Decima domenica del Tempo Ordinario C Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Giu 7, 2016 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

1Re 17,17-24;
Salmo 29;
Galati 1,11-19;
Luca 7,11-17

Lectio

Chi può resuscitare un morto? Solo Dio. Quindi se Gesù di Nazareth resuscita i morti, significa che egli è Dio.
Inoltre, se leggiamo il brano propostoci come prima lettura, alla luce del vangelo, possiamo affermare che Gesù di Nazareth è in sintonia con la predicazione degli antichi profeti: egli è il vero profeta.
I profeti veterotestamentari non sono altro che persone che hanno preparato la strada all’evento di Cristo.
Ora, se Gesù di Nazareth è in sintonia con l’insegnamento trasmesso dagli antichi profeti, questo dimostra che egli ha compiuto la volontà del Dio dei padri: Abramo, Isacco e Giacobbe. Dunque coloro che hanno avversato Gesù si sono messi contro il Dio dei padri.
Infine le due resurrezioni: quella narrata dal vangelo e l’altra, tratta dal primo libro dei Re, ci ricordano la predilezione di Dio verso gli ultimi. Il cristiano deve, non può, interessarsi che gli ultimi divengano i primi, sia a livello internazionale, che nazionale, che locale.

La seconda lettura è la narrazione della conversione di san Paolo, dall’ebraismo al cristianesimo. Egli non parla della caduta da cavallo.
Di questa narreranno gli Atti degli Apostoli una ventina d’anni più tardi (75 – 85 d.C).
Nella cultura greco-romana quando si doveva narrare che ad una persona era capitato qualcosa di straordinario si usava dire è caduto da cavallo.

Meditatio

La parola di Dio di questa domenica vuole porre la nostra attenzione sul tema fondamentale per il cristiano che riguarda la risurrezione.
Tema fondamentale perché, se Cristo non fosse risorto, non avrebbe senso la vita umana.
Infatti la vita umana è relativa alla vita eterna, cioè noi viviamo per entrare in paradiso. In paradiso vi entreremo, non perché lo abbiamo meritato, ma perché siamo figli! I genitori comprendono molto bene questo ragionamento.
In paradiso, coloro che in questa vita hanno sofferto handicapp o malattie che non hanno permesso loro di vivere una vita normale, li troveremo sani. Perché in paradiso il corpo umano non c’è. Esso ci serve per vivere su questa terra, mentre in paradiso non c’è né lo spazio, né il tempo, nel il peso…ecc
Ma in paradiso si vive come persone: io sarò me stesso, come gli altri saranno loro stessi. In paradiso ci riconosceremo e vivremo la vita che abbiamo sempre sognato di vivere: quella senza i limiti propri e senza quelli altrui.
In paradiso avremmo la piena coscienza di quanto il Padre, Dio, ami ogni persona.
Buona domenica.
Prima lettura
1Re 17,17-24

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