Roma, Curia Generalizia
24 Dicembre 2010
Omelia
Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele, “Dio-con–noi”.
Fratelli miei, nel celebrare come comunità il dono della nascita di Gesù nel mondo, siamo chiamati a riflettere profondamente sul fatto che Dio è in mezzo a noi. Con intensità, profondità, intimità, l’amore di Dio è diventato reale, si è fatto umano, uno con l’umanità, attraverso la persona di suo Figlio Gesù. Dio presente tra noi nella persona di Gesù eleva la dignità della nostra umanità. Siamo chiamati ad amare e rispettare tutti, specialmente coloro che sono considerati gli ultimi tra i nostri fratelli e sorelle. È quello cui Dio ci chiama, in questa celebrazione della vigilia.
Poco tempo fa abbiamo sentito Gesù parlare di Giovanni Battista. Le sue parole dicevano che non c’è più grande uomo nato da donna di Giovanni Battista, e tuttavia i più piccoli sono più grandi di tutti, più grandi di lui e più grandi di tutti coloro che sono stati prima di lui o che verranno dopo di lui. Gesù ci mostra questo non solo con le sue parole, ma anche con le sue opere che nel corso di tutto il suo ministero sono rivolte specialmente agli emarginati.
Oggi ci viene chiesto di riflettere e di celebrare la bellezza dell’umanità rivelataci da Dio “che è venuto ad abitare in mezzo a noi”. Come parte del genere umano, è nostro dovere rispondere all’amore promuovendo la bellezza e la bontà dell’umanità. Come Vincenziani lo facciamo già nei confronti di coloro che vivono nella povertà. Nello spirito di Giovanni Battista, noi dobbiamo diminuire, e Cristo crescere, esprimendo anche noi l’amore con un po’ di quella stessa intensità, profondità e intimità con cui Dio ci ha amato.
Dio è in mezzo a noi, cari fratelli. La genealogia ci mostra il desiderio di Dio di unirsi all’umanità. Si tratta di un dispiegarsi della storia umana, un’umanità che è forte e debole, ricca e povera, talentuosa e difettosa allo stesso tempo. Dio ha così scelto di condividere intimamente la nostra vita e la nostra storia umana. Ed è questa la più grande manifestazione della presenza di Dio: nei piccoli.
L’intensità, la profondità e l’intimità dell’amore di Dio ci viene illustrata nel primo testo della liturgia odierna, del profeta Isaia. In esso egli parla della relazione tra Dio e l’umanità nei termini di una relazione d’amore. Un rapporto tra innamorati. Il profeta dice chiaramente: “Il Signore troverà in te la sua delizia” Di nuovo, la tenerezza di questo amore si esprime così: “Il tuo Dio gioirà per te”. La concretezza dell’amore di Dio, un amore tenero, intenso e intimo, viene altresì espressa nel racconto evangelico della nascita di Gesù. Nato da una donna di nome Maria, promessa ad un uomo chiamato Giuseppe, generato in virtù dello Spirito Santo. Dio sceglie così di essere intimamente unito a noi come esseri umani. E il suo nome sarà Emanuele, Dio-con-noi.
Buon Natale, cari fratelli, ed un Anno di pace a tutti noi che viviamo la nostra chiamata a seguire Gesù Cristo che evangelizza e serve i poveri con i nostri fratelli della Congregazione della Missione e della Famiglia Vincenziana.
Che meraviglia, che privilegio abbiamo di poter onorare e amare Dio onorando e amando i poveri.
G. Gregory Gay, C.M.
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