Cronaca dell'Assemblea generale (13)

da | Lug 15, 2010 | Notizie sulla Famiglia Vincenziana | 0 commenti

Cronaca relativa al 13 Luglio 2010.

Bene, risulta che oggi è martedì tredici. Ed in alcune culture – in altre, è il venerdì tredici o diciassette -, questo numero arabo è segno sfortunato o di pericolo imminente che qualcosa non va bene. Evidentemente, lei mi dirà, ironico lettore, che questa è una leggenda irrisoria e senza fondamento o una superstizione propria di persone incolte. Ma, a volte, funziona. Ne è prova la giornata  di questo martedì. Voglio dire con questo che doveva arrivare il giorno temuto, ed arrivò. In ogni Assemblea normalmente c’è un giorno grigio, noioso, pieno di ripetizioni, con poca brillantezza, con la sensazione che il treno si blocca ed è incapace di avanzare qualche chilometro con ritmo normale. Mi diceva un membro dell’assemblea che quasi la totalità della giornata di oggi può paragonarsi ad un viandante che tenta di lottare coraggiosamente contro la nebbia delle parole ed il vento dei dubbi. Forse, questo risulta esagerato ai veterani in queste liti, ma le matricole normalmente si sorprendono molto con sessioni come quella di oggi.

E lei mi domanderà quale è stata la ragione. Io le anticipo solo che c’è una parola che spaventa sempre in tutte le Assemblee. Uscì già nella cronaca anteriore e è tornata ad uscire nella sessione di oggi: gli Statuti. Non è che questo cronista sia fissato con questo benedetto vocabolo, ma normalmente è quasi sempre pietra di inciampo nelle Assemblee.

DALLA FINZIONE ALLA REALTÀ

La mattinata cominciò bene. Ed il lavoro sorprese gradatamente i membri dell’assemblea. Si tentava di ricordare e rivivere tutti i video che, durante le giornate dell’assemblea, sono stati proiettati sullo schermo. Video che genericamente si possono definire con una parola: “Il grido dei poveri”. Video che hanno continuato a descrivere, con crudezza e realismo, il mondo terribile e dimenticato di chi è solo un intrepido vivente ai margini della storia. Video che hanno cercato di insegnare, senza spiritualismi disincarnati, l’oscuro rovescio della vita.

Affinché si faccia un’idea, ricordo al lettore alcuni temi di questi video: donna maltrattata, prostituzione, immigrazione, alcolismo, lebbrosi, abitanti della strada, drogati, vittime della guerra, malati poveri e senza risorse sociali, malati di AIDS, giovani di famiglie destrutturate, indigenti…

Se qualche membro dell’assemblea pensava che questi ritratti della povertà e della emarginazione servivano solamente per cominciare in modo distenso  le sessioni e per vedere un po’ di cinema domestico, oggi avrà scoperto il loro vero obiettivo: ascoltare col cuore l’incessante grido dei poveri, metterlo dentro le viscere e lasciarsi scuotere. Compito niente facile in questi tempi.

E così, i membri dell’assemblea si sono riuniti per gruppi, hanno commentato l’impatto che hanno prodotti quelle immagini, sono passati della finzione alla realtà dei “nostri signori e padroni”, e hanno tirato fuori alcune conclusioni personali e comunitarie. Un lavoro semplice che hanno continuato ad esporre nella sala. Sarebbe troppo prolisso trascrivere quello che i gruppi hanno manifestato. Sono state frasi brevi, ma sincere: da una chiamata alla sensibilità fino ad un’urgenza di vicinanza ai poveri; da un sguardo di fede fino ad un’evangelizzazione integrale; da un punto interrogativo sul nostro modo di vita fino ad una sfida ad essere davvero compromessi nella trasformazione di questo mondo; da una creatività che fa liberi fino a “correre ad aiutare i poveri come si corre per spegnere il fuoco.”

UN’ALTRA VOLTA GLI STATUTI

Annunciai già, nella cronaca precedente, che oggi sarebbero ritornati a comparire sulla scena gli Statuti. E se lunedì occuparono quasi tutta la giornata, questo martedì sono tornati anche a prendere possesso della maggior parte del giorno. Non creda lei, lettore, che i membri dell’assemblea vogliano soffrire tormenti. Si tratta, semplicemente, che questa XLI Assemblea Generale ha l’incarico ineludibile di rivedere gli Statuti, e prima l’obbligo poi la devozione. E davanti all’obbligo, non c’è rimedio.

Se lei vuole sapere come trascorse la sessione mattutina e tutta la sessione vespertina, non ha nient’altro che da rileggere la cronaca anteriore. Nella giornata di oggi, si continuò presentando, studiando, discutendo, chiarendo e votando una serie di Statuti. Conservò la sua gran pazienza il Presidente della Commissione, P. Alberto Vernaschi, e moderò con maestria e stabilità P. Dennis H. Holtschneider.

Ma c’è stata una differenza: l’Assemblea si è bloccata, soprattutto, in un Statuto,  lì è la chiave del citato “martedì  tredici”. Un Statuto completamente nuovo: quello relativo alle Conferenze di Visitatori. Le dirò solo, caro lettore, che questo Statuto che contiene tre paragrafi, sta passeggiando per la sala durante quasi tre interminabili ore. Ora lei si renderà conto della stanchezza, la perplessità, i dubbi, le vampate ed altre affezioni fisiche e spirituali dei membri dell’assemblea. Tra quelli  che volevano che le Conferenze di Visitatori facessero parte del corpo legislativo della Congregazione, quelli che non volevano, quelli che non sapevano se volevano o non volevano, coloro che volevano ancora un altro nome per questa creatura in processo di crescita, quelli che si attenevano al nome attuale, tra coloro che consegnavano una nuova redazione, aggiungevano un’espressione, dubitavano di una parola…. Al punto che lo Statuto si trovava tanto contento nella sala, nonostante lo scontento dei membri dell’assemblea.

Finisco questa cronaca facendo notare al lettore che ancora rimane in attesa qualche altro Statuto. Speriamo che la lenta sessione di oggi sia stata solamente il giorno speciale ed accidentato che ogni Assemblea deve avere necessariamente. Ma, già che le cose devono essere viste positivamente, è buono pensare che questi giorni “speciali” sono sempre molto promettenti per il futuro storiografo delle Assemblee Generali della Congregazione della Missione.

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