Tempo di Avvento anno C

da | Dic 20, 2009 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

IV domenica

Viviamo, come Maria, nella volontà del Padre

p. Giorgio Bontempi C.M.

Michea 5, 1 – 4°

Salmo 79

Ebrei 10, 5 – 10

Lc 1,39 – 48.

Lectio

Ricordiamo il significato fondamentale del Tempo di Avvento: il Signore viene, quando? Ogni giorno, dove? Nel volto del prossimo: lo accolgo?

Ricordiamoci bene che i vangeli che narrano l’infanzia di Gesù, non hanno inteso scrivere la cronaca della sua nascita, bensì far meditare su chi era colui che è nato.

Già la prima lettura pone in luce che, fin dagli inizi, la vicenda di Gesù di Nazaret si è svolta secondo la volontà del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, perché egli era il Messia atteso. Così, coloro che lo hanno seguito, hanno compiuto il volere del Dio d’Israele, mentre coloro che lo hanno rifiutato e crocefisso, si sono opposti a Dio.

Le figure di Maria ed Elisabetta impersonano i semplici, gli umili, i poveri, per i quali scribi, farisei e dottori della legge, non avevano previsto un incontro con il Messia: egli avrebbe prediletto i puri e gli osservanti della legge mosaica.

Infine la seconda lettura pone in luce come, con la morte e risurrezione di Cristo, cambia il rapporto con Dio. Egli non è più il Dio della giustizia infinita, ma è il Padre del Figlio e dell’umanità. Questo porta a mutare il modo di pregare: non si prega più alla maniera dei pagani, in cui si domanda una “grazia” alla divinità, che poi va placata con un sacrificio relativo alla grandezza del favore ottenuto, altrimenti questa potrebbe offendersi per la nostra ingratitudine, ma alla maniera cristiana.

Infatti il cristiano, seguendo il modello del suo Signore, chiede di essere conforme alla volontà del Padre. Solo compiendo il Suo volere si raggiunge la felicità, vivendo, poi, come Maria, nel servizio dei fratelli.

Meditatio

La Vergine Maria è figura della comunità cristiana ed del singolo fedele, che ascolta la Parola, la medita nel proprio cuore e la mette in pratica.

Ella è attenta agli altri. Specialmente alle persone che non contano all’interno del suo popolo. Infatti chi era Elisabetta: una povera donna, che fino a ieri era sterile. Che cosa le avrebbe potuto offrire, in cambio della sua carità?

La carità di Maria è anche un amore coraggioso, il mettersi in viaggio, significa esporsi a rischi di vario genere, significa sempre lasciare la propria casa, le abitudini e vivere altrove nell’incertezza.

Maria ascolta il Signore e parte….chi da a lei la forza? Lo Spirito Santo che è ascoltato dai “poveri”.

Questi, nel vangelo non sono coloro che non hanno mezzi, ma le persone che sono povere in spirito.

Che cosa significa? Significa essere cristiani che – come è stato proclamato nella seconda lettura – hanno come scopo della vita di compiere la volontà del Padre.

Il denaro, l’attaccamento alle persone, alle cose, alla propria immagine, spesso non ci consentono di compiere questa volontà.

Il Padre ci chiede di essere “veri”, di non nascondere – alle volte sotto una falsa carità – la verità, ci chiede di aiutare il nostro fratello a togliere la maschera che gl’impedisce di convertirsi e di porsi davanti agli altri per ciò che è….

Le maschere prima o poi cadono, come sono cadute quelle degli scribi dei farisei e dei dottori della legge. Purtroppo, quando cadono le maschere, spesso viene infangato il volto della Chiesa. Le ultime maschere sono cadute dal volto di molte persone appartenenti alla chiesa Irlandese, ma quanto danno per tutti noi…..per i ragazzie ed i giovani….per tanti semplici cristiani.

Non essere poveri in Spirito conduce anche a diventare complici di coloro che ancora, nella chiesa hanno sul loro volto una maschera…il Signore ci conceda, sull’esempio di Maria, di compiere ogni giorno la sua volontà. Buona domenica.

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