Dedicazione della Basilica Lateranense sostituisce la 32 ma domenica del Tempo Ordinario Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Nov 6, 2014 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Ezechiele 47, 1-2.8-9.12;
Salmo 45;
1Corimzi 3,9-11.16-17;
Giovanni 2, 13-22

Lectio

Le tre letture che verranno proclamate in questa festa della dedicazione della basilica lateranense, hanno per tema la chiesa.
L’acqua nella cultura ebraica, ma anche nella nostra, è segno della vita, infatti non si muore senza mangiare, mentre si muore senza bere. L’acqua che sgorga abbondante nel sogno del profeta Ezechiele è la vita che Dio dona con amore al suo popolo, rientrato dall’esilio nella terra promessa. È importante ricordare come il “sogno”, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, rappresenta Dio che parla all’uomo. infatti, prima di un grande evento c’è sempre un sogno.
La seconda lettura ricorda ai cristiani che la chiesa è l’insieme dei battezzati e che ognuno di loro deve seguire la propria vocazione, cioè il posto che il Padre ha stabilito che ciascuno occupi, pena la propria infelicità.
Il vangelo sottolinea come il tempio di Gerusalemme sia stato sostituito da Cristo, l’uomo perfetto, colui che ha compiuto per amore la volontà del Padre: il vero tempio di Dio. Ecco perché il tempio di Gerusalemme ha terminato la propria funzione: ormai il rapporto con Dio non si determina più dai sacrifici compiuti nel tempio di Gerusalemme, che comportavano la compravendita degli animali da sacrificare e il relativo cambio con la moneta del tempio, perché quella corrente – la moneta romana – non si poteva usare perché pagana e quindi contaminata dal peccato.
Con l’avvento di Cristo termina il culto ebraico del tempio ed è sostituito dalla celebrazione eucaristica che il nuovo popolo, la chiesa, celebra non più al sabato, ma il giorno seguente, quello della risurrezione, che sarà chiamato “il giorno del Signore” (= dies dominus) da cui deriva il termine domenica.

Meditatio

La dedicazione di una basilica, in questo caso quella di san Giovanni in Laterano a Roma, che è anche la cattedrale della diocesi e quindi anche del papa, che è vescovo di Roma, ci porta a riflettere sul tema della chiesa.
Chiesa deriva da ecclesìa, parola greca che significa comunità. Spesso con questo termine si designa l’edificio di culto, oppure la gerarchia della chiesa: papa, vescovi, preti e diaconi.
Invece dopo il Concilio Vaticano II si cerca di ritornare all’antica tradizione insegnata da san Paolo e dal resto del Nuovo Testamento: la chiesa è composta dall’insieme dei battezzati.
Questo significa che, all’interno della chiesa, ognuno dovrà fare ciò che il Padre vuole da lui, questo non per opprimerlo, ma perché viva ripieno di gioia.

Buona domenica

Prima lettura

Ez 47, 1-2.8-9.12

Dal libro del profeta Ezechiele

In quei giorni, [un uomo, il cui aspetto era come di bronzo,] mi condusse all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro.
Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Àraba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».

Salmo responsoriale

Sal 45

R.: Un fiume rallegra la città di Dio.

Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo a essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.

Seconda lettura

1Cor 3,9-11.16-17

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, voi siete edificio di Dio.
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.
Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

Vangelo

Gv 2, 13-22

Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

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