P. Luigi Graziato ci ha lasciato

da | Dic 2, 2012 | Notizie sulla Famiglia Vincenziana | 0 commenti

Lo scorso 28  novembre P. Luigi Graziato, missionario vincenziano, è deceduto alla’eta di 59 anni, lasciando nello sconcerto confratelli e membri dei diversi rami della famiglia vincenziana (dove era molto conosciuto per avervi dedicato gran parte del proprio ministero), sacerdoti diocesani, amici ed il fratello Dario.

Le esequie si sono svolte a Genova, nella Casa della Missione di via Fassolo, cui apparteneva. Pubblichiamo il breve profilo della sua vita contenuto nell’omelia  tenuta da P. Pietro Angelo Fanzaga, Visitatore della Provincia di Torino della Congregazione della Missione.

Graziato Luigino

Venaria (TO) 26-04-1953

Genova 28-11-2012

 

La celebrazione di oggi ci ricorda che la vita del cristiano è vissuta nel battesimo come partecipazione alla morte di Cristo e alla sua risurrezione per una vita nuova, tessuta dallo Spirito Santo in colui che si è spogliato del peccato e delle sue caratteristiche e si è impegnato a superare le tracce che il peccato rischia o tenta di lasciare nella vita cristiana (Rom. 6,3-4. 8-9).

Vita nuova è risurrezione già in questa vita, e risplenderà poi compiutamente nella vita futura, così la morte non ha più potere su di lui, Cristo, e su di lui, il cristiano.

Il cristiano chiamato a farsi piccolo, ci suggerisce Gesù nel Vangelo, per accogliere la rivelazione dell’amore del Padre che Cristo ha portato (Mt 11,25-30).

In questa prospettiva la celebrazione eucaristica, che ci riunisce in comunione di fede e di preghiera oggi, è per noi un invito a mettere da parte la sapienza umana, i ragionamenti, i perché, per testimoniare a noi stessi, nel santuario della nostra coscienza, e ai fratelli, la fede e la speranza cristiana.

 

Il P. Luigino: una vita alla ricerca dell’ideale proposto dal salmo, “abitare nella casa del Signore” (Salmo 26) non soltanto spiritualmente vivendo la comunione con il Signore, ma anche come sacerdote nell’attività al servizio della casa del Signore, nel desiderio di vivere lo splendore della celebrazione della vita cristiana nella liturgia. Non è stato facile per lui, è stata necessaria tanta fede e molta costanza e tenacia. Lo ricorda la presenza degli alpini: Luigino è passato attraverso il servizio militare, il che non avveniva generalmente per chi aspirava a  diventare sacerdote, prima di poter realizzare la sua vocazione.

 

Una vita di sacerdote donato ai fratelli come parroco e zelante pastore nella diocesi che lo ha accolto, Albano nel Lazio, poi nella Congregazione della Missione, in particolare nella predicazione delle missioni al popolo, in cui la sua disponibilità all’incontro cordiale e caloroso con i fedeli lo aiutava a comunicare il vangelo, condividendo con loro aspetti della vita caratteristici del popolo, che non sempre si trovano in un sacerdote.

 

Una vita in cui il fascino di S. Vincenzo de’ Paoli, lo ha trovato disponibile, in tutte la mansioni affidategli, pronto a farsi tutto a tutti con una generosità talvolta semplice al limite della ingenuità, per cui poteva essere facile ad altri approfittarne. Ha pronunciato i voti (non solenni, né semplici) che lo hanno impegnato definitivamente con la comunità vincenziana in questa chiesa.

 

Era consapevole della serietà della malattia, ben più grave delle altre malattie da lui sofferte in questi ultimi anni.  Quel male che sovente non viene descritto con il suo nome, forse per una istintiva volontà di ignorarlo (come se potessimo allontanarlo per il fatto che non lo chiamiamo per nome) egli con me, circa venti giorni orsono, lo ha chiamato tumore maligno. Nominarlo ci porta a pensare alla morte e ci riempie di paura, come è naturale e come è stato per Gesù Cristo.

Nella sua semplicità si affidava al Signore, nello stesso tempo era fiducioso nelle capacità dei medici che avrebbero potuto guarirlo. E compiere il miracolo. Confidava nella materna intercessione della Madonna.

 

Il mistero della benevolenza del Padre, che rende grandi i piccoli, cui comunica “queste cose”

di cui parla Gesù nel vangelo, ci coinvolge perché chiniamo il capo e nell’obbedienza al disegno di Dio, portiamo con noi quanto di positivo la vita di Luigino ci ha lasciato e viviamo come cristiani forti nella fede, aiutati da questa celebrazione.

Tags:

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

VinFlix

VFO