsoriale
Sal 120

R.: Il mio aiuto viene dal Signore.

Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra.

Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele.

Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.

Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.

Seconda lettura
2Tm 3,14-4,2

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.

Vangelo
Lc 18,1-8

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

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