Lettera di Santa Giovanna Antida Thouret alla Famiglia Vincenziana, in occasione della Seconda Convocazione a Roma, 14-17 novembre #famvin2024

da | Ott 19, 2024 | Famvin 2024, Notizie sulla Famiglia Vincenziana | 0 commenti

Questa lettera immaginaria è ispirata alla vita di Santa Giovanna Antida Thouret (1765-1826), suora francese, fondatrice nel 1799 delle Suore della Carità di Besançon, oggi notecome Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret. Dedicò la sua vita al servizio dei poveri, dei malati e dei non istruiti, profondamente influenzata dal carisma di San Vincenzo de’ Paoli. Durante la Rivoluzione francese, subì persecuzioni ed esilio, ma tornò in Francia, dove fondò scuole, ospedali e servizi sociali, concentrandosi sull’istruzione e sull’assistenza ai più bisognosi, soprattutto donne e bambini.

Riuscite a immaginare cosa ci direbbe Santa Giovanna Antida Thouret se scrivesse una lettera ai membri della Famiglia Vincenziana di oggi? È un esercizio letterario, ma forse potrebbe essere qualcosa di simile.

Care sorelle e fratelli, membri della Famiglia Vincenziana,

Che la pace di nostro Signore Gesù Cristo sia sempre nei vostri cuori. Vi scrivo per il profondo amore che provo per ciascuno di voi, per i vostri sforzi quotidiani di vivere il Vangelo al servizio dei più poveri, degli emarginati e dei dimenticati del mondo. È una grande gioia per me rivolgermi a voi, non solo come sorella in Cristo, ma come una persona che condivide con voi la stessa sete di carità, la stessa urgenza di alleviare la sofferenza, la stessa gioia di incontrare Cristo nel volto dei più bisognosi.

Ho sentito nel mio cuore la chiamata a condividere con voi una riflessione, un invito e una preghiera, soprattutto in questo momento della nostra storia, in cui la Famiglia Vincenziana vi chiama a riunirvi a Roma dal 14 al 17 novembre 2024 per la Seconda Convocazione della Famiglia Vincenziana. Questo incontro non è solo un altro evento sul calendario, ma una benedizione, un vero dono dello Spirito Santo per rinnovare in noi l’ardore della missione e la forza di andare avanti.

Come ben sapete, la nostra vocazione vincenziana è radicata nel carisma che lo Spirito Santo ha infuso in San Vincenzo de’ Paoli e in Santa Luisa de Marillac, che vedevano in ogni essere umano il volto di Cristo, specialmente nei poveri e nei malati. Questa stessa carità è stata la forza trainante della nostra vita, unendo la nostra famiglia spirituale sotto l’egida dell’amore per Dio e per il prossimo.

Dalle mie umili origini a Sancey-le-Long, in Francia, alla fondazione della Congregazione delle Suore della Carità, la mia vita è stata segnata dal servizio. In tempi di persecuzione e di miseria, quando la Rivoluzione francese ha portato tanto dolore, è stata la carità a sostenerci. Non la carità delle parole, ma quella che si traduce in gesti concreti d’amore: dare da mangiare agli affamati, curare le ferite dei malati, insegnare ai bambini che non hanno accesso all’istruzione, offrire rifugio ai senzatetto. Questa è la carità di Cristo, che illumina la vita dei seguaci del carisma vincenziano e che ci dà la forza di andare avanti anche nelle prove più difficili.

La carità cristiana è l’espressione più sublime del nostro amore per Dio. E nelle parole di Gesù: “Tutto quello che avete fatto a uno di questi più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40), troviamo il cuore stesso del nostro carisma vincenziano. Quale gioia più grande può esserci che servire Cristo stesso nel volto sofferente dei poveri?

Care sorelle e cari fratelli in missione, il mondo di oggi ha bisogno più che mai di testimoni coraggiosi dell’amore di Cristo. Vivete in tempi di sfide, di povertà crescente, di conflitti che lacerano il cuore dell’umanità, di famiglie che vivono nell’incertezza e nella disperazione. Ma vivete anche in tempi di grazia, dove lo Spirito Santo li chiama a essere strumenti di pace, consolazione e carità.

La prossima convocazione a Roma è un invito a riscoprire la bellezza della nostra vocazione, a rinnovare il nostro impegno verso i più poveri e a farlo insieme, come una grande famiglia unita dall’amore di Cristo e dal carisma di San Vincenzo de’ Paoli. Questo incontro è un’occasione unica per condividere le nostre esperienze, le nostre sfide e le nostre speranze. È un momento per rafforzare i legami che ci uniscono e per ricordare che, sebbene le nostre missioni siano diverse, la chiamata è la stessa: essere testimoni dell’amore di Dio.

Nel corso dei secoli, la nostra Famiglia Vincenziana è cresciuta in numero, in opere e in estensione, ma non dobbiamo mai dimenticare che la nostra forza risiede nell’unità, nella condivisione fraterna e nel sostegno reciproco. Questo incontro a Roma sarà un’occasione per guardarci negli occhi, come fecero i nostri santi fondatori, per condividere le nostre vite e rinnovare il nostro spirito di servizio.

Permettetemi di ricordarvi, con il cuore pieno di gratitudine, l’immensa responsabilità che deriva dalla nostra vocazione. Il servizio ai più poveri tra i poveri non è semplicemente un’opzione tra le tante, ma è l’essenza stessa del nostro essere cristiani. In ogni volto che incontriamo, che sia quello di un bambino affamato, di una madre angosciata, di un anziano malato, Cristo è presente.

Gesù Cristo non ci ha invitato solo a fare l’elemosina o a essere caritatevoli in modo superficiale. Ci ha mostrato con la sua stessa vita cosa significa amare fino all’estremo. Ci ha insegnato che dobbiamo inginocchiarci di fronte alla sofferenza, come fece quando lavò i piedi ai suoi discepoli. Ogni atto di carità che compiamo è un’estensione di quel gesto umile e amorevole.

Voglio quindi incoraggiarvi a cercare nuovi modi per servire i nostri fratelli e sorelle bisognosi, soprattutto nel momento attuale, quando il mondo grida giustizia, compassione e solidarietà. Che non ci stanchiamo mai di fare del bene, anche se la strada è a volte difficile. Come ha fatto nostro Signore, dobbiamo essere sempre pronti ad abbracciare i poveri, ad ascoltare chi è solo, a consolare chi soffre.

La Seconda Convocazione della Famiglia Vincenziana a Roma è un vero dono che lo Spirito Santo ci offre per rafforzare la nostra fede e ravvivare il nostro impegno. Non è solo un incontro per discutere di piani o progetti, ma uno spazio in cui lo Spirito di Dio ci trasforma e ci riempie di nuovo fervore.

In questi giorni di novembre, condividendo il carisma vincenziano, vi riunirete per riflettere, pregare e camminare insieme. Sarà un momento per approfondire la nostra comprensione della sinodalità, un concetto che la Chiesa ha promosso con forza negli ultimi anni. Cosa significa camminare insieme? Significa, innanzitutto, che ci riconosciamo reciprocamente come fratelli e sorelle nella fede, che ci sosteniamo a vicenda, che condividiamo i nostri pesi e le nostre gioie. Significa anche che lavoriamo insieme nella missione, mettendo i nostri talenti al servizio del Regno di Dio.

Spero che durante questo periodo possiate sentire più chiaramente la chiamata di Dio a essere missionari della carità. E missionari non solo in luoghi lontani, ma anche nel nostro ambiente, nelle nostre comunità. Ognuno di noi è chiamato a essere una luce nel proprio luogo, a portare la speranza di Cristo a coloro che ne hanno più bisogno.

Alle mie care sorelle, religiose consacrate al servizio dei più poveri, desidero rivolgere uno speciale pensiero. Avete scelto una vita non facile, una vita che comporta rinunce, sacrifici e una dedizione totale a Dio e al prossimo. Eppure sappiamo anche che non c’è felicità più grande di quella che si trova nel servizio. Non c’è consolazione più grande che vedere Cristo riflesso nei volti dei poveri che assistiamo, dei bambini che educhiamo, dei malati che accompagniamo. In questa vocazione seguite le orme di Maria, la madre di Gesù, che si definiva “la serva del Signore”. Anche voi siete ancelle, ma con una missione speciale: essere le mani di Cristo nel mondo, essere i suoi piedi che camminano verso chi ha bisogno, essere il suo cuore che ama senza misura.

In questi tempi in cui il mondo sembra irrimediabilmente destinato all’individualismo e all’indifferenza, siamo chiamati a essere il volto di una Chiesa che esce, una Chiesa che non aspetta, ma va incontro, che abbraccia i sofferenti e si china sui bisognosi. E non siete soli in questa missione. Come parte della grande Famiglia Vincenziana, avete il sostegno di tanti fratelli e sorelle che hanno dato la loro vita al servizio degli altri.

Vorrei concludere questa lettera con un caloroso invito. Vi incoraggio a partecipare alla Seconda Convocazione della Famiglia Vincenziana a Roma. Che siate in grado di essere presenti fisicamente o di accompagnarci nella preghiera e nello spirito, questo è un momento cruciale per noi come famiglia.

Preghiamo lo Spirito Santo di guidarci in questo cammino e, come San Vincenzo de’ Paoli e Santa Luisa de Marillac, di continuare a essere testimoni dell’amore e della misericordia di Dio nel mondo. Che l’esempio della nostra cara Vergine Maria, la Madre della Carità, ci ispiri a dire sempre “sì” al progetto di Dio nella nostra vita.

Uniti nella preghiera e nel servizio, vi accompagno con la mia preghiera e il mio affetto in Cristo.

Santa Giovanna Antida Thouret

 

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