2 giugno 2011: 65° anniversario della Repubblica Italiana

da | Giu 2, 2011 | Storia e cronaca | 0 commenti

L’Italia Repubblicana

Dopo la fine della guerra in Italia lo scontento popolare, soprattutto nell’ Italia settentrionale, nei confronti della monarchia, in particolare, di Vittorio Emanuele III era elevatissimo.

Questi tentò di salvare il potere regio abdicando in favore del figlio Umberto II, tuttavia il 2 giugno del 1946 un referendum istituzionale sancì la fine della monarchia e la nascita della Repubblica Italiana; in contemporanea vennero eletti i delegati all’Assemblea Costituente. Per la prima volta in Italia, per questa occasione, anche la donne ebbero il diritto al voto.

Il primo Presidente del Consiglio dei Ministri fu Alcide De Gasperi, della Democrazia cristiana e, salvo poche eccezioni, dal 1946 al 1993 la Presidenza del Consiglio fu democristiana.Il 25 giugno 1946 cominciarono ufficialmente i lavori dell’Assemblea Costituente con Giuseppe Saragat alla presidenza e la nuova costituzione repubblicana entrò in vigore il 1 gennaio 1948. Nel frattempo erano stati firmati nel 1947 i Trattati di Parigi con i quali formalmente e definitivamente fu siglata la pace con le potenze alleate e vennero sancite le conseguenze dell’ingresso e sconfitta nella Seconda guerra mondiale, con mutilazioni nazionali territoriali: l’Istria e la Dalmazia cedute alla nascente Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia, il Dodecaneso alla Grecia, il colle di Briga ed il colle di Tenda alla Francia, l’ Isola di Saseno all’ Albania, il pagamento dei danni di guerra alla URSS e la perdita di tutti i possedimenti coloniali italiani.Sul piano della cultura questo fu un periodo particolarmente felice per la letteratura italiana ed ancor di più per il cinema con la nascita del neorealismo.Gli anni della ricostruzione: in questi anni si tentò di riparare i danni provocati prima dal fascismo e poi dalla guerra. L’Italia diventò un grande cantiere, anche grazie agli aiuti del Piano Marshall. In contemporanea si verificarono evoluzioni nella politica e nel costume.Nel 1949 l’Italia aderì alla NATO (North Atlantic Treaty Organization).Nel 1950 nacque la Cassa del Mezzogiorno, con l’obiettivo di colmare il divario economico tra il nord ed il sud del Paese (la cosiddetta Questione meridionale era ormai riconosciuta).Nel 1954 fu firmato il Memorandum di Londra con il quale il Territorio libero di Trieste veniva suddiviso in due zone, una assegnata all’Italia ed una alla Jugoslavia. Nel 1955 l’Italia venne ammessa alle Nazioni Unite. Il 1957 vide anche la nascita della Comunità Economica Europea, il primo passo verso la realizzazione dell’Unione Europea.Gli anni del “miracolo economico”: Tra il 1958 e il 1963 l’economia italiana, ma anche la società e le famiglie italiane si trasformarono completamente in seguito al cosiddetto miracolo economico.In questi anni il Prodotto interno lordo, che fino al 1958 era cresciuto in media del 5.5%, crebbe nei sei anni successivi del 6.3%. Tale crescita rappresentò un record nella storia del paese. Il reddito pro-capite passò da 350000 lire a 571000 lire. Tra il 1958 e il 1959 gli investimenti lordi crebbero del 10% e tra il 1961 e il 1962 l’incremento fu del 13%. Questi numeri ridussero sensibilmente il divario storico con i grandi Paesi europei: Inghilterra, Germania e Francia.La crescita del reddito pro capite produsse l’aumento dei consumi individuali che registrarono una crescita media di cinque punti percentuali l’anno. La domanda di beni durevoli (automobili, elettrodomestici, ecc. ) raggiunse una crescita annua pari al 10.4%.Importanti cambiamenti ci furono anche nell’alimentazione, grazie alla diffusione del frigorifero, che permettendo una prolungata conservazione del cibo modificava anche le abitudini della spesa quotidiana degli italiani. Questo elettrodomestico fino al 1955 rappresentava un bene di lusso; dieci anni dopo il frigorifero era presente nel 30% delle case degli italiani. Come gli elettrodomestici, anche le automobili e le motociclette divennero beni accessibili per un gran numero di italiani. Si affermarono marchi come: Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Autobianchi, Gilera, e Piaggio.L’industria registrò una crescita pari all’84% tra il 1953 e il 1961. A testimonianza di tale crescita puù essere considerato questo dato: nel 1947 Candy produceva una lavatrice al giorno, nel 1967 una ogni 15 secondi. La produzione industriale raggiunse tali livelli sia grazie alle nuove tecnologie di produzione che arrivavano in gran parte dagli Stati Uniti, sia anche grazie ad una manodopera con bassi salari.L’elevata disponibilità di manodopera era dovuta ad un forte flusso di migrazione dalle campagne alle città e dal sud verso il nord. Chi si trasferiva, dal sud al nord o dalle campagne verso le città, spesso si trovava in condizioni economiche disperate. Tali condizioni portavano ad accettare condizioni di lavoro pesanti e mal retribuite.All’aumento dell’industrializzazione si verificò la diminuzione del peso delle attività agricole nel bilancio globale dell’ economia del paese. Tra il 1954 e il 1964 in tutta Italia vi fu una diminuzione di 3 milioni di posti di lavoro nel settore agricolo. Il peso dell’agricoltura si ridusse del 10.8% del Prodotto interno lordo.Antonio Segni inaugura l’Autostrada del Sole, il 4 ottobre 1964, a bordo della Lancia Flaminia 335 presidenziale.Questo notevole sviluppo fu possibile anche grazie all’intervento dello Stato nell’economia che intervenne con politiche economiche di stampo Keynesiano. L’intervento del governo avvenne soprattutto attraverso l’aumento della spesa pubblica e la creazione di società a partecipazione statale. Fondamentale fu l’intervento dello Stato nella realizzazione di alcune infrastrutture necessarie per lo sviluppo del mercato. In tale ambito un importante ruolo fu ricoperto dall’IRI [34] che intervenne sostanzialmente nella costruzione della rete autostradale (costituì la Società autostrade) e nel potenziamento del settore dei trasporti, sia automobilistico, sia navale e aereo (costituzione dell’Alitalia).Infine, contribuì alla crescita dell’Italia un fattore esterno, cioè, la creazione del Mercato comune europeo (MEC), preceduta dalla creazione nel 1951 della Comunità europea del carbone e dell’acciaio e la creazione della CEE nel 1957, a cui l’Italia aderirà da subito. Con la creazione del MEC vi fu l’apertura delle frontiere europeee ai commerci, col conseguente aumento delle esportazionie scambi commerciali europei.Il boom economico provocò, anche, l’aumento del divario economico tra il nord e il sud d’Italia. Il tentativo di ridurre tale squilibrio con la Cassa per il Mezzogiorno non diede risultati soddisfacenti.In conclusione c’è da dire che, grazie al miracolo economico, l’Italia uscì dall’arretratezza in cui versava. Tuttavia un prezzo alto fu pagato soprattutto da chi, per vivere, fu costretto ad abbandonare la propria terra d’origine per trasferirsi nelle grandi città industriali.Il sessantotto e la contestazione: In seguito al boom economico la stratificazione sociale della popolazione era cambiata, l’urbanizzazione creata dai flussi migratori interni aveva aumentato la concentrazione della popolazione, esisteva ormai un ceto medio e si cominciava a delineare un prototipo di italiano medio.Nel 1964 la giovane Repubblica italiana rischiò un colpo di stato con il Piano Solo.Il 1968 vide l’Italia trasformarsi radicalmente sul piano sociale, in seguito alle migliorate condizioni di vita dovute al boom economico degli anni precedenti, e il sorgere di movimenti radicali, soprattutto comunisti, di giovani e operai, che portarono profonde modifiche al costume, alla mentalità generale e particolarmente alla scuola.Il dualismo dei termini rispecchia la tendenza italiana ad indicare gli eventi con date. Ciò che fuori d’Italia fu contestazione in Italia viene solitamente definito 68.Negli anni ’70 alcuni dei numerosi movimenti politici, sorti negli anni precedenti, si estremizzarono e degenerarono nel terrorismo rosso, accompagnato da quello nero. A dicembre 1970 ci fu ancora un tentativo di colpo di stato da parte dell’estrema destra, il Golpe Borghese. Nell’estrema sinistra rimasero tristemente celebri le Brigate Rosse, dette anche BR, che rapirono e/o gambizzarono numerosi esponenti del mondo culturale e politico italiano considerati “reazionari”; l’episodio più eclatante si ebbe nel 1978 quando rapirono e assassinarono il Presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, proprio nel momento in cui il Presidente del Consiglio incaricato, Giulio Andreotti, stava tentando di far nascere un governo con l’appoggio del PCI.Verso la fine degli anni ’70 lo Scandalo Lockheed anticipava un degrado della politica che negli anni successivi avrebbe portato a svariate inchieste giudiziarie.Cominciano quelli che Montanelli chiamerà anni di fango.La scoperta, all’inizio degli anni ’80, della loggia massonica P2 mise in nuova luce molti dei misteri italiani. Il presidente del consiglio Arnaldo Forlani si dimise per lo scandalo che seguì. In questi anni ci fu anche un declino del potere dei sindacati e del PCI.Crebbe la disaffezione dei cittadini per la politica.Dal punto di vista sociale furono gli anni del riflusso, con un ritorno delle persone dalle piazze al privato. Aumentò, in altre parole, l’individualismo, unito al consumismo in un edonismo consumista.Nel 1984 (a febbraio), Bettino Craxi (all’epoca Presidente del Consiglio) firmò con il Vaticano un protocollo aggiuntivo ai Patti lateranensi del 1929. Tale protocollo verrà ratificato dalla legge 206 del 1985.Da ricordare a livello internazionale la caduta del Muro di Berlino nel 1989, che ebbe ripercussioni anche in Italia, assumendo il significato di un crollo ideale dell’alternativa al capitalismo.Seconda Repubblica e Mani pulite: Nel 1992 le indagini di Mani pulite sul fenomeno dilagante delle tangenti (lo scandalo venne appunto chiamato “Tangentopoli”), portarono al coinvolgimenti di tutto il pentapartito, che alle elezioni successive (1994) venne “distrutto” dagli elettori indignati.Il nuovo panorama politico: Nel caos politico derivato dalla disintegrazione dell’ordine precedente emergeva un nuovo partito, Forza Italia, che si poneva come alternativa al vecchio sistema pur inglobando alcuni dei suoi protagonisti, e otteneva un forte successo alle elezioni nel 1994, con due distinte coalizioni, al Nord con la Lega Nord, e al Centro Sud con il MSI (non ancora Alleanza Nazionale). Della coalizione facevano parte anche il CCD e partiti minori. Le due coalizioni ottennero la maggioranza assoluta alla Camera, ma non al Senato.Berlusconi e Prodi: In questa fase, definita “Seconda Repubblica”, si consolida il principio del bipolarismo e l’alternanza fra i governi dei due schieramenti di centrosinistra e centrodestra: dal 1996 al 2001 i governi dell’Ulivo, dal 2001 al 2006 quelli della Casa delle Libertà e dal 2006 quello dell’Unione, una nuova coalizione dei partiti di centro-sinistra. Con le nuove elezioni indette dopo la caduta del governo dell’Unione, il 13 e il 14 aprile aprile 2008 sale al potere la coalizione di centro-destra, composta dal PdL (Popolo della Libertà, risultato della lista unica di candidati tra FI, AN e altri partiti minori), dalla Lega Nord e dal Movimento per l’Autonomia. All’opposizione vi sono solo la coalizione tra PD (Partito Democratico, nelle cui liste sono inclusi anche i Radicali Italiani) e Italia dei Valori, e l’UdC (Unione di Centro, formata dall’UDC, dalla Rosa per l’Italia e da altri partiti minori).

Per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana non sono presenti in parlamento rappresentanti dei partiti socialisti (che si sono riuniti proprio alla vigilia delle elezioni nel Partito Socialista unitario) e comunisti (riuniti ne La Sinistra L’Arcobaleno assieme alla Federazione dei Verdi, anch’essa rimasta fuori dal Parlamento).

Fonte: www.festadellarepubblica.it

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