Quattro aspetti della santita’ della Venerabile Suor Justa Dominguez de Vidaurreta, Figlia della Carità

da | Mag 25, 2018 | Figlie della Carità, Notizie sulla Famiglia Vincenziana | 0 commenti

Papa Francesco il 14 aprile scorso ha firmato otto decreti relativi alla dichiarazione di 8 servi di Dio come Venerabili, tra i quali Suor Justa Domínguez de Vidaurreta, Figlia della Carità di san Vincenzo de Paoli, nata a Azpeitita il 2 novembre 1875 e morta a Madrid il 18 dicembre 1958. La sua virtù eroica è dovuta a una vita di abbandono totale, d’offerta totale a Dio, nell’esercizio della carità per i poveri, in accordo con la missione affidatale dai suoi superiori: alla formazione delle vocazioni dei giovani, all’animazione spirituale, alla direzione ed espansione missionaria.

Non l’ho conosciuta personalmente, ma considero una grazia speciale aver potuto lavorare all’inchiesta sulla sua vita e sulle sue virtù e aver scritto la  sua biografia. Desidero far emergere i quattro aspetti che papa Francesco richiede ai consacrati: gioia, discernimento, consacrazione e annuncio evangelico come missionari.

1. Una formatrice gioiosa

Fin dalla giovinezza ha manifestato un’ attenzione  speciale per la formazione delle giovani nella scuola domenicale della sua parrocchia.

Nella gioia della sua giovinezza è entrata a 20 anni nel Seminario di Madrid come Figlia della Carità. La sua prima missione, per 36 anni, è stata la formazione delle giovani Suore del Seminario; prima, per 26 anni, come Suora collaboratrice o “Suora d’ufficio” e in seguito come direttrice e responsabile del seminario nei dieci anni seguenti. Trasmetteva la gioia durante le lezioni sui contenuti del Vangelo, la Sacra scrittura, la biografia spirituale di San Vincenzo e di Santa Luisa fino a quando le giovani fossero in comunione con lei. Così si esprimeva-in una lettera ad un’ amica :”Noi non possiamo aspirare ad una gioia più grande che a quella di essere consacrate a Nostro Signore nel fiore degli anni e di conservare la preziosa verginità, la povertà e l’obbedienza che sono i voti religiosi”.

2. L’arte del discernimento

Nella sua giovinezza ha dovuto discernere l’appello di Dio tra le quattro strade che le si offrivano: il matrimonio con un giovane di buona famiglia e con un posto di tutto rispetto, religiosa di clausura dell’Immacolata Concezione, religiosa Figlia della Croce o Figlia della Carità serva dei poveri. Con un genio poetico di frasi poetiche semplici sapeva trasmettere con forza le conoscenze e il sapere culturale, i contenuti del catechismo e gli atteggiamenti relativi alla vocazione e al modo di vivere. Le sue compagne nella giovinezza dicevano di lei: “Come il Divin maestro, non ha avuto altro ideale che quello di condurre  le anime a Dio”.

Buona comunicatrice, aveva scritto ad una giovane che cercava in lei aiuto nel discernimento vocazionale “Oggi ho chiesto nella Santa Comunione, che tu possa conoscere chiaramente ciò che desideri per compiere la volontà di Dio nostro Signore che tu sia una santa… ti prego perché  affidi la tua vocazione alla santa Vergine, prima di tutto, poi al suo amatissimo sposo S. Giuseppe…. Infine, che si compia la volontà del mio caro sposo, con il quale sarai felice dove lui vorrà.”

3. Animatrice contemplativa

Nominata visitatrice provinciale nel 1932, ha dovuto vivere tempi difficili come superiora provinciale. Ha subito la persecuzione e il carcere, ha sperimentato la fuga e la clandestinità negli anni 1936-1937. Ha offerto la sua vita per evitare che i miliziani uccidessero alcune suore, ma il disegno di Dio per lei non era il martirio di sangue, ma quello dell’offerta nella vita quotidiana. La fonte della sua gioia, della serenità e profonda vita interiore nasceva dalla sua contemplazione. Coloro che lei ha formato dicono che ha creato una scuola di santità attraverso le Sante Regole. Abbiamo ancora il suo diario con pensieri intimi in cui descriveva il cammino di santità.

Le sue allieve, Figlie della Carità lo confermano: ”Quando ci insegnava a meditare, il suo modo di entrare in relazione con il Signore nell’intimità, era estremamente dolce, espressivo e pieno di affetto per Lui. Il suo comportamento traduceva un amore generoso per Gesù Cristo che lei considerava come lo sposo della sua anima”.

Come visitatrice provinciale ha minuziosamente vegliato sull’animazione comunitaria e spirituale: ”aveva il dono speciale per le relazioni con tutti, e concretamente con le Suore che cercavano di incontrarla oltre il tempo ordinario, per manifestare i propri problemi e preoccupazioni, sovente dopo aver cercato l’occasione per vederla, giungevano a risolvere i problemi, soltanto guardando Suor Justa.

4. Missionaria e annunciatrice del Vangelo nella sua missione di governo: 

E’ stata visitatrice provinciale dal 1932 al 1958. Piena di zelo per la gloria di Dio e il servizio dei poveri, piena di creatività e di zelo e si è ingegnata a salvare quanto più poteva Suore e opere durante gli anni della persecuzione (1936-1939), ha sostenuto la fede delle Suore martiri, si è fatta missionaria di riconciliazione, dopo la guerra civile che ha isolato la Spagna; ha organizzato il Segretariato delle opere e rilanciato le Associazioni del laicato vincenziano: Figli e Figlie di Maria, Associazione Internazionale di Carità, Azione Cattolica, Associazione Eucaristica, Luisa de Marillac, Associazione delle Buone Parole e la Crociata Missionaria pro-Cuttack.

È diventata la promotrice delle vocazioni alla vita consacrata, motivando e facilitando gli aiuti ai giovani desiderosi di diventare sacerdoti; ha stabilito dodici collegi apostolici per la cura delle vocazioni, presso gli aspiranti che volevano mettersi all’ascolto della chiamata di Dio. E’ stata una collaboratrice incondizionata dell’azione pastorale del vescovo di Madrid Lepoldo Eijo y Garay, inviando Suore nei dispensari, nelle Scuole e nelle Carità parrocchiali dei quartieri più  poveri della città, ancorati nel suo zelo apostolico, e fedele all’azione missionaria della Chiesa. Fedele alla proposta della Congregazione per la Propagazione della Fede e dei superiori generali, ha inviato  Suore in India (1940) e a Santo Domingo (1952). Ha stimolato la fedeltà al carisma con bontà, ascolto e pazienza. Attraverso la sua presenza umile ha  facilitato un clima di comunione e di carità nelle Comunità, la cui testimonianza ha attirato numerose vocazioni durante il  suo mandato.

autoreSuor María Ángeles Infante Barrera, FdC, Vice-Postulatore
traduzione: S. Cristina Laim, FdC
fonte: https://cmglobal.org/

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